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Cronaca

Cosa c'è sotto i nostri piedi? Svelati i misteri della "Ravenna segreta"

I mosaici di un'antica domus romana raccontano il "passato fluviale" di Ravenna. Gli scavi di piazza Anita Garibaldi e piazza Andrea Costa aggiornano la storia della città

Ravenna è una città delle acque. L'acqua del mare, certamente, ma anche l'acqua dei fiumi: quelli noti e quelli nascosti o dimenticati. Una storia che era caduta nell'oblio, ma che torna a vivere grazie agli scavi archeologici e a un particolare 'Genio delle Acque'.

Il percorso

Tutta inizia nel 2009, quando Herambiente inizia i lavori per due aree ecologiche nelle piazze Anita Garibaldi e Andrea Costa. Sono due postazioni che si sviluppano sottoterra, per rispettare il centro storico. Ma come spesso succede a Ravenna (vedi per esempio piazza Kennedy) scavando s'impara. S'impara che in entrambe le piazze ci sono reperti antichissimi e perfino i resti di una domus che risale al II secolo d.c. Qui comincia un lungo percorso di scavo e quindi di recupero dei materiali ritrovati. Questi lavori continuano fino al 2012 quando viene completato lo strappo del mosaico pavimentale della domus, dove compare un volto barbuto rappresentante un genio fluviale, oggi meglio conosciuto come Genio delle Acque. Nel 2014 il estauro dei mosaici è completato e viene così inaugurata l'esposizione al Museo Tamo. Ma è nel 2018 che il cammino si conclude, con lo studio e la pubblicazione del volume “Il Genio delle acque, scavi nelle piazze di Ravenna”.

La Ravenna sotterranea: tra fiumi e palazzi

E ora la domanda nasce spontanea: cosa c'è sotto i nostri piedi? Nell'area compresa fra le due piazze scorrevano un tempo i fiumi Padenna e Flumisellum. Oggi questi antichi corsi sono interrati, assicurano le curatrici del libro, Chiara Guarnieri e Giovanna Montevecchi. Ma oltre alla domus di piazza Anita Garibaldi e ai resti degli edifici scovati in piazza Andrea Costa cosa c'è? Molto altro, confermano ancora le studiose. Innanzitutto il Palazzo imperiale, la cui ubicazione è ancora ignota. E sicuramente c'è tanto ancora da aspettarsi dato che quella era un'antica area palaziale. Ed è interessante scoprire che la stessa domus che sorgeva vicino all'attuale Liceo Classico abbia resistito fino al VII secolo quando, infine, un incendio l'ha portata all'abbandono.

Herambiente: "Imprevisti non infrequenti"

Come si diceva, la scoperta è stata fatta dai tecnici del gruppo Hera. "Un imprevisto non infrequente", spiega il presidente di Herambiente Filippo Brandolini. In effetti questo non è il primo ritrovamento storico degli operatori del gruppo Hera: già un orcio in terracotta fu rinvenuto in via D'Azeglio a Ravenna, a Forlì una necropoli e a Cesena una villa romana. Da far notare anche l'impegno di Herambiente nel seguire i lavori e investire sul progetto, dagli scavi fino alla pubblicazione del volume.

Un'opportunità per la città

"Questo è il compimento di un percorso virtuoso iniziato diversi anni fa" sintetizza l'assessore alla Cultura Elsa Signorino, che aggiunge: "Lavorando insieme è possibile conseguire risultati importanti". La soddisfazione arriva anche dal presidente di RavennAntica Giuseppe Sassatelli che evidenzia come questo percorso "rappresenti un'opportunità per la storia della città e per la sua valorizzaione". Ed è ancora Sassatelli a spronare soggetti pubblici e privati a "fare rete" per promuovere la cultura ravennate.

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