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Cronaca

Cagnoni: "In carcere sono ai piedi di Cristo". L'accusa: "Ai piedi di Cristo ci si pente"

Ultime battute del processo a Matteo Cagnoni, il dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri: è stata infatti fissata la data in cui la Corte potrebbe emettere la sentenza

Ultime battute del processo a Matteo Cagnoni, il dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016 che negli ultimi mesi ha destato l'attenzione di tanti ravennati - e non solo. Un processo che va avanti da sette mesi e che dovrebbe vedere la sentenza a fine giugno, secondo le previsioni della Corte.

Matteo Cagnoni chiede di nuovo i domiciliari (foto Massimo Argnani)

Il primo a parlare venerdì è il poliziotto della Questura di Ravenna Sergio Giorgetti, che in breve spiega di aver fatto degli accertamenti sulle Chrysler Voyager uguali a quella di Cagnoni immatricolate a Ravenna, che sarebbero 13: di queste, però, 7 sarebbero di un colore diverso e una sarebbe stata radiata per l'esportazione all'estero, oltre naturalmente a quella di proprietà dell'imputato. Ne restano dunque 4. Il punto è capire se la Chrysler inquadrata dalle telecamere sabato 17 settembre 2016 (giorno dopo l'omicidio) in via Padre Genocchi, dove si trova la villa del delitto, fosse effettivamente quella di Cagnoni, come ha sempre sostenuto l'accusa, oppure fosse un'altra auto, punto su cui insiste la difesa (l'imputato, infatti, ha sempre negato di essere tornato a Ravenna quel sabato, dopo essere andato dai genitori a Firenze il giorno prima). Durante la scorsa udienza già tre dei proprietari delle 4 Chrysler uguali a quella di Cagnoni avevano spiegato di non essere mai stati in centro a Ravenna in quel periodo (o di non esserci proprio mai stati): ne rimane dunque uno, o meglio due, visto che l'ultima auto nel 2016 era in utilizzo a una coppia di Modena. E i due, chiamati a rispondere in merito, spiegano di non essere mai stati a Ravenna (il marito), oppure di esserci stati, ma il 20 marzo 2016 e solo sul mare (la moglie).

La parola passa poi, per la terza volta durante il processo, a Mirco Devani della squadra mobile, che ha effettuato un nuovo sopralluogo nell'aeroporto Marconi di Bologna - dove Cagnoni si recò insieme al padre il giorno dopo l'omicidio, secondo quanto spiegato dallo stesso imputato per vedere se avessero un orologio come quello che aveva già comprato alla figlia, da acquistare per uno degli altri due figli, mentre per l'accusa Cagnoni potrebbe aver deciso di prendere un aereo, salvo poi cambiare idea all'ultimo minuto. Devani spiega che nessuno dei negozi presenti ora (così come nel 2016) nell'aeroporto vende orologi di quel tipo, ma soprattutto nessuno dei negozi fuori dall'area duty free, visto che Cagnoni non avrebbe potuto avere accesso a quell'area, accessibile solo con un biglietto aereo. Devani spiega inoltre di aver effettuato il tragitto, in auto, dalla villa di via Padre Genocchi a via Giordano Bruno (dove si trova la casa in cui risiedevano Giulia e Matteo): un tragitto lungo 1,4 chilometri, la stessa distanza che il gps della Chrysler di Cagnoni segna nella data di sabato 17 settembre 2016. Diversi sono dunque gli elementi volti a provare che l'imputato tornò nella villa il giorno dopo l'omicidio (e che poi si recò nella casa di via Giordano Bruno, dalla quale partirono due telefonate senza risposta verso l'abitazione dei Cagnoni a Firenze, mai spiegate), anche se quel chilometro e mezzo potrebbe comunque corrispondere a qualunque altro percorso.

