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Cronaca

Omicidio Ballestri, aggressione inaudita durata 40 minuti. Le impronte insanguinate? "Sono di Cagnoni"

Nel frattempo la domestica che rischiava l'imputazione per falsa testimonianza ha riconosciuto la sua voce nella telefonata intercorsa tra lei e la madre di Matteo Cagnoni

Aveva lasciato tutta l'aula di Corte d'Assise a bocca aperta quando, ascoltando la telefonata intercorsa tra lei e l'amica Vanna Costa - madre di Matteo Cagnoni - aveva negato di riconoscere la sua stessa voce, cosa che a fine interrogatorio le era costata la trasmissione degli atti per falsa testimonianza alla Procura. Poi, durante l'ultima udienza, aveva di nuovo stupito tutti quando era stato annunciato che la donna aveva chiesto di poter ritrattare la sua deposizione. Venerdì, dunque, il riascolto di Adriana Ricci, 80enne che si occupava delle pulizie nella villa di via Padre Genocchi dove è stato ritrovato il cadavere di Giulia Ballestri, era molto atteso: ma il pubblico presente in aula è rimasto 'deluso', in quanto il legale della donna (che ha rifiutato l'offerta ricevuta dalla madre di Cagnoni di 'prestarle' il loro avvocato) non avrebbe potuto essere presente in aula. La signora Ricci, dunque, è stata ascoltata giovedì dalla Squadra Mobile, a cui avrebbe spiegato di riconoscere quella che effettivamente era la sua voce nell'intercettazione telefonica. La donna dovrà poi ripetere le stesse cose in aula per far sì che decada ufficialmente l'imputazione per falsa testimonianza.

L'amico di Matteo: "Era affranto per via dei problemi con la moglie"

Il primo a prendere parola durante la diciassettesima udienza del processo a Matteo Cagnoni, il dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016, è Nicola Ramponi, medico fiorentino e amico dell'imputato dai tempi dell'Università. Il presidente della Corte Corrado Schiaretti sembra molto interessato alle parole del testimone, a cui rivolge diverse domande. Ramponi racconta che mercoledì 14 settembre (due giorni prima dell'omicidio) aveva sentito l'amico al telefono, che gli avrebbe raccontato di avere dei problemi con la moglie, dalla quale si stava separando e che aveva scoperto avere un amante. Sabato 17, il giorno dopo la morte di Giulia, Matteo si recò a cena insieme ai tre figli a casa dell'amico: "Quella sera ero stanco, ma non me la sentii di dirgli di no perchè mercoledì al telefono lo avevo sentito un po' scosso - spiega Ramponi - Durante la cena mi raccontò che era molto giù per la situazione che stava vivendo: era affranto, ma non notai particolari nervosismi. Fumò una sigaretta, questo sì, anche se in teoria aveva smesso di farlo". "Le disse che a Ravenna tutti stavano cercando Giulia, che sembrava sparita nel nulla?", domanda Schiaretti. "Assolutamente no", conclude il medico. L'avvocato della difesa Giovanni Trombini chiede poi se, durante quella cena, avesse notato lividi, graffi o lesioni sul corpo di Matteo: "Nessun segno", risponde deciso Ramponi. La sua deposizione si chiude con un abbraccio tra i due amici di sempre concesso dalla Corte, e con Ramponi si conclude - dopo l'audizione di quasi 80 testimoni - l'istruttoria della pubblica accusa.

>>IL VIDEO: Cagnoni ha un malore durante il video del ritrovamento del cadavere<<

Il medico: "Un omicidio che mi fa rabbrividire"

E' il turno quindi del consulente tecnico della famiglia Ballestri Roberto Nannini, medico anatomopatologo che da anni collabora con diverse Procure e che vanta un 'curriculum' di oltre 400 consulenze per casi di omicidi. L'uomo concorda con quanto riferito nelle scorse udienze dai consulenti del pubblico ministero su orari, modi e motivi della morte di Giulia: il bastone e lo spigolo del muro sarebbero compatibili con la morte della vittima, la cui aggressione sarebbe durata tra i 30 e i 40 minuti, "un'eternità", spiega il medico ricostruendo dettagliatamente l'ipotetico omicidio in base ai dati raccolti. "Su tutti e tre i piani della villa di via Padre Genocchi è successo qualcosa - spiega Nannini - Le prime lesioni sono quelle posteriori del cranio, e il tipo e la sede di queste lesioni sono compatibili con un bastone di legno, in quella che sembrerebbe un'aggressione a sorpresa; lei ha tentato di fuggire, ma l'omicida l'ha afferrata e le ha sferrato due calci da sdraiata, fratturandole tre costole. Giulia potrebbe aver perso conoscenza in certi momenti, come ad esempio durante il trascinamento giù per le scale dal ballatoio al salotto, piano in cui è difficile ricostruire cosa possa essere successo: qui potrebbe essere stata spogliata, visto che sulla schiena del cadavere nudo venne trovata incollata una trappola per topi adesiva come quelle che solitamente vengono utilizzate nelle cantine (quindi Giulia sarebbe giunta in cantina già priva di vestiti, ndr). Poi, però, si sarebbe ripresa: nello scantinato, infatti, sono visibili alcune sue impronte a piede nudo. Sarebbe quindi riuscita ad alzarsi e avrebbe ancora potuto salvarsi: ma l'aggressore l'avrebbe di nuovo spinta a terra per poi strattonarla per i capelli e compiere l'atto finale, estremamente violento, sbattendole ripetutamente testa e viso contro lo spigolo del muro. Da quei colpi, sarebbero passati almeno 15 minuti prima che Giulia morisse. Una violenza che mi fa rabbrividire, una sofferenza quasi indicibile", spiega a bassa voce l'uomo. "Credo che questo sia il pensiero di tutti", chiosa  tristemente l'avvocato della famiglia Ballestri Giovanni Scudellari. Trombini cerca poi di capire se potrebbe esserci stato un contatto tra l'aggressore e la vittima: se così fosse, infatti, si potrebbe pensare che il Dna dell'uomo ignoto trovato sotto le unghie di Giulia potrebbe essere quello di un assassino sconosciuto. "Giulia aveva diverse lesioni da difesa passiva su braccia, polsi e mani, ma non c'erano lesioni sulle unghie, cosa che avviene in questi casi durante la difesa - spiega Nannini - L'unico contatto tra i due che posso ipotizzare è stato l'afferramento di Giulia per i piedi da parte del suo aguzzino e il conseguente trascinamento e presa per i capelli".

