La "Darsena che vorrei" sbarca ad Amsterdam

L’esperienza di mediazione sociale di CittA@ttiva e il suo ruolo nel coinvolgere i cittadini sul nuovo volto della darsena  con il progetto “La Darsena che vorrei”,  approda ad Amsterdam alla conferenza Borders to cross. Dal 29 al 31 ottobre ne verranno ne presentate  una quarantina provenienti da tutta Europa. Dall’Italia sarà presente anche Roma con il progetto Sar. San di Roma.

Le tre giornate di “Borders to cross” organizzate dalla municipalità di Amsterdam saranno dedicate all’innovazione sociale e democratica mettendo a confronto le realtà europee  sul tema della partecipazione dal basso. Sono attese duecentocinquanta persone fra funzionari, cittadini attivi, imprenditori sociali e docenti universitari.

“Dopo la presentazione della “Darsena che vorrei” già avvenuta a Berlino, Milano, Venezia e Roma  - siamo particolarmente onorati di essere stati invitati a illustrare la nostra esperienza in questa importante iniziativa dal  ministero degli interni olandese - dichiara l’assessora alla partecipazione Valentina Morigi che sarà presente al convegno con gli operatori di Cittattiva Andrea Caccìa, Stefania Pelloni, Eleonora Ricci e Giovanna Vaccaro- . E’ una grande soddisfazione che vogliamo condividere con tutte le persone che concorrono a creare e a far funzionare i nostri progetti e i servizi ai quali lavoriamo. Questo convegno per noi è anche una occasione per imparare e per entrare in una rete di collaborazioni e di scambio europea”.
CittA@ttiva è nata nel 2007 come centro di mediazione sociale per intervenire nei quartieri e nelle situazioni di conflitto sociale e di vicinato. Lavora in particolare nella zona della stazione dove ha coinvolto tutti gli attori interessati per contribuire al miglioramento attraverso gli strumenti della cittadinanza attiva, dell’animazione, della collaborazione tra istituzioni e tra cittadini.

La Darsena che vorrei è il progetto nato nel 2011 per realizzare il nuovo POC Darsena di città in un percorso di progettazione partecipata che mettesse al lavoro insieme i diversi portatori di interesse, dai tecnici della progettazione urbanistica ai proprietari alle associazioni e i cittadini. Nato da una proposta di sette associazioni cittadine, ha contribuito a “aprire” le barriere che chiudevano il Candiano, a far conoscere l’area a tantissimi cittadini, ma soprattutto a raccogliere tantissime energie, idee e proposte per il POC tematico.