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Cronaca

Mascherine e guanti gettati a terra: "Pensiamo alla salute e all'ambiente"

E' l'appello che arriva dalla sezione ravennate di Articolo Uno - Movimento democratico e progressista, che segnala la presenza di guanti e mascherine buttati a terra

"Non gettiamo in terra mascherine e guanti di plastica e, attenzione, la fase due non è un ‘liberi tutti’". E' l'appello che arriva dalla sezione ravennate di Articolo Uno - Movimento democratico e progressista, che segnala la presenza di guanti e mascherine buttati a terra e rinvenute domenica in alcune vie e alcuni parcheggi di Ravenna, "normalmente piuttosto pulita grazie alla collaborazione tra cittadini, operatori, amministrazione comunale e gestore del servizio rifiuti" specificano.

"Siamo consapevoli di quello che la nostra comunità ha vissuto in questi mesi di diffusione della pandemia e del fatto che complessivamente abbiamo saputo reagire con serietà, meglio di altri, contribuendo a contenere la diffusione del virus - continuano da Articolo 1 - Tuttavia, alla vigilia del pieno dispiegarsi della Fase due, rivolgiamo a tutti i cittadini un caldo appello: non gettiamo a terra mascherine e guanti, ma riponiamoli nel modo giusto nei contenitori dei rifiuti Essi sono oggi dispositivi di protezione individuale importanti contro il rischio di contagio dal Coronavirus, ma vanno gestiti in modo appropriato e come indicato dalle autorità sanitarie: vanno riposti in sacchetti, che vanno chiusi e messi nella raccolta differenziata per il loro corretto smaltimento in assoluta sicurezza. Gettarli a terra significa disperdere nell'ambiente e in quantità considerevole delle ulteriori plastiche non biodegradabili che, subendo un progressivo ma solo parziale degrado, divengono microplastiche che inquinano fiumi e mari e che divengono pericolose per il ciclo della vita di tante specie animali, come ormai ampiamente confermato dalla scienza. Provocare un rischio di contagio nel caso, possibile, che siano utilizzate da un soggetto positivo, e probabilmente del tutto asintomatico, al virus e che qualcuno inavvertitamente le prenda e le tocchi".

Infine, un'ultima considerazione: "La Fase due non è il “liberi tutti”. È la fase più delicata in cui dobbiamo tornare gradualmente alle attività economiche e sociali in condizioni di massima sicurezza, regolati da precisi protocolli, in una condizione in cui il virus per fortuna circola di meno ma non è scomparso. In una fase come questa, istituzioni e autorità sanitarie hanno un ruolo importante, certo, ma forse mai come in questo momento la consapevolezza e la responsabilità individuale e collettiva dei cittadini è decisiva per vincere la sfida e tornare gradualmente alla normalità. Un appello dunque: oggi ancora di più di prima pensiamo alla salute, alla qualità delle nostre città e all'ambiente".

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