>>IL VIDEO: Bufera in aula, Cagnoni offende la mamma della vittima<<

Il consulente della criminalistica forense: "Non ci sono dubbi: le impronte sono di Cagnoni"

Infine la parola passa a Salvatore Musio, consulente giudiziario nella criminalistica forense incaricato anch'egli dalla famiglia Ballestri: l'uomo spiega di avere esaminato le immagini digitali delle ormai celebri impronte "palmare muro" e "palmare frigo", ma anche una "pollice muro" di una mano destra. "La qualità delle prime due impronte è rarissima da trovare in un'indagine per omicidio - spiega Musio, dimostrando di concordare con i risultati ottenuti dalla Polizia scientifica - Nella palmare muro ho trovato 26 corrispondenze tra l'impronta e la mano di Matteo Cagnoni, sulla palmare frigo 20 (sulla pollice muro, invece, 13). Questo mi porta ad attribuire una certezza di tipo giuridico almeno alle prime due impronte: appartengono a Cagnoni". Come aveva già spiegato durante una delle scorse udienze Enrico Filippini, della Polizia scientifica di Bologna, per attribuire tale certezza sono necessarie 16 corrispondenze tra le due impronte, mentre in questi due casi le minuzie sarebbero addirittura di più. "E dovete pensare che la prassi italiana ne richiede 16, ma ad esempio in Svizzera ne bastano otto - conclude Musio - In 120 anni di dattiloscopia non sono mai state trovate due impronte uguali".

Durante la prossima udienza di venerdì 23 marzo verrà finalmente ascoltato l'imputato Matteo Cagnoni, che risponderà alle domande dell'accusa, della difesa, delle parti civili e della Corte stessa.

La prima udienza - Cagnoni in aula. La difesa: "Il processo va spostato da Ravenna"

La seconda udienza - Ammesse tutte le prove. Accusa e difesa chiedono oltre 200 testimoni

La terza udienza - Parla la migliore amica: "Matteo sempre più ossessivo, avevo paura per lei"

La quarta udienza - L'amante di Giulia: "Le diceva che presto l'avrebbe lasciata libera"

La quinta udienza - L'amico di Giulia: "Il marito le diceva 'Ti distruggo'"

La sesta udienza - Il dermatologo ha un malore durante il video del ritrovamento del cadavere

La settima udienza - Frase shock della madre di Cagnoni: "Matteo l'ha fatta grossa"

L'ottava udienza - Caos in aula al processo: Cagnoni offende la madre di Giulia, il fratello reagisce - IL VIDEO

La nona udienza - L'agente di Polizia amico di Cagnoni: "Tradì Giulia, diceva che le donne dovevano stare in casa"

La decima udienza - Cagnoni cedette al fratello ville e studi milionari per una cifra irrisoria: perchè?

L'undicesima udienza - "La madre di Cagnoni disse che Giulia era stata uccisa, ma ancora non poteva saperlo"

La dodicesima udienza - Colpi di scena: la madre non si presenta, l'amica nega la telefonata registrata - Il padre: "Mio figlio era tranquillo, come se 'giustizia fosse stata fatta'"

La tredicesima udienza - Sms shock di Stefano Cagnoni: "Mio fratello è l'assassino di Ravenna"

La quattordicesima udienza - Lo psicoterapeuta: "Giulia acquisiva autonomia, Matteo bloccò la terapia"

La quindicesima udienza - "Quel bastone non fu preso nella villa del delitto". La prova della premeditazione?

Il maltempo fa slittare la sedicesima udienza: la Corte respinge la richiesta per i domiciliari

La sedicesima udienza - Sul bastone il Dna di Cagnoni: ma sotto le unghie di Giulia quello di un altro

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