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Cronaca

Donne in carne umiliate su Facebook: denunce reciproche tra la Lucarelli e la mamma ravennate

Cristina, mamma ravennate, era finita nell'occhio del ciclone per aver pubblicato una foto sul suo profilo Facebook con una frase diventata virale dopo essere stata condivisa e criticata dalla blogger Selvaggia Lucarelli

Botta e risposta di denunce e controdenunce. Sono passati quasi quattro mesi da quando a Ravenna è esploso il caso mediatico che ha fatto discutere mezza Italia, quando Cristina, mamma ravennate, era finita nell'occhio del ciclone per aver pubblicato una foto - o meglio, un "selfie" - sul suo profilo Facebook con una frase diventata virale dopo essere stata condivisa e criticata dalla blogger Selvaggia Lucarelli. Nello sfondo della foto, insieme a lei, erano infatti immortalate ignare anche alcune donne di schiena, alcune ritenute in carne e "poco curate", madri di altri bambini della scuola. Il commento che spiegava quello scatto aveva fatto andare su tutte le furie la Lucarelli. La donna, infatti, invitava le altre madri (visibilmente più robuste di lei) a iniziare una sorta di programma di bellezza-dimagrante (promosso in molti altri suoi post) "perchè i vostri mariti si girano a guardare altre mamme ben più curate". Insomma, nella critica della Lucarelli una donna che umilia altre donne sull'aspetto fisico.

Dopo il post nel mirino della Lucarelli: "Ho sbagliato, perdonatemi. Ho già perso tutto"

La denuncia

A mesi di distanza, dopo essere stata licenziata dal suo lavoro e "messa alla gogna" per quello che, a tutti gli effetti, Cristina ha riconosciuto essere stato un errore, la ravennate ha deciso di sporgere denuncia per stalking e calunnia nei confronti della blogger, presumibilmente ritenuta responsabile di quanto successo negli scorsi mesi alla donna. Cristina, infatti, dopo il post della Lucarelli era stata sommersa dai commenti di donne offese dal suo comportamento che la invitavano a scusarsi, ma anche messaggi denigratori, offese nei confronti del marito e dei figli e minacce. "Tuo marito ti fa le corna", "Sappiamo dove vanno a scuola i tuoi bambini", "Tua figlia non andrà più alle feste", "Con una mamma bulla tua figlia non potrà che essere una bulla". Insomma, in molti casi rispondendo con altre offese a quella che, al di fuori da ogni dubbio, è un'offesa vera e propria nei confronti delle donne, estendendo gli insulti all'intera famiglia.

La controdenuncia

Non si è fatta attendere la risposta della blogger, che ha scelto ancora una volta il suo profilo Facebook per annunciare le sue intenzioni nei confronti della mamma ravennate. "A parte che non si capisce come mai la signora ci abbia tenuto tanto a ritirar fuori questa vicenda dopo l'accaduto, anche a distanza di tempo, anziché scegliere il silenzio (io ho evitato di commentare le sue uscite ulteriori in questi mesi proprio per favorire l’oblio) - scrive la Lucarelli - Mi fa abbastanza sorridere che non capisca una cosa semplice semplice: gli hater che l’hanno turbata usano il web esattamente come lo ha usato lei. Per offendere e deridere. Lei è esattamente quello che lei denuncia. Leggo poi che mi ha denunciata per stalking. Io non ho ricevuto nulla, ma sarò lieta eventualmente di controdenunciarla per calunnia, perché lo stalking è una cosa seria e non deve azzardarsi ad associarmi a reati che spesso e volentieri sfociano in tragedie reali. E aggiungo che la signora si è beccata due denunce da dirigente scolastico e docente e presto le arriverà anche la mia. Del resto, che abbia imparato poco da quello che le è accaduto è evidente: cerca di attribuire le responsabilità del suo gesto e le conseguenze che ne sono derivate non al suo post orrendo, ma a qualcuno fuori da casa sua. Imparate, gente. Azione/responsabilità/conseguenze. La tizia, durante la festa, sarebbe mai andata dalle tre signore a dire "Curatevi belle mie perchè i vostri mariti guardano me e non voi"? Ovviamente no. Ha pensato di poterlo fare su Facebook, nell'illusione che il social non sia la realtà. Ebbene, Facebook è la realtà. E di solito, laddove non ci riesca il buonsenso, i tribunali aiutano a capirlo piuttosto efficacemente".

I legali di Cristina, pur confermando la denuncia presentata dalla donna e spiegando di non essere al corrente di eventuali denunce a carico della loro cliente, hanno preferito non rilasciare ulteriori dichiarazioni in merito.

Il Codacons

Sul caso è intervenuto, a favore della Lucarelli, anche il Codacons ravennate: "La denuncia della mamma è ridicola e vergognosa, e dovrebbe essere la donna stessa a essere sotto indagine penale per bullismo e per violenza verso le mamma fotografate di nascosto e senza consenso e vilipese. Interverremo a sostegno di Selvaggia Lucarelli che, grazie al post in questione, ha scoperchiato il vaso di Pandora sulla vicenda dei prodotti dimagranti di un'azienda che è attualmente sotto inchiesta da parte dell’Antitrust proprio a seguito di denuncia Codacons, con l’Autorità che ha aperto un procedimento per appurare la veridicità delle informazioni rese al pubblico anche attraverso venditori attivi su Facebook e l’illiceità del sistema di vendita piramidale, vietato dalle nostre leggi".

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