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Cronaca

Processo Cagnoni, ammesse tutte le prove. Accusa e difesa chiedono oltre 200 testimoni

Rigettate tutte le eccezioni di nullità presentate dalla difesa: inizia con una scoccata importante all'imputato la seconda giornata di udienza del processo a Matteo Cagnoni

Rigettate tutte le eccezioni di nullità presentate dalla difesa: inizia con una scoccata importante all'imputato la seconda giornata di udienza del processo a Matteo Cagnoni, accusato di aver assassinato la moglie Giulia Ballestri dalla quale si stava separando, uccisa a 39 anni il 16 settembre 2016 nella villa della famiglia Cagnoni in centro a Ravenna, in via Padre Genocchi. Alla fine della prima udienza, infatti, l'imputato aveva richiesto, tramite i suoi legali Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti, di escludere alcuni elementi dell'accusa, in particolar modo l'esito dell'autopsia e delle intercettazioni telefoniche. Ma la Corte d'Assise di Ravenna, presieduta dal giudice Corrado Schiaretti affiancato dal collega togato Andrea Galanti e dai sei giudici popolari, giovedì mattina ha rigettato la richiesta, ammettendo invece questi elementi in mano all'accusa.

L'aula del Tribunale è semi-vuota rispetto alla prima udienza, quando decine di curiosi si erano precipitati ad assistere a quello che a Ravenna è già stato definito "processo dell'anno", mentre sono presenti tutte le associazioni e gli enti che sono stati ammessi come parti civili: l'associazione "Dalla parte dei minori", Linea Rosa, Unione delle Donne in Italia e il Comune di Ravenna. Al banco dell'accusa è presente il Procuratore Capo Alessandro Mancini insieme al sostituto Cristina D'Aniello. Cagnoni, elegante come sempre, con completo blu e camicia bianca e - questa volta - anche la cravatta, attira lo sguardo di tutti. Sembra più rilassato rispetto alla prima udienza: parlando con il suo legale abbozza qualche sorriso. Ha in mano la cartellina rossa con cui si era presentato due settimane fa, oltre ad alcuni bloc notes che continua a sfogliare e ad analizzare.

Dopo questo round, si passa ad elencare i testimoni delle parti che dovranno intervenire, una lunga lista: circa 160 quelli dell'accusa, 60 quelli con cui risponde la difesa, oltre a una decina presentati dalle parti civili. Tra i testimoni che verranno chiamati a parlare è presente anche la famiglia dell'imputato e quella della vittima: Stefano e Mario Cagnoni, rispettivamente fratello di Matteo e padre (inizialmente indagato per favoreggiamento per avere aiutato il figlio a eludere le indagini e occultamento di cadavere, poi archiviato), lo zio Giorgio e la madre Vanna Costa; Franco e Guido Ballestri, padre e fratello di Giulia, e la madre Adriana Marangoni. La Corte, dopo una lunga pausa, decide di ammettere tutte le testimonianze richieste, riservandosi però di escluderne alcuni in seguito, se ritenuti sovrabbondanti durante le fasi successive del dibattimento.

L'accusa richiede anche una perizia trascrittiva e l'ascolto diretto in aula di varie intercettazioni telefoniche, mentre per l'avvocato Trombini fondamentali saranno le testimonianze di alcuni amici in comune della coppia, che dovrebbero raccontare come il dermatologo si relazionava alla moglie e viceversa. Si parte il 3 novembre, quando verranno ascoltati l'amante di Giulia, il fratello, un'amica e un sostituto commissario di Polizia.

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