Fine dei teste, dopo un centinaio di persone ascoltate da ottobre a oggi. E' tempo delle ultime richieste e puntualizzazioni: il Pubblico ministero Cristina D'Aniello produce alcuni certificati medici relativi a Cagnoni e provenienti dall'ospedale di Firenze e dal carcere di Sollicciano (dove il dermatologo trascorse il primo periodo di carcerazione): documenti ai quali si oppone la difesa, che deposita invece la cartella clinica dell'imputato relativa al periodo 5 marzo-3 aprile 2018, spiegando come "possa essere d'interesse alla Corte". L'avvocato della famiglia Ballestri, Giovanni Scudellari, torna a puntare invece i riflettori sulle due impronte 'palmare muro' e 'palmare frigo' che tanto hanno fatto discutere nelle ultime udienze, producendo due ingrandimenti fotografici (probabilmente per dimostrare l'effettiva utilizzabilità delle due impronte ai fini dei rilievi dattiloscopici, che invece la difesa ha cercato di negare). Il pm chiede inoltre che venga ascoltata la dipendente dell'ottica che il giorno dell'omicidio, secondo Cagnoni, avrebbe chiamato Giulia mentre i due si trovavano nella villa dell'omicidio: ma la Corte rigetta la richiesta ritenendo la deposizione "superflua".

Dopo che la Corte si è pronunciata sull'ammissibilità o meno di alcuni documenti e deposizioni (tra le quali quella di Donato Caccavella, chiamato in aula dalla difesa dove ha parlato per più di cinque ore durante la scorsa udienza, che alla fine la Corte decide di escludere dal processo) si chiude l'istruttoria dibattimentale, ma non l'udienza: Cagnoni, infatti, chiede nuovamente tramite il suo avvocato Giovanni Trombini di poter rilasciare delle dichiarazioni spontanee per chiedere (per la quarta volta) la richiesta di poter accedere agli arresti domiciliari tramite braccialetto elettronico. "Non sono molto lucido - attacca l'imputato -: ho degli attacchi di panico continui che mi portano a vivere il carcere con una grande sofferenza, a cui si sono aggiundi episodi allucinatori e di depressione. Quando sono nel letto, io mi vedo nel letto da fuori. Dormo malissimo, prendo tante medicine, non riesco più a chiudere una mano e ad alzare un braccio; a questo si aggiunge che non vedo da mesi i miei genitori, entrambi malati, e il mio dolore aumenta ogni giorno di più. Vorrei un periodo di tranquillità più sereno e nelle scorse udienze, dopo un paio di episodi in cui sono stato giustamente ripreso, mi sono sempre comportato bene: credo sia una prova della modifica della mia condotta. Della mia sussistenza se ne occuperebbe mio fratello. Di certo non ho intenzione di "darmi alla macchia", ma vorrei aspettare la fine del processo in casa con serenità. Mio figlio mi ha mandato un messaggio tramite mio padre per dirmi "non preoccuparti di ciò che dicono, tu sarai sempre il numero uno, e dì al tuo avvocato di impegnarsi così torniamo insieme". Un bambino che e stato fatto costituire parte civile; parafrasando Nietzsche, direi che siamo al di là del bene e del male".

Anche l'avvocato Trombini argomenta la richiesta del suo cliente: "Non vi chiedo oggi di valutare gli elementi indiziari, ma se secondo il codice di procedura penale sia corretto che l'imputato debba rimanere in carcere. Il pericolo di inquinamento probatorio? L'istruttoria è ormai chiusa. Pericolo di fuga? Avrebbe un braccialetto elettronico che suonerebbe immediatamente, e poi se avesse davvero voluto fuggire lo avrebbe fatto subito dopo l'omicidio. Pericolo di reiterazione del delitto? Cagnoni è monogamo, e se anche ammettessimo (e non lo ammetteremo mai) che lui ha commesso quell'omicidio, quale altra moglie potrebbe uccidere? Si può non credere a Cagnoni, ma le condizioni di salute sono quelle che sono. Come ha detto lui in un'udienza passata, il mio cliente è ai piedi di Cristo: provate a immaginare voi stessi in quella situazione. Merita ancora di rimanere in carcere o può invece aspettare l'esito del giudizio agli arresti domiciliari?". Chi non è d'accordo e chiede il rigetto della richiesta, naturalmente, è il pubblico ministero, secondo cui si ha "una gravità indiziaria granitica, rafforzata nei mesi, che ci dice che le modalità aggressive sono tali da affermare il pericolo di reiterazione: perchè lui ha ucciso una persona, non definibile solo come moglie, e la condotta analoga di omicidio di un'altra persona potrebbe dunque ripetersi. E poi ora posso dirlo: ai piedi di Cristo ci si pente". Anche l'avvocato della famiglia Ballestri, come prevedibile, concorda col pm. La Corte si è riservata di decidere nei prossimi cinque giorni. 

