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Cronaca

Uccise il figlio a coltellate per poi infierire con un'ascia: condannato a 16 anni

La Procura bizantina ne aveva chiesti 30, poichè erano state contestate le aggravanti della crudeltà dell'aver agito su un discendente, della premeditazione e della minorata difesa

Il 28 agosto del 2013, al culmine dell'ennesima lite, aveva ucciso il figlio 36enne a coltellate. Quindi aveva infierito con un'ascia sul capo della vittima. Giuseppe Paolino, 73 anni, è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari di Ravenna Rossella Matieria a 16 anni di reclusione. La Procura bizantina ne aveva chiesti 30, poichè erano state contestate le aggravanti della crudeltà dell'aver agito su un discendente, della premeditazione e della minorata difesa. Era emerso infatti che la vittima, Nunzio Paolino, aveva un tasso alcolemico di 2,69 grammi per litro.

Il giudice ha però considerato le aggravanti contestate equivalenti alle attenuanti generiche ricalcolando la pena finale. Secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero Angela Scorza, all'origine dell'ultima lite vi era la volonta' del padre di tornare a prendere in casa il figlio minore che abita a Milano (uno dei nove avuti da due diverse donne, entrambe già defunte) nonostante il parere contrario di Nunzio, il quale peraltro aveva gia' cacciato una volta il fratellastro da Sant'Alberto.

Il 73enne inoltre aveva lamentato il fatto di essere stato piu' volte picchiato dal 36enne che non lavorava, che beveva e che gli chiedeva soldi. Quando il 28 agosto del 2013 il figlio aveva iniziato a spaccare le suppellettili, il 73enne reag' accoltellandolo per poi chiamare la figlia Cira, la prima arrivata dalla vicina Savarna sulla scena del delitto.

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