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Cronaca

Legambiente presenta il dossier sull'estrazione di idrocarburi in mare e in pianura

Decine di concessioni attive in Emilia-Romagna per l'estrazione di idrocarburi, la ricerca e lo stoccaggio di metano, più molte altre richieste attualmente in fase di valutazione. In sostanza, quasi la metà del territorio regionale

Decine di concessioni attive in Emilia-Romagna per l'estrazione di idrocarburi, la ricerca e lo stoccaggio di metano, più molte altre richieste attualmente in fase di valutazione. In sostanza, quasi la metà del territorio regionale (e la quasi totalità della pianura) è interessata da progetti attivi o da richieste di autorizzazione, senza considerare poi quanto avviene nell'alto adriatico, a pochi chilometri dalla costa, dove si estraggono circa 4 miliardi di metri cubi di gas, oltre 10 volte la quantità estratta in terraferma. “Ma questa nuova corsa al metano è un gioco che vale la candela di fronte al rischio subsidenza, alla mancata partecipazione dei territori e uno sviluppo economico e occupazionale estremamente limitato?”, lo chiede Legambiente.

I circoli Legambiente del Ravennate, presentano Lunedì 30 Settembre a Ravenna (ore 17, Casa Melandri, Sala D'attorre, Via Ponte Marino 2) un dossier realizzato assieme alla Direzione Nazionale e al comitato regionale di Legambiente per cominciare a rispondere a questi interrogativi.

Saranno presenti Giorgio Zampetti (Resp. Scientifico Legambiente Nazionale), Lorenzo Frattini (Pres. Legambiente Emilia Romagna), Monica Donini (Consigliere regionale FdS), Stefano Collina (Senatore PD), Carlo Martelli (Senatore M5S e Vicepresidente della Commissione Ambiente del Senato), Giovanni Paglia (Deputato SEL), Marco Bondesan (Geologo), Mentino Preti (Esperto di erosione della costa), Yuri Rambelli (Pres. Legambiente A. Cederna), Marino Previtera (Pres. Legambiente Cervia-Milano Marittima) e Claudio Mattarozzi (Pres. Legambiente Ravenna). Sono stati inoltre invitati rappresentanti dei Comuni e del Parco del Delta del Po.

Scrive in una nota Legambiente: “Se da un lato in questi mesi è aumentata l'attenzione da parte dei cittadini per l'assetto del territorio, come dimostra la grande partecipazione alle molte assemblee pubbliche che sono state realizzate in questi mesi nei territori del ravennate, non risulta facile per la popolazione partecipare davvero ai processi decisionali ed esprimere un parere consapevole su queste attività, sui rischi e sugli eventuali benefici. A fronte di cifre molto limitate che le aziende debbono versare per la realizzazione di questi interventi (tra royalties e altri oneri e compensazioni), i rischi connessi per il territorio e la popolazione possono infatti essere notevoli: subsidenza, erosione delle spiagge e rischio di ingressione marina, possibile squilibrio delle reti idrauliche e fognarie nelle zone di bonifica, rischio di allagamenti e inondazioni, danni al patrimonio artistico e monumentale e più in generale aumento della vulnerabilità degli edifici. Tutti elementi che vanno considerati al fine di elaborare una seria analisi tra costi e benefici di queste trasformazioni del territorio, unico strumento per poter partecipare davvero, e non solo formalmente, al processo decisionale”.

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