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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Melazzini a Ravenna presenta il documentario: "Io sono qui"

Venerdì il Centro Culturale Pier Giorgio Frassati ha organizzato presso il Palazzo dei Congressi a Ravenna la presentazione del documentario “Io sono qui".

Venerdì il Centro Culturale Pier Giorgio Frassati in collaborazione con l’Associazione Scienza&Vita e con Medicina e Persona ha organizzato presso il Palazzo dei Congressi a Ravenna la presentazione del documentario “Io sono qui. Sette giorni di appunti dalla vita di Mario Melazzini (Medico – Malato – Uomo)” che racconta sette giorni della vita di Mario Melazzini, direttore di “Nemo” centro clinico all’avanguardia per le malattie neuro-degenerative presso l’ospedale Niguarda a Milano”, ed egli stesso malato di SLA dal 2002. Melazzini è stato nominato Assessore alla Sanità nella nuova giunta lombarda.

Alla presentazione sono intervenuti lo stesso Mario Melazzini e il regista del documentario Emmanuel Exitu e a loro la prof. Monica Fabbri, Presidente del Centro Culturale Frassati, ha rivolto alcune domande prima della proiezione. L’incontro è stato coinvolgente e toccante: il dottor Melazzini, pur essendo affaticato da una lunga giornata lavorativa, ha desiderato fortemente partecipare alla serata ed è partito da Milano alle 18.

Infatti, alla domanda sulle ragioni della sua presenza, egli ha rimarcato più volte che ciò che lo spinge è soprattutto una battaglia educativa e culturale: vale la pena vivere fino in fondo perché la vita è bella e il cuore dell’uomo desidera toccare sempre una presenza che lo appaghi fino in fondo. Tutti hanno il diritto di gustare questa bellezza. Della sua malattia non ha nascosto nulla e il documentario poi ha fatto il resoconto di una quotidianità che si è dovuto ricostruire, “riprogrammare” come lui stesso ha detto.

Exitu, dal canto suo, ha risposto sui motivi che lo hanno spinto a documentare l’esistenza di un malato di sla, mettendo in evidenza la provocazione di Melazzini, un uomo che cerca di di essere contento fino in fondo al di là dei disagi e che di “inguaribile” ha solo la sua voglia di vivere. Al termine dell’incontro il regista Emmanuel Exitu ci ha concesso una breve intervista.

Che esperienza è stata venire qui a Ravenna?
Exitu: è stato molto bello, Mario si è lanciato come non gli ho mai visto fare. Ultimamente è stato male e non è potuto intervenire a Parma, Ferrara e Trieste, ma non qua. Ci teneva un sacco a venire a Ravenna, non so perché, pensavo che oggi stesse a casa ed invece è venuto, questo mi ha molto colpito; l’evento vero della serata è stato vedere lui che ha preso da Milano alle 18.00, ha fatto quasi 3 ore di viaggio, ha parlato quaranta minuti e poi è ritornato a Milano. Questo è stato veramente sorprendente per me.

Cos’è che ti lega a Melazzini?
Exitu: a me piace perché lui è balzato agli onori della cronaca sulla questione di Welby, e i giornalisti lo usavano diciamo come l’anti-Welby. La prima volta che l’ho visto in TV ho sentito ringraziare il dottor Melazzini, mi aveva incuriosito perché pensavo avesse una bella faccia, mi sembrava un bel tipo. Allora dopo sono andato a cercare chi era questo Melazzini. Mi piaceva, come tipo è una persona esigente, puntigliosa, anche rompiscatole a volte violento. Nel documentario volevo che si vedesse che lui non è un eroe ma appunto un testimone di una speranza vera, reale. Perché quando si è accorto che la realtà è bella, questo è stato il suo punto di rimbalzo. C’è stato quel giorno in cui lui si è accorto della montagna, è questo l’unico motivo per cui ho fatto il documentario. Sono molto orgoglioso di come questo punto è emerso perché lui si è accorto che quella montagna che guardava e che lui conosceva e scalava, si è accorto che è bella, bella punto!

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