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Cronaca

La farmacia restaura il pilastro storico: "E il Comune lo copre con dei cartelli"

La parasta del 1500 di stile veneziano è posta verticalmente sul lato della parete d’ingresso confinante con via Cattaneo

Il 30 gennaio 2019 la farmacia Ghigi ha festeggiato i propri 200 anni, vissuti tutti nella settecentesca Casa omonima di via Cavour, che allora si chiamava “strada di Porta Adriana”. Ora è situata in angolo con la via Cattaneo e la via Argentario, nella quale confluisce il fiume dei turisti diretti alla basilica di San Vitale e al mausoleo di Galla Placidia, ma anche allo storico complesso benedettino della Soprintendenza di Ravenna, la prima istituita in Italia (nel 1897).

L’atto originario di concessione della licenza, custodito tuttora dall’attuale proprietà, fu rilasciato, appunto con decorrenza 30 gennaio 1819, dal cardinale delegato Alessandro Malvasia. Primo “speziale” (così si chiamavano allora i farmacisti) fu Antonio Dalla Valle, ardente liberale, al pari del fratello Carlo, tanto che i locali della farmacia divennero ben presto ritrovo di carbonari e massoni. Nel 1855 la farmacia fu acquistata dalla famiglia Ghigi, una delle più antiche della borghesia ravennate. Nel 1957 passò di mano alla famiglia Bignardi. Le sorelle Anna ed Angela, che ne rappresentano la continuità, hanno voluto celebrare significativamente il bicentenario della farmacia restaurando, ad opera di una ditta specializzata, la parasta del 1500 di stile veneziano posta verticalmente sul lato della parete d’ingresso confinante con via Cattaneo.

"Davanti alla parasta, era impiantato da molto tempo un palo del servizio turistico comunale che indicava le direzioni dei principali monumenti in zona, peraltro di lettura ardua senza lenti d’ingrandimento, tanto che la farmacia fungeva spesso da ininterrotto ufficio informazioni - spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, che ha presentato sul tema un question time - Quando, per eseguire il restauro, è stato necessario ottenere dal Comune l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, le Bignardi hanno chiesto che il palo fosse spostato innanzitutto durante il periodo dei lavori, a partire dal 2 settembre, ma anche per il dopo, ritenendo che una tale preziosa antichità, riportata allo splendore originario, che impreziosisce anche la zona circostante, viceversa svalutata dal palo, suggerisca di posizionarlo in uno dei tre altri angoli dell’incrocio. È stata però accolta solo la prima richiesta, ragion per cui, al termine dei lavori, fissato a martedì 8 ottobre, il palo ritornerebbe a sovrapporsi alla parasta, ora anche più tristemente. Posto a conoscenza del caso, ho suggerito alla farmacia di interessare la Soprintendenza stessa, inviandole in copia una richiesta formale, indirizzata al Comune, di collocare il palo in altra più idonea posizione rispetto a prima. Così è avvenuto martedì scorso. Una foto allegata al messaggio mostra la presenza di molti cartelli sul fianco del palazzo, avvalorando la constatazione che il palo, riposizionato davanti alla parasta, produrrebbe anche, sulla via Cavour, sacrificandone l’immagine, un maggiore inquinamento visivo. Si ha ragione dunque di chiedere al sindaco se intende attivare gli uffici abilitati a fornire risposta all’istanza, allo scopo che possa aversene l’esito ragionevole".

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