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Cronaca

Due storie difficili a lieto fine: da richiedenti asilo a sposi "in mascherina"

Juliet e Harrison, entrambi nigeriani, sono convolati a nozze in Municipio. Quella dei due giovani è una storia a lieto fine nata davanti allo sportello di Ravenna di "Avvocato di Strada"

Tantissime coppie negli ultimi mesi sono state costrette a rinviare il giorno pianificato da tanto tempo, quello più bello: il giorno del matrimonio. Le ultime stime, infatti, parlano di 17mila matrimoni annullati tra marzo e aprile e di altri 50mila in "forse" tra maggio e giugno. Ma c'è anche chi, pur con tutte le limitazioni del caso, ha deciso di non rinunciare alle nozze. Un momento molto importante, soprattutto per due persone che alle spalle hanno un passato non semplice.

Il matrimonio di Juliet e Harrison ai tempi del Coronavirus

E' il caso di Juliet e Harrison, entrambi nigeriani, che martedì mattina sono convolati a nozze in Municipio a Ravenna. Quella dei due giovani è una storia a lieto fine nata davanti allo sportello di Ravenna di "Avvocato di Strada", associazione che offre tutela legale gratuita alle persone senza fissa dimora. Juliet, infatti, era arrivata dalla Nigeria come richiedente asilo: ma la sua richiesta di accoglienza era stata respinta. La ragazza si è quindi rivolta ad Avvocato di strada, che l'ha assistita nel ricorso contro il Ministero dell'Interno arrivando poi a vincere e a ottenere il permesso di soggiorno come rifugiata. 

A Ravenna Juliet ha conosciuto Harrison, anche lui richiedente asilo. In breve tra i due è scoppiato l'amore, fino al loro matrimonio "in mascherina" a Palazzo Merlato. La cerimonia è stata officiata dall'assessore Gianandrea Baroncini, mentre a fare da testimoni - tutti rigorosamente a distanza di sicurezza e indossando le mascherine - c'erano l'ex avvocato della donna Andrea Maestri e, per lo sposo, il presidente dell'associazione di volontariato San Rocco, Antonio Fantini.

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