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Cronaca

Nott de Bisò, presentati i nuovi servizi in ceramica

Mentre la macchina organizzativa rionale e comunale sta definendo gli ultimi dettagli del programma della 'Nott de Bisò', la tradizionale manifestazione che si tiene ogni anno il 5 gennaio

Mentre la macchina organizzativa rionale e comunale sta definendo gli ultimi dettagli del programma della 'Nott de Bisò', la tradizionale manifestazione che si tiene ogni anno il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, in piazza del Popolo, sono già pronti i “gotti” per l’edizione di quest’anno. I servizi completi (sei bicchieri, con gli stemmi dei cinque Rioni più quello comunale, e la brocca) della nuova serie dei gotti 2012 sono esposti e anche in vendita nelle cinque sedi rionali.

I servizi si possono inoltre vedere nelle vetrine di molti negozi della città. Il singolo gotto e la brocca si potranno invece acquistare solamente durante la Nott de Bisò, il 5 gennaio 2013, negli stand rionali in piazza del Popolo.  I prezzi sono i seguenti: il servizio completo (brocca e sei gotti) costa 110 euro; durante la Nott de Bisò la brocca si può acquistare a 50 euro, mentre il singolo gotto a 12 euro.

La decorazione scelta per i gotti 2012 dal Comitato Palio, con la collaborazione di Carmen Ravanelli Guidotti, conservatrice del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, e del ceramista Luciano Sangiorgi, è quella del “giardino con vaso e colonna spezzata”. Questo motivo si caratterizza per una notevole vivacità descrittiva, ispirata con grazia sia alle porcellane estremo-orientali sia a modelli di stampe esotiche, che in Italia alimentavano la “cineseria” nella arti applicate.

Tuttavia “il giardino” a Faenza include nel suo repertorio anche motivi tipicamente occidentali come il tronco di colonna e il vaso ad anfora colmo di “fiori tedeschi”, di matrice classica inserito in un paesaggio ideale che lascia campo a mazzetti di fiori e insetti tipici del vasellame a gran fuoco, prodotto soprattutto dalla Fabbrica Ferniani.

Cronologicamente il “giardino” si concentra nella seconda metà del ‘700, anche se esso è già presente nel repertorio del “Pittore del 1740”, anonimo maestro che nella sua inconfondibile maniera lo arricchisce di deliziose scenette campestri in cui figurano, appena abbozzati solo col colore, animali domestici e contadini. Tra le fogge dei vasellami decorati a “giardino” domina il piatto apodo, a tesa sagomata o liscia.

Seguono i vassoi ovali e con bordo sagomato, la coppa baccellata e l’alzata (o presentatoio); sono inoltre documentati vistosi vassoi di grandi dimensioni, nei quali non viene comunque a mancare l’equilibrio compositivo e la vivace freschezza, proprie della riproduzione di un ambiente naturalmente piacevole quale è il giardino.  Tra le forme chiuse si documentano caffettiere slanciate e con coperchio a cuffia, chicchere con piattino, teiere con corpo basso e manico a voluta, zuppiere con coperchio “a testuggine”, zuccheriere, salsiere a barchetta, qualche raro “bourdaloue” e vasi da farmacia.
Molte opere presenti in raccolte pubbliche e private testimoniano del favore incontrato con questa tematica così gaia e arcadica, dove il mazzo di fiori sembra precedere il cosiddetto motivo “a fiorazzo”.

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