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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Lido di Dante, appuntamento annuale con l’arcivescovo Giuseppe Verucchi

Le tre componenti della Santa Regola di San Benedetto da Norcia: la croce, la penna, la zappa (ora et labora)

Il 14 luglio scorso, Monsignor Giuseppe Verucchi, affiancato dal nostro amatissimo parroco Don Marco Cavalli, ha officiato la Santa Messa a Lido di Dante, in memoria di San Benedetto da Norcia che la Chiesa celebra l'11 luglio di ogni anno. La cerimonia doveva svolgersi nel parco del lungomare della località, ma la minaccia di pioggia ha fatto sì che fosse officiata nella chiesetta locale, dedicata proprio a San Benedetto. Una folla immensa di fedeli del luogo e turisti gremiva la chiesa e l'esterno pur di non perdere il consueto appuntamento col suo Pastore. Le panche e le sedie non sono state sufficienti e molti si sono seduti sul prato fuori dalla Chiesa, per ascoltare attraverso gli altoparlanti la Santa Messa e ricevere l'Eucarestia. Sembrava veramente di trovarsi nell'epoca in cui Gesù radunava le folle e queste si assiepavano attorno a Lui, pur di non perdere una parola dei Suoi insegnamenti. Arrivano il momento dell'omelia e, come di consueto, la lectio divina, poiché tali sono le sue omelie, che quest'anno ha suddiviso in due parti: Spiegando il Vangelo secondo Marco e chi era San Benedetto.

L'Evangelista riporta a noi che Gesù chiamò a sé i dodici Apostoli e prese a mandarli a due a due a convertire i popoli, a scacciare molti demòni, a ungere con olio molti infermi per guarirli dai loro mali. Ma il passo saliente è quando ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone. Niente pane, quindi, né sacca, né denaro nella cintura, di calzare i sandali e di non portare due tuniche. La spiegazione di ciò, dice l'Arcivescovo, vuole significare che, essendo leggeri, avrebbero percorso molta più strada per raggiungere i vari paesi e di conseguenza riuscire a portare il messaggio di Gesù a una quantità maggiore di persone. E su questo esempio che si è rivolto ai fedeli in modo pratico: ciascuno di noi deve sentirsi apostolo, missionario, a iniziare dal genitore che trasmette ai suoi figli; dal bambino al suo coetaneo; dall'operaio al suo simile, dal soldato al suo commilitone e così via. Dobbiamo essere tutti noi, ripete Monsignor Verucchi, a propagare la fede e far conoscere gli insegnamenti di Gesù agli altri e non ritenere la scuola come unico vettore. Parole sagge, che penetrano nel profondo dell'animo, alle quali i fedeli annuiscono muovendo il capo in segno di assenso. Fatto comprendere questo principio, l'Arcivescovo illustra chi era San Benedetto Abate e quali opere ha realizzato per la conversione dei popoli. Inizia a ricordare la fondazione del monachesimo occidentale.

La storia ci dice che c'erano già tanti monasteri in Europa prima di lui, ma con lui il monachesimo-rifugio diventerà monachesimo-azione. La sua Regola non rimane italiana, è subito europea perché si adatta a tutti. E' per questo che è stato assunto a patrono d'Europa. Qual è questa Regola? E' proprio su questo che si sofferma: la croce, la penna, la zappa ovvero il messale d'accordo col piccone, la croce col badile, la penna con la zappa. E' questa la Regola dell'Ordine dei Benedettini da lui fondato. La cerimonia è terminata con la richiesta di Don Marco a tutti i fedeli presenti, volta a ringraziare Monsignor Giuseppe Verucchi per averci, ancora una volta, fatto comprendere in modo semplice la parola di Gesù. Sono seguiti scroscianti applausi.

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