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Cronaca Faenza

L'incendiario del chiosco di piadina resta in carcere: "Altamente pericoloso"

Il 47enne, la notte di venerdì aveva prima ingaggiato una lite con un cliente della piadineria, accusandolo di una sguardo di troppo alla sua compagna

L'incendio resta in carcere. Mercoledì mattina il gip del tribunale di Ravenna Piervittorio Farinella ha convalidato l’arresto  del 47enne che la notte di venerdì, dopo aver picchiato due persone per futili motivi, ha appiccato  il fuoco al chiosco di piadine di Porta Montanara e poi, per ritorsione, ha iniziato una vera e propria caccia all’uomo nei confronti del titolare dell’attività. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere e alla fine il gip ha disposto il carcere.   
 
Il 47enne, la notte di venerdì aveva prima ingaggiato una lite con un cliente della piadineria, accusandolo di una sguardo di troppo alla sua compagna, poi si era accanito contro il titolare del chiosco che si era intromesso nel tentativo di calmare gli animi, mandandolo all’ospedale con trenta giorni di prognosi per una frattura alla mano e minacciandolo di incendiargli il locale. L’aggressore quella notte era stato portato in caserma dai carabinieri perché durante la lite aveva con se un coltello a serramanico, poi per nulla intimidito da quella prima denuncia, era tornato al chiosco di Porta Montanara e lo aveva incendiato sotto gli obiettivi delle telecamere di videosorveglianza che avevano ripreso tutta la scena.

Alla fine, domenica pomeriggio, era finito in manette sempre ad opera dei carabinieri perché ritenendo il titolare della piadineria “colpevole” di essersi rivolto ai carabinieri, aveva dato inizio ad una vera e propria caccia all’uomo, infatti lo aveva minacciato di morte per telefono e poi aveva iniziato a cercarlo dappertutto con intenzioni “bellicose”. Il gip Piervittorio Farinella, nella lunga ordinanza di convalida dell’arresto, ha sottolineato che l’accanimento e la violenza degli atti persecutori messi in atto nell’arco di una giornata avevano determinato nel 46enne titolare della piadineria una condizione di “vero e proprio terrore” oltre che essere espressione di una “impressionante aggressività” che “ha dato vita ad una vera e propria escalation di condotte finalizzate a dare una “lezione” alla vittima, a cui solo l’arresto dei carabinieri ha posto fine”.
Il giudice ha quindi applicato la misura cautelare in carcere proposta dal pubblico ministero Monica Gargiulo, ritenendola l’unica misura adeguata al contenimento delle esigenze cautelari, vista il “quadro di elevatissima pericolosità sociale” di cui il 47enne ha dato dimostrazione. Oltre agli atti persecutori, sono stati confermati anche i restanti capi di imputazione che vanno dal  danneggiamento del chiosco dovuto all’incendio, alle lesioni personali aggravate dai futili motivi e porto illegale di arma da taglio, nonché la calunnia nei confronti dei carabinieri.

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