Infine è stato fissato il calendario delle prossime udienze: il 12 giugno si avrà la requisitoria del pubblico ministero, il 14 sarà il turno delle parti civili (famiglia Ballestri, Comune di Ravenna, Linea Rosa, Unione Donne in Italia e Dalla parte dei minori), il 18 l'arringa difensiva. Infine, il 22 giugno, potrebbe essere il giorno del giudizio: dopo le eventuali repliche, la Corte si riunirà in camera di consiglio e potrebbe emettere la sentenza già in giornata.

La prima udienza - Cagnoni in aula. La difesa: "Il processo va spostato da Ravenna"

La seconda udienza - Ammesse tutte le prove. Accusa e difesa chiedono oltre 200 testimoni

La terza udienza - Parla la migliore amica: "Matteo sempre più ossessivo, avevo paura per lei"

La quarta udienza - L'amante di Giulia: "Le diceva che presto l'avrebbe lasciata libera"

La quinta udienza - L'amico di Giulia: "Il marito le diceva 'Ti distruggo'"

La sesta udienza - Il dermatologo ha un malore durante il video del ritrovamento del cadavere

La settima udienza - Frase shock della madre di Cagnoni: "Matteo l'ha fatta grossa"

L'ottava udienza - Caos in aula al processo: Cagnoni offende la madre di Giulia, il fratello reagisce - IL VIDEO

La nona udienza - L'agente di Polizia amico di Cagnoni: "Tradì Giulia, diceva che le donne dovevano stare in casa"

La decima udienza - Cagnoni cedette al fratello ville e studi milionari per una cifra irrisoria: perchè?

L'undicesima udienza - "La madre di Cagnoni disse che Giulia era stata uccisa, ma ancora non poteva saperlo"

La dodicesima udienza - Colpi di scena: la madre non si presenta, l'amica nega la telefonata registrata - Il padre: "Mio figlio era tranquillo, come se 'giustizia fosse stata fatta'"

La tredicesima udienza - Sms shock di Stefano Cagnoni: "Mio fratello è l'assassino di Ravenna"

La quattordicesima udienza - Lo psicoterapeuta: "Giulia acquisiva autonomia, Matteo bloccò la terapia"

La quindicesima udienza - "Quel bastone non fu preso nella villa del delitto". La prova della premeditazione?

Il maltempo fa slittare la sedicesima udienza: la Corte respinge la richiesta per i domiciliari

La sedicesima udienza - Sul bastone il Dna di Cagnoni: ma sotto le unghie di Giulia quello di un altro

La diciassettesima udienza - Aggressione inaudita durata 40 minuti. Le impronte insanguinate? "Sono di Cagnoni"

La diciottesima udienza (mattina) - E' il giorno di Cagnoni: "Io innocente, non sono così cretino da lasciare questi indizi"

La diciottesima udienza (pomeriggio) -Cagnoni: "Chi ha ucciso Giulia è un mostro, ma quel mostro non sono io"

La diciannovesima udienza - Cagnoni si contraddice: e nella villa del delitto 'spunta' un'altra porta aperta

È 'Cagnoni show' per Selvaggia Lucarelli: "File di curiosi come a un concerto di Vasco"

La ventesima udienza (mattina) - Parlano gