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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

La più grande opera dopo la Diga di Ridracoli: inaugura il potabilizzatore della Standiana

L'impianto, costruito alle parte del capoluogo bizantino e già in funzione da settembre, è il cuore di un articolato intervento "di sistema" per l'intera area romagnola, che si completa con i circa 40 chilometri di condotte di interconnessione di grandi dimensioni ad esso collegate

E' considerato il più importante degli investimenti compresi nel piano pluriennale 2011-2023 di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa. E' stato ufficialmente inaugurato venerdì mattina, alla presenza del presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè, dell'amministratore delegato Andrea Gambi, del direttore di Atersir, Vito Belladonna, del sindaco Fabrizio Matteucci, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e del sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, Silvia Velo, il potabilizzatore della Standiana. Fra gli ospiti i deputati Alberto Pagani e Marco di Maio, l'assessore regionale Andrea Corsini e diversi sindaci delle città romagnole, fra cui il faentino Giovanni Malpezzi. Dopo gli interventi, si è svolto il taglio del nastro, e la benedizione di don Mauro, parroco di Classe, in rappresentanza del Vescovo di Ravenna.

MATTEUCCI - "Questa giornata - ha affermato Matteucci - segna un passo fondamentale in un percorso per il quale, da molto tempo molte persone hanno lavorato  e  stanno lavorando. Gli enti locali delle tre province romagnole hanno dato avvio negli anni 2003-2004 al progetto “Società delle Fonti”, al fine di mettere a sistema le risorse idriche disponibili in ciascun territorio provinciale, ma già mezzo secolo fa si cominciò a pensare alla soluzione del problema idropotabile in Romagna fuori da schemi di campanile, e proprio nel 2016 si celebrerà il cinquantesimo dell’allora Consorzio Acque".

Inaugurato il potabilizzatore della Standiana (foto Argnani)

Per il primo cittadino si tratta di "un intervento “di sistema” per l’intera area romagnola, che rende disponibile una rilevante quantità di risorsa aggiuntiva (per almeno 20 milioni di metri cubi anno potenziali), diversificando le fonti di approvvigionamento, e consentendo ad una consistente parte del territorio oggi dipendente esclusivamente da Ridracoli di disporre di una valida alternativa in caso di siccità o fuori servizio. Questo pur importantissimo tassello fa parte di una risposta strutturale al fabbisogno idropotabile che, guardando allo scenario sul lungo periodo, sta nel Piano Industriale nel suo complesso, che rende concreto l’impianto strategico del progetto Società delle Fonti. Un Piano con orizzonte temporale fino al 2023 che prevede investimenti complessivi per circa 300 milioni di euro (230 dei quali per l’acquedottistica)".

L'IMPIANTO - L’impianto, costruito alle parte del capoluogo bizantino e già in funzione da settembre, è il cuore di un articolato intervento “di sistema” per l’intera area romagnola, che si completa con i circa 40 chilometri di condotte di interconnessione di grandi dimensioni ad esso collegate. La messa a regime del potabilizzatore – che ha una potenzialità massima di  1100 litri al secondo - rende infatti disponibile alla Romagna una rilevante quantità di risorsa, per almeno 20 milioni di metri cubi annui potenziali, che si vanno ad aggiungere ai 110 oggi mediamente distribuiti per un totale di circa 130 milioni di metri cubi con un rapporto fra disponibilità di risorse e domanda superiore ad 1,3 vale a dire garantendo una sicurezza dell'approvvigionamento superiore del 30% al possibile fabbisogno. Questo permette a Romagna Acque di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento riducendo il prelievo attuale di oltre il 50%, e consente ad una consistente parte del territorio di avere risorsa sufficiente anche in caso di situazioni siccitose e di disporre di un’acqua di qualità migliore rispetto all’attuale.

L'ALIMENTAZIONE - L’impianto è alimentato con acqua del Po proveniente da una derivazione del Canale Emiliano-Romagnolo grazie ad una apposita concessione di derivazione rilasciata a Romagna Acque e attraverso la realizzazione, da parte di Plurima partecipata di Romagna Acque, di un apposito sistema infrastrutturale ad usi plurimi del quale avrà  da oggi anche la gestione operativa.  Preceduti da una articolata fase di progettazione e autorizzazione avviatasi nel 2004 e terminata nel 2012 per una durata complessiva di 8 anni, i lavori di costruzione del potabilizzatore sono durati esattamente due anni: avviati ufficialmente l’8 aprile 2013, si sono chiusi il 9 aprile 2015. In questi 24 mesi, il cantiere di via Fosso Ghiaia ha vissuto ritmi di lavoro intensi e costanti: vi hanno operato complessivamente 63 imprese (41 delle quali con sede in Romagna) per un totale di 26.240 giornate uomo complessive di lavoro. Mediamente, sono state al lavoro ogni giorno 41 maestranze, con picchi di 83 lavoratori impegnati contemporaneamente. Grande attenzione è stata data all’aspetto della sicurezza sul lavoro, con un innovativo sistema di presidio e gestione, con 120 riunioni di coordinamento, 10 integrazioni CSC, 415 verbali di sopralluogo e con costanti verifiche.

L'IMPORTO DEI LAVORI - L’importo complessivo dei lavori ammonta a 32 milioni e 900 mila euro; a questi se ne aggiungono circa altrettanti per la posa in opera delle condotte di interconnessione con il territorio. Il nuovo impianto è infatti interconnesso alla rete del lughese, al potabilizzatore Nip di Ravenna ed alla dorsale adriatica dell’Acquedotto della Romagna: le principali aree servite sono dunque la Bassa Romagna, il territorio ravennate e la riviera adriatica, da Cervia a Cesenatico e anche oltre. Il potabilizzatore è realizzato secondo le più moderne concezioni e di tecnologie all'avanguardia. La sezione più importante dell’impianto è quella dell’ultrafiltrazione, ovvero la filtrazione dell’acqua attraverso membrane con porosità esterna così piccola (0,04 micron) da trattenere oltre a tutti i solidi sospesi anche la carica batterica e spore di organismi potenzialmente patogeni. 

QUALITA' DELL'ACQUA - Il passaggio finale su carboni attivi permette invece di trattenere le ultime sostanze rimaste in soluzione nell’acqua al termine del trattamento. Un decisivo salto di qualità dell'acqua trattata per caratteristiche finali del tutto paragonabile alle acque trattate provenienti da Ridracoli. Moderno risulta anche il sistema di controllo dei processi fortemente automatizzato e dotato di controlli remoti che lo rendono perfettamente integrato con il telecontrollo che la Società possiede a Capaccio. Questo impianto infine impiegherà 12 maestranze tra controllori di processo, pari a 7 maestranze, e squadre di manutenzione pari a 5 maestranze.

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