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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

A Piangipane commemorati i soldati della Brigata ebraica caduti

Mingozzi ha ringraziato i rappresentati dello stato di Israele, il presidente dell'unione delle comunità ebraiche in Italia, Renzo Gattegna, presente assieme al prefetto Fulvio Della Rocca, le famiglie dei caduti della Brigata ebraica e la rappresentanza delle forze armate della Polonia

Si è tenuta venerdì mattina cimitero di Piangipane la cerimonia di commemorazione dei soldati della Brigata ebraica caduti durante la seconda guerra mondiale per la liberazione di Ravenna, in particolare nella battaglia sul fiume Senio. Dopo lo schieramento dei militari dell’esercito israeliano, la lettura dei salmi e l’intervento dei rappresentanti delle forze armate israeliane, hanno preso la parola l’Ambasciatore dello stato di Israele in Italia Naor Gilon, il direttore del Ministero della Difesa Aryeh Muallem, il colonnello Shai Avramson e il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi.

Mingozzi ha ringraziato i rappresentati dello stato di Israele, il presidente dell’unione delle comunità ebraiche in Italia, Renzo Gattegna, presente assieme al prefetto Fulvio Della Rocca, le famiglie dei caduti della Brigata ebraica e la rappresentanza delle forze armate della Polonia. “Per la liberazione di Ravenna – ha affermato il vicesindaco Giannantonio Mingozzi - ebbe un grande ruolo la Brigata ebraica composta tutta di giovani volontari, 33 dei quali caddero sul fronte, e i loro nomi sono scritti nelle lapidi del cimitero alleato di Piangipane, assieme a inglesi, canadesi, indiani, neozelandesi, sudafricani e australiani".

"Ravenna sarà sempre grata al popolo di Israele per il sacrificio compiuto dai tanti militari ebrei che per quasi sei mesi, tra il ’44 e ’45, combatterono sulla linea gotica - ha aggiunto Mingozzi -. I soldati provenienti da tante nazioni contribuirono alla liberazione di Ravenna dal nazifascismo: ognuno di quei soldati stranieri portava con sé lingue, cultura, religioni e usanze diverse ma, assieme ai partigiani, seppero costruire un’unica realtà militare e civile cui dobbiamo la libertà".

"Lo dico oggi quando in tante parti del mondo fanatismi, mancanza di rispetto per la vita umana e per l’autodeterminazione dei popoli, ci fanno ricordare come l’esempio della liberazione d’Italia sia stato un risultato della solidarietà - ha concluso il vicesindaco -. La libertà dei popoli è il valore più alto a cui l’umanità oggi deve dedicare il proprio sforzo: dalla comunità europea ai principali paesi del mondo intero. Ieri come oggi, non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad atti obbrobriosi e crudeli che annullano la stessa ragione umana come già accadde nel corso della prima e della seconda guerra mondiale. A questi atti la comunità civile deve reagire ritrovando quei comuni intenti e quello spirito d’insieme che consentì all’Europa di liberarsi dal giogo del nazifascismo”.

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