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Cronaca

Ponte mobile, scoperte le cause del blocco: un'errata chiusura delle valvole

E' quanto chiariscono il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, e il presidente dell'autorità portuale, Galliano di Marco, dopo i controlli svolti tra lunedì e martedì

La mancata apertura del ponte domenica durante la manifestazione dedicata alla Darsena? La causa è da ricondurre all’erronea chiusura delle valvole a sfera di intercettazione sulle due mandate principali del ramo a monte fra le pompe e l’impianto oleodinamico per la movimentazione delle ante. E' quanto chiariscono il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, e il presidente dell'autorità portuale, Galliano di Marco, dopo i controlli svolti tra lunedì e martedì. "Le valvole - aggiungono -, ordinariamente aperte, erano chiuse e dunque non hanno consentito l’apertura del ponte che non ha posto alcun problema nelle prove di apertura e chiusura". "I lavori compiuti dalla Ditta Nord Elettrica di Fusignano nel luglio scorso, in occasione dei quali il ponte è stato aperto e chiuso per 10 volte, sono stati correttamente eseguiti", affermano Matteucci e Di Marco.

Prove tecniche al ponte mobile (foto di Massimo Argnani)

Insomma, "il problema della mancata apertura del ponte è riconducibile a due valvole che non erano nella posizione in cui avrebbero dovuto essere. Il ponte si apre e si chiude a riprova del fatto che i lavori eseguiti lo hanno reso funzionante. Domenica mattina il personale presente non ha pensato che potesse trattarsi di quello, dando per scontato che le valvole fossero nella posizione corretta. Peraltro tali valvole si trovano nella cabina lato via Trieste mentre il personale lavorava sul software della centrale di comando nella cabina lato via dell’Industrie". "Si è trattato, purtroppo, di un problema tecnico non addebitabile alla struttura del ponte che, come dimostra l’apertura di lunedì sera, gode di buona salute - chiosano Matteucci e Di Marco -. La natura esatta del problema tecnico,se errore umano o anche altro, e' in via di accertamento. Vogliamo ribadire che, qualora Autorita' Portuale avesse affidato, come da programma, il contratto di gestione ad Azimut SpA, in data 12 luglio (esattamente una settimana prima della conclusione dei lavori eseguiti dalla Nord Elettrica), tutto ciò non sarebbe successo".

"Sono a tutti noti i motivi per i quali ciò non è stato fatto - proseguono - l’Autorità Portuale di Ravenna, per eccesso di diligenza, ha verificato tutte le questioni sollevate nell’esposto del 24 giugno scorso dal consigliere Ancisi alla Autorità Nazionale Anticorruzione (ex AVCP) dalla quale a tutt’oggi non si è avuta alcuna comunicazione. Alla luce di quanto accaduto e visto il parere ricevuto dall’Avvocatura di Stato di Bologna che non rileva nulla in relazione alla procedura di gara esperita, riteniamo che, senza ulteriore indugio, sia opportuno e necessario stipulare il contratto con Azimut per la gestione del ponte. E’ indubbio, infatti, che molti dei problemi che hanno interessato il ponte in passato non si sarebbero verificati se vi fosse stato un gestore che avesse tenuto monitorato lo stato dell’infrastruttura e ne avesse verificato periodicamente il regolare funzionamento. Questo sarà da ora in poi, ciò che farà Azimut, con il controllo continuo dell’Autorità Portuale, in piena intesa con il Comune. Ribadiamo il nostro dispiacere per il grave disagio subito dai cittadini domenica".

Di Marco non esclude la pista di un possibile sabotaggio. "Non ci sono segni di effrazione- aggiunge Di Marco- e i gabbiotti sono controllati. Ma si tratta di un obiettivo sensibile", per cui "non e' esclusa la denuncia contro ignoti", mentre sono state gia' "riazzerate tutte le password". Sul posto domenica era presente Di Marco, assieme ai tecnici della Nordelettrica incaricati dell'apertura, ma "nel gabbiotto sbagliato", quello del software, ed e' stato lui a bloccare le operazioni impedendo, spiega, un guasto a quel punto altamente probabile. Quanto alle polemiche, Di Marco ha aggiunto che il ponte mobile garantisce un risparmio per i ravennati di 7 milioni di euro all'anno di pedaggio, senza dimenticare la benzina e l'anidride carbonica. Dunque "non c'e' stato alcun danno erariale o sperpero di denaro pubblico".

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