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Cronaca

L'inclusione passa dallo sport: il progetto "Let's play" premiato dalla Commissione Europea

Il progetto si proponeva l’inclusione sociale dei rifugiati politici attraverso lo sport, con allenamenti in varie discipline, corsi di formazione per assistente allenatore e iniziative culturali

C’è anche “Let’s play” tra i progetti di successo selezionati dalla Commissione Europea, settore sport, tra tutti i progetti che promuovono l’inclusione sociale dei rifugiati politici usando come mezzo lo sport, e che proprio per la loro valenza, la stessa Commissione ha selezionato e sostenuto nell’ambito del bando europeo “Sport as a tool for integration and social inclusion of refugees”.

“Let’s play” è un progetto elaborato dal Csi nazione, in collaborazione con Scuola Centrale di Formazione (Scf), e realizzato in provincia di Ravenna che si proponeva l’obiettivo di coinvolgere i rifugiati nella vita delle comunità ospitanti, creando una coesistenza pacifica all’interno di un contesto socio-culturale e tra individui culturalmente ed etnicamente differenti: per tutto il 2018 si sono sviluppati eventi sportivi, tornei, attività culturali, di volontariato e di formazione, creando una rete di collaborazione tra associazioni sportive e centri di accoglienza. Due le sedi di riferimento per lo sviluppo del progetto: i centri Cfp Opera Diocesana Giovanni XXIII di Piangipane e il Cefal di Villa San Martino.

“Per noi del Csi è grande motivo di orgoglio vedere un nostro progetto – afferma Alessandro Bondi, presidente del Csi Ravenna – riconosciuto e sostenuto dalla Commissione Europea. Credevamo molto in questo progetto e nelle sue potenzialità ma anche nel valore dello sport come strumento educativo. Il progetto è nato anche dalla convinzione che pure l’attività sportiva possa favorire la promozione del pluralismo di culture e di etnie, una risorsa preziosa che può rendere una società più ricca e dinamica”.

Sotto la guida di un’equipe formata da allenatori, volontari, insegnanti e operatori sportivi, i ragazzi e le ragazze dai 16 anni in su richiedenti asilo politico che hanno partecipato al progetto hanno potuto cimentarsi in tante attività: due allenamenti settimanali di atletica, al Tondo di Lugo, grazie ai quali un gruppo di loro ha potuto poi essere protagonista alla Maratona di Ravenna del 2018, non soltanto partecipando ma anche fornendo supporto logistico all’organizzazione e accompagnando i disabili in occasione di “Correndo senza frontiere”; allenamenti di calcio a 11 con conseguente allestimento di un team che ha partecipato alla tradizionale “24 ore non stop” di calcio che si tiene ogni anno al campo “Faccani” di Madonna delle Stuoie; corsi di avvicinamento al cricket, scelto sia per la filosofia che lo ispira, legata al rispetto delle regole e dello spirito del gioco sia perché diversi partecipanti provenivano da Pakistan e India dove il cricket è molto praticato; un campionato di calcio a 5, giocato con le insegne del Cefal United. E poi ancora un’ampia parte di formazione continua con la finalità di trasmettere alcune conoscenze di base necessarie per assumere il ruolo di “assistente allenatore” per le attività proposte; e proiezioni di film.

La Cefal United-2

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