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Cronaca

"Chi fa i lavori di casa?" Ecco come si comportano i giovani ravennati

"Quello che presentiamo - aggiunge Piaia - è il risultato di una micro indagine locale che ci dà il senso di quanto le tendenze legate ai modelli di genere si confermino nel piccolo come nel largo campione"

"Chi fa i lavori di casa?". Parte a Ravenna una campagna sulla condivisione del lavoro domestico realizzata dalle Magliette Gialle. Una serie di manifesti realizzati graficamente e creativamente dagli stessi ragazzi tappezzeranno la città nei prossimi giorni. “Nell’ambito di una progettazione più complessiva che attiene alle politiche di conciliazione - dichiara l’assessora alle Politiche e cultura di genere Giovanna Piaia - ci è sembrato utile rivolgerci al mondo giovanile per capire quale contributo viene offerto dagli adolescenti quotidianamente al lavoro domestico e se rispetto a questo si rileva una differenza di genere. Stimolando nel contempo nei loro riguardi un maggiore senso di responsabilità all’aiuto in casa”.

Nell’ambito della campagna, che prevede l’affissione in città e nelle scuole dei manifesti realizzati dai ragazzi che hanno partecipato a uno dei laboratori del progetto “Lavori in Comune”, sabato alle 9 alla sala D’Attorre di via Ponte Marino è in programma un incontro pubblico dal titolo “Chi fa i lavori di casa?”. Dopo l’introduzione dell’assessora Piaia sarà presentata la micro indagine svolta dai ragazzi nell’ambito del laboratorio, a cura di Deborah Bandini con la collaborazione di Casa delle Donne Ravenna. Sarà poi presentato il saggio “Quello che gli uomini non fanno – il lavoro familiare nelle società contemporanee”, di Lorenzo Todesco, sociologo e ricercatore dell’Università di Torino. Per promuovere la campagna saranno inoltre allestiti diversi banchetti al mercato, il primo mercoledì 18 marzo.

“Quello che presentiamo – aggiunge Piaia - è il risultato di una micro indagine locale che ci dà il senso di quanto le tendenze legate ai modelli di genere si confermino nel piccolo come nel largo campione. Sono dati utili per poter promuovere azioni pedagogiche e culturali più efficaci e tali da rendere naturale la condivisione dei lavori domestici come parte integrante delle responsabilità di ciascuno per sé stessi e per la vita famigliare”.

L’esperienza è stata condotta l’anno scorso all’interno di un laboratorio sui lavori domestici nell’ambito del progetto di “Lavori in Comune”, l’iniziativa a cura dell’assessorato al Decentramento dedicata a esperienze di cittadinanza a studenti superiori, noti anche come ‘magliette gialle’. I ragazzi e le ragazze del laboratorio hanno contribuito a elaborare il questionario e sono andati nei luoghi della città sedi di altri laboratori di Lavori in Comune dove hanno somministrato il questionario ai loro coetanei. Per arricchire l'indagine le magliette gialle si sono organizzate in piccoli gruppi e, a rotazione, hanno fatto delle brevi video interviste che hanno consentito di raccogliere altri dati e informazioni. I ragazzi e le ragazze si sono appassionati al tema e hanno elaborato alcuni manifesti pubblicitari, dedicati alle 3 fasce d'età (0-6; 6-10; 10-16), il cui obiettivo è sensibilizzare e incentivare l'assunzione di responsabilità nella condivisione dei lavori.

I lavori domestici sono semplicemente cose da fare che si apprendono nella vita quotidiana e sono vitali per il benessere di ciascuno. La tendenza maschile alla delega alle donne costa loro una quantità di tempo pari al 200%. in più degli uomini. A parità di lavoro retribuito è la donna a compiere i tre quarti dei lavori domestici, situazione che si aggrava in presenza dei figli, anche in età favorevole alla collaborazione. Nell'ultima indagine Istat “Uso del tempo e ruoli di genere” risulta che i figli dedicano appena 43 minuti al giorno a fronte delle 6 ore 43 della madre e 1ora e 51 del padre. Persistono differenze di genere anche fra i figli, a sfavore delle figlie che si impegnano il doppio dei fratelli, disimpegnati in modo crescente con l'aumento dell'età. Questa tendenza è variabilmente influenzata in modo positivo dall'approccio egualitario dei genitori, essendo il comportamento di questi ultimi a influenzare indirettamente, e meglio ancora direttamente, quando assegnano dei compiti ai figli. E' ancora molto diffusa l'opinione che i lavori domestici siano “cose da femmine” e non semplicemente “cose da fare”. Al contrario anche la casa può essere un ambiente che consente ai figli, attraverso i semplici atti del curare, pulire, riordinare, di apprendere competenze importanti di ordine logico, di cooperazione, rispetto e reciproco scambio.

IL QUESTIONARIO - All'indagine hanno partecipato 100 adolescenti tra i 14 e i 18 anni di cui 50 femmine e 50 maschi provenienti per il 67% da Ravenna città e per il 33% dal forese. La prima domanda del questionario aveva come obiettivo quello di “misurare” il tempo libero dei ragazzi e delle ragazze e registrare le differenze che sono effettivamente piuttosto evidenti. Le ragazze infatti dichiarano per il 63% di avere da 1 a 3 ore libere nell'arco della giornata e solo il 38% dichiara di avere a disposizione più di 3 ore mentre per i coetanei maschi la situazione è perfettamente rovesciata.

Alla domanda “Faccio i lavori di casa?” il 9% delle intervistate ha risposto che fa sempre i lavori mentre in misura più o meno eguale maschi e femmine dichiarano di fare i lavori di casa a volte e spesso. La maggior parte, in misura pressoché eguale tra maschi e femmine, dice di aiutare in casa perché è loro richiesto ma le femmine fanno i lavori spontaneamente più del doppio rispetto ai maschi. Quando si entra più del dettaglio dell'indagine si scopre che ci sono alcune mansioni che femmine e maschi fanno in eguale misura: fare la spesa, apparecchiare e sparecchiare la tavola, riordinare la camera ma per alcuni lavori domestici, per altro i più impegnativi, si registrano notevoli differenze di genere, le femmine infatti lavano i piatti, cucinano, fanno il bucato e puliscono il bagno molto di più dei loro coetanei maschi. Infine, buttare la spazzatura è l'unica attività che i maschi fanno più frequentemente delle femmine.

La domanda più complessa e forse più interessante del questionario è quella che cerca di indagare la distribuzione del lavori domestici. E' piuttosto sorprendente vedere dai grafici che riportiamo sotto quanto ciò che avviene nelle nostre case confermi i dati Istat ed è forse ancora più sorprendente leggere questi dati in relazione a quelli emersi nel grafico precedente. Le 4 attività domestiche che le madri fanno maggiormente, e che evidenziano un grande sbilanciamento nella suddivisione delle mansioni, sono: fare il bucato, stendere, stirare; cucinare; lavare piatti e pulire il bagno e le altre stanze, ovvero le stesse attività in cui si registrano le medesime differenze tra figlie e figli.

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