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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il negozio di dischi "sopravvissuto" compie 20 anni: "Qui non troverete mai il commerciale"

Ha ancora senso gestire un negozio di dischi nel 2017? È possibile riuscire a "sopravvivere" vendendo album e vinili? Ce lo spiega Marcello, che da vent'anni gestisce un negozio di dischi nel centro storico della città

Ha ancora senso gestire un negozio di dischi nel 2017? È possibile riuscire a "sopravvivere" vendendo album e vinili? Sembra sia così per "Rok", il negozio di dischi (l'unico in città) di via 4 novembre che festeggia quest'anno il ventennio dell'apertura. "Certo, se fosse solo per i ravennati avrei già chiuso da un pezzo - racconta Marcello, che nel 1997 ha fondato il negozio - A Ravenna la gente è molto chiusa, è poco ricettiva e tende a "uniformarsi" agli altri, fa fatica a uscire dagli schemi e a sperimentare. E questo, per un negozio come il mio che tratta solo musica ricercata e non quella commerciale, è un po' un problema".

Marcello aveva solo 22 anni quando ha aperto il negozio, il primo anno in via Baccarina (a due passi dalla biblioteca Classense), poi per undici anni in via Santi Muratori, di fianco a piazza del Popolo. "A quei tempi andavo spesso in discoteca e ascoltavo molta elettronica, ero appassionato di musica ma molto inesperto. Poi piano piano ho iniziato a scoprire nuovi generi musicali e ad appassionarmi a musica più "sosfiticata", come il jazz o la classica, ma anche ai cantautori come Fabrizio De Andrè, il mio preferito. Però sono sincero: non mi è mai piaciuto il rock. Anche negli anni '90, con l'emergere prima del grunge, poi di quel rock misto a brit-pop come gli Oasis, non sono mai riuscito ad ascoltarlo". Il Rok si trova su una delle vie del centro più trafficate da turisti e cittadini, tuttavia è un luogo molto intimo. Per entrare si passa attraverso un piccolo corridoio nascosto dietro una porta verde: sui due lati sono esposti diversi cd che conducono a una romantica corte interna, circondata dalle pareti del locale. "Il mio è un negozio di nicchia: sono molto specializzato, vendo dischi non pubblicizzati. Se entri e mi chiedi l'ultimo di Ligabue, per esempio, non lo troverai mai. Però naturalmente su ordinazione vendo tutto, anche i cd più commerciali, altrimenti diventerebbe difficile tirare avanti. Comunque credo di essere stato l'unico a Ravenna a sopravvivere alla "crisi del disco" anche grazie ai clienti fuori città. Più o meno la metà della mia clientela viene da fuori per scoprire nuovi artisti oppure consulta il mio sito e si fa spedire album e vinili".

I clienti di Marcello variano dai 18 anni fino ad arrivare ai 75. "Il cliente medio è quello di mezza età, ma ci sono anche molti giovani e qualcuno più "âgée". I ragazzi comprano soprattutto classici del rock, da Jimi Hendrix ai Led Zeppelin passando per i Deep Purple, per il resto invece vendo perlopiù jazz, blues, musica classica o d'avanguardia. Mi tengo sempre aggiornato sfogliando "The Wire" o "Blow Up", due importanti riviste musicali. Una cosa che proprio non troverete mai nel mio negozio, invece, sono le raccolte: credo che i singoli album rappresentino meglio l'artista, le raccolte sono scelte commerciali delle case di produzione".

Il negoziante si lamenta di come la città di Ravenna gestisca l'aspetto musicale. "Abbiamo un conservatorio terribile, nonostante ogni anno ci sia un'evento importante come il Ravenna Festival. Anche a concerti non siamo messi bene: al Bronson si esibiscono spesso artisti bravissimi, ma la sala è vuota e quei pochi che ci sono vengono da fuori". Tuttavia Marcello non sembra essere preoccupato per il futuro del suo settore. "È vero, di cd se ne vendono molti meno rispetto a prima, ma si vendono: non credo che il disco morirà. Inoltre il vinile è tornato "prepotentemente" alla ribalta, anche tra i giovani. Se tornassi indietro riaprirei il Rok? Certo, rifarei tutto da capo: è la mia vita".

Rok, il negozio di dischi di via 4 novembre

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