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Cronaca

Maestri contro l'ordinanza di via Gulli: "Misura discriminatoria e dannosa"

A neanche 24 ore di distanza dall'emissione, l'ordinanza comunale che prevede che per i prossimi 30 giorni il negozio di alimentari di via Gulli possa restare aperto solo tra le 8 e le 20 riceve la contestazione dell'avvocato Andrea Maestri

A neanche 24 ore di distanza dall'emissione, l'ordinanza comunale che prevede che per i prossimi 30 giorni il negozio di alimentari di via Gulli possa restare aperto solo tra le 8 e le 20 riceve la contestazione dell'avvocato Andrea Maestri. "L'Amministrazione ha diffuso il nome di un unico esercizio commerciale - spiega il legale del titolare del negozio in questione - un esercizio di vicinato prezioso soprattutto per la clientela più anziana, per i lavoratori turnisti e per i giovani, che hanno la possibilità di acquistare beni di prima necessità in orari serali (fino alle ore 24), quando i supermercati tradizionali sono chiusi".

L'avvocato è convinto che si tratti di una discriminazione e chiede che l'ordinanza venga revocata o annullata in quanto, a suo dire, non ricorrebbero le condizioni indispensabili alla sua emissione: "La norma stabilisce che "il sindaco, al fine di assicurare il soddisfacimento delle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti nonché dell’ambiente e del patrimonio culturale in determinate aree delle città interessate da afflusso particolarmente rilevante di persone, anche in relazione allo svolgimento di specifici eventi, può disporre per un periodo comunque non superiore a trenta giorni, con ordinanza non contingibile e urgente, limitazioni in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche" - spiega Maestri - Ma in via Tommaso Gulli non ricorre alcuna di queste condizioni, come l'afflusso particolarmente rilevante di persone o lo svolgimento di specifici eventi. Il provvedimento si sostanzia in una misura discriminatoria su base etnica (come tale vietata dalla legge) e arbitrariamente limitativa delle prerogative connesse al regolare esercizio del commercio, tra cui la possibilità di individuare liberamente la fascia oraria di apertura, con gravi danni economici conseguenti all'anticipazione dell'orario di chiusura dalle 24 alle 20, piuttosto che al mero divieto di vendita di alcolici. In assenza di condotte penalmente rilevanti si colpisce un esercizio commerciale regolare, estraneo a qualunque episodio di degrado o disturbo della quiete pubblica o di lesione del decoro urbano".

"Il titolare dell'esercizio, peraltro, e anche il nipote di appena 8 anni sono stati più volte insultati con epiteti razzisti e una donna avrebbe addirittura scagliato un sasso dal proprio balcone colpendo il minore su una mano: il bambino e i suoi parenti, di origine straniera, sono ovviamente terrorizzati - conclude Maestri annunciando l'intenzione di sporgere denuncia nei confronti della donna - Confido che il sindaco ritirerà immediatamente l'ordinanza. Nessuno strumentalizzi: diverse e pienamente condivisibili sono le misure che limitano, erga omnes, senza distinguere tra “bar autoctoni” e “negozi etnici” (per il diritto amministrativo esistono solo esercizi commerciali, che devono tutti, parimenti e senza discriminazioni, rispettare le regole) il consumo di alcol in luoghi pubblici o la somministrazione di alcolici in determinati orari e zone" (come la seconda ordinanza emessa sempre martedì, riguardante i giardini Speyer).

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