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Cronaca

Manifesti contro l'aborto sulla sede della Casa delle donne: "Azione intimidatoria"

"La Casa delle donne ha subito un nuovo vile attacco": e a denunciarlo sono proprio le coordinatrici della Casa Barbara Domenichini e Luana Vacchi

"La Casa delle donne ha subito un nuovo vile attacco": e a denunciarlo sono proprio le coordinatrici della Casa Barbara Domenichini e Luana Vacchi. "Domenica è stata una giornata storica per il movimento delle donne nazionale ed europeo - spiegano le due coordinatrici - Le donne irlandesi hanno festeggiato la vittoria al referendum che consentirà al governo di approvare la legge per la depenalizzazione dell'aborto, mentre noi italiane eravamo nelle piazze delle nostre città per denunciare che a 40 anni dalla legge 194 siamo ancora lontane dalla sua piena applicazione. L’Unione delle donne è stata al mattino in piazza del mercato a Ravenna e nel pomeriggio le donne della Casa hanno partecipato a Bologna al corteo "Molto di più di 194". Nel tardo pomeriggio, però, l'associazione Evita Peron ha tappezzato il portone di ingresso della Casa delle donne di locandine anti-aborto simili a quelle apparse nelle scorse settimane in città".

"Non è la prima volta che l'associazione attacca la Casa delle donne - continuano Barbara e Luana - É successo lo scorso 8 marzo, un altra giornata fondante per il movimento delle donne. Mentre eravamo impegnate in una passeggiata femminista e antifascista per le strade e le piazze della nostra città intitolate a donne partigiane, staffette e resistenti sono state attaccate alla pensilina della fermata dell’autobus davanti alla Casa delle donne locandine con i ritratti di moglie di dittatori e ausiliarie del Saf (Il Servizio Ausiliario Femminile alle dipendenze del Partito Fascista Repubblicano). La Casa delle donne è un luogo pubblico, aperto a tutte e tutti che ha tra i suoi principi statutari la costruzione di relazioni politiche tra le donne di Ravenna, dell'Italia e del mondo e le associazioni femminili e femministe, le cui finalità sono la libertà delle donne, l’autodeterminazione, la cultura dell'accoglienza, del rispetto fra i generi, della nonviolenza e della pace. Siamo pertanto disponibili a incontrare chiunque desideri confrontarsi su questi temi. Rifiutiamo e denunciamo invece azioni intimidatorie, strumentali e vigliacche come quelle che abbiamo subito. I luoghi delle donne non si toccano, così come non si tocca la libertà di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite". "Se un'immagine così offende certe donne - replicano dall'associazione Evita Peron, che ha rivendicato il gesto - vien da concludere dicendo che la verità dei fatti fa male".

Neanche l’associazione culturale San Michele Arcangelo, i Movimenti per la Vita di Ravenna e di Lugo, il Centro di aiuto alla vita di Ravenna e il Comitato “Difendiamo i nostri figli”, che nei giorni scorsi hanno sostenuto i manifesti anti-aborto apparsi in giro per il ravennate, hanno apprezzato il gesto. "La libera manifestazione del pensiero, voluta dai Padri Costituenti, deve essere espressa all’interno dei più rigorosi criteri di legalità e quindi deploriamo ogni metodo che non li rispetti - spiegano le associazioni - I nostri manifesti sono stati affissi legittimamente sulle plance pubbliche dalle associazioni pro life in seguito al pagamento delle imposte a Ravenna Entrate; diverso per quelli attaccati abusivamente alla porta della sede della Casa delle donne dall’associazione Evita Peron".

Anche la conferenza delle donne democratiche del Pd di Ravenna denuncia l’azione: "Nel ribadire che siamo aperte alla discussione sui temi sociali e politici che sottendono alla vita privata e pubblica delle donne, siamo assolutamente determinate a condannare qualsiasi atto e atteggiamento che abbia lo scopo evidente di imbavagliare le parole e gli atti delle donne e di limitare l’accesso a normative frutto di battaglie di civiltà come la legge 194 - spiegano le donne democratiche - L’amministrazione comunale di Ravenna ha fortemente sostenuto la nascita di questo luogo e lo sostiene fin dalla sua fondazione. La conferenza delle donne democratiche ribadisce che la discussione è sempre lecita se fatta nel rispetto delle forme della democrazia e del confronto civile e condanna queste forme intimidatorie, appannaggio di forze politiche che contrastano con la democrazia e la libertà di pensiero".

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