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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Faenza

Nomadi, chiudono i grandi campi: la Regione finanzia il progetto faentino

I progetti presentati dai Comuni e dalle Unioni riguardano la realizzazione di micro-aree familiari pubbliche, anche attraverso l'acquisto di terreni nell'ambito del territorio comunale

L’obiettivo è quello di superare i campi nomadi di grandi dimensioni. L’alternativa, proposta dalla Regione Emilia Romagna, è quella di creare microaree pubbliche e private, queste ultime autofinanziate dai nuclei che si insediano, o agevolare la scelta di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato o quelli popolari in presenza dei requisiti). Dei nove progetti che vanno nella direzione indicata dalla Regione Emilia-Romagna, tra quelli finanziati c'è anche quello presentato dall’Unione di Comuni della Romagna Faentina. Il bando approvato dalla Giunta (per un investimento di un milione di euro), attua la legge regionale sull’inclusione sociale di Rom e Sinti.

“Come avevamo deciso a inizio mandato, con questo ultimo finanziamento regionale, legato alla legge sui Rom e Sinti abbiamo inteso promuovere il superamento dei grandi campi e, laddove possibile, il trasferimento di queste comunità in aree molto piccole oppure in abitazioni, così come alcuni comuni hanno già cominciato a fare - commenta così la vicepresidente e assessore al welfare, Elisabetta Gualmini, il provvedimento della Giunta -. Auspichiamo davvero di diminuire le tensioni e il degrado che spesso si accompagnano ai grandi campi e di favorire situazioni di abitazione gestibili, in cui i costi e i doveri di manutenzione sono interamente nelle mani degli abitanti".

I progetti presentati dai Comuni e dalle Unioni riguardano la realizzazione di micro-aree familiari pubbliche, anche attraverso l’acquisto di terreni nell’ambito del territorio comunale, o interventi volti all’adeguamento delle microaree già esistenti: per queste azioni la Regione ha messo a disposizione 700 mila euro in conto capitale. Altri 300 mila euro sono invece previsti per gli interventi in spesa corrente quali il supporto economico per l’accesso o la gestione delle nuove soluzioni abitative, la mediazione sociale e dei conflitti, forme di sostegno sociale ed educativo dei nuclei familiari Rom e Sinti interessati dalle transizioni (ad esempio la scolarizzazione, la formazione professionale, l’inserimento lavorativo). Ogni progetto ammesso a contributo viene finanziato per l’80% del costo complessivo, con un limite di 250 mila euro per gli interventi in conto capitale e di 70 mila euro per gli interventi di spesa corrente.

"Sicuramente nel caso di Faenza lo scopo di questo progetto è la continuazione della politica intrapresa dall’amministrazione manfreda nell'assegnazione di case alle famiglie rom - attacca il consigliere regionale della Lega, Andrea Liverani -. Mi preme sottolineare che ogni progetto ammesso a contributo viene finanziato all’ 80% dalla Regione ed il restante sarà a carico dei faentini, anche se la richiesta viene fatta in conto e per nome dell’Unione della Romagna faentina. Siamo curiosi di sapere se questi fondi siano indirizzati solo alle soluzioni abitative oppure comprendono anche  la scolarizzazione, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo. La Regione ed il Comune di Faenza, non dimentichiamo ambedue a guida Pd, non riescono a trovare fondi e soluzioni adeguate per riattivare un servizio primario per i bambini faentini, come nel caso della pediatria, ma quando si tratta di riempire le tasche di associazioni, alle quali quasi certamente l’Amministrazione manfreda affiderà la questione rom, le risorse economiche ci sono ed anche in misura rilevante".

continua nella pagina successiva =====> IL COMMENTO DELLA LEGA

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