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Cronaca Lugo

Lugo, il sindaco in visita agli scavi archeologici di Zagonara

La ricognizione di superficie ha permesso di raccogliere i materiali riconducibili alla fase di vita del castello e di individuare fasi di vita anteriori risalenti all’alto Medioevo

Giovedì il sindaco di Lugo Davide Ranalli ha fatto visita agli scavi archeologici in corso nella frazione di Zagonara. Sul posto ha incontrato Marco Cavalazzi, responsabile dell’intervento, che ha illustrato i lavori in corso. “Sarà completata la pulizia superficiale delle due aree oggetto del sondaggio, dopodiché si
comincerà a scavare - ha spiegato -. I lavori dureranno un mese e si concluderanno il primo settembre. Lo scopo di questi scavi è indagare il potenziale archeologico del sito: se l’indagine darà buon esito, si potrà valutare la possibilità di dare il via a una campagna di scavo pluriennale. Già un anno di scavo potrebbe dare risultati eccezionali, per far progredire lo stato delle conoscenze attuali sull’evoluzione delle nostre campagne tra la fine dell’Età romana e il Medioevo”. Al progetto partecipano anche i volontari del Gruppo archeologico lughese, guidati dal presidente Giovanni Valentinotti. La zona interessata è quella in cui - grazie alle indagini di superficie, condotte negli scorsi anni - è stato individuato il sito del castello di Zagonara. La ricognizione di superficie ha permesso di raccogliere i materiali riconducibili alla fase di vita del castello (XIII-XVI secolo), e di individuare fasi di vita anteriori, prima del tutto sconosciute, risalenti all’alto Medioevo (VIII-XI secolo); in superficie sono stati individuati anche materiali di età precedente, romana e tardoantica (I-VII secolo d.C.).

“La ricerca svolta ha prodotto risultati del tutto inaspettati per il contesto bassoromagnolo – spiega Marco Cavalazzi -. Si riteneva che il territorio avesse sofferto dalla fine dell’età romana e per tutto l’alto medioevo di una mancanza di dinamicità economica e sociale; al contrario, da questa ricerca è emerso che il paesaggio si è evoluto con intensità a partire dal VII/VIII secolo dopo Cristo, con soluzioni originali diverse da luogo a luogo, in un percorso che ha portato alle soglie del XIII secolo a porre le basi del paesaggio attuale”. “Vorremmo condividere con la cittadinanza i risultati di questi importanti ritrovamenti - ha dichiarato il sindaco Davide Ranalli -, che vanno ad accrescere il patrimonio culturale collettivo. Abbiamo quindi intenzione di organizzare un open day agli scavi entro il loro termine, mentre successivamente terremo un convegno che ripercorrerà le tappe di questi studi e i risultati ottenuti”.

La cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Bologna ha avviato a partire dal 2009, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia-Romagna, un progetto di indagine archeologica della bassa pianura ravennate. Il territorio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna è stato oggetto di una serie di campagne di ricognizione di superficie volte a mappare il patrimonio archeologico di questo comprensorio, a realizzare carte di distribuzione dei siti rivenuti e a ricostruire l’evoluzione del popolamento rurale dall’Età romana a oggi. In questa prima fase del progetto, l’Università è stata affiancata da numerosi partner economico-scientifici: il Centro di Studi sulla Romandiola nord-occidentale, la Fondazione Flaminia, la Fondazione della Cassa di risparmio e Banca del Monte di Lugo, la Cna della Bassa Romagna, i Comuni di Lugo, Bagnacavallo, Conselice e Fusignano. Dal 2009 sono state svolte quattro campagne di indagine che hanno interessato i territori di Lugo, Conselice, Fusignano e Bagnacavallo. I dati raccolti sono stati oggetto di studi di tesi di laurea e pubblicazioni scientifiche. Sono stati ispezionati più di 62 kmq dei 115 kmq previsti; hanno preso parte alle indagini più di una cinquantina di archeologi, tra studenti, laureati, dottorandi e ricercatori; sono stati individuati 51 siti archeologici prima del tutto sconosciuti con un incremento del patrimonio archeologico noto del 700% circa; sono state svolte, dal 2009, 6400 ore lavorative totali in fase di ricerca sul campo e 2980 circa in fase di rielaborazione dei dati raccolti in laboratorio; sono state prodotte 6 tesi di laurea sui materiali raccolti e sui filoni di indagine correlati e altrettante sono attualmente in elaborazione; sono stati raccolti più di 5000 reperti archeologici, in particolare ceramiche e altri reperti di uso domestico con una datazione che va dal primo secolo a.C. fino
all’età rinascimentale e moderna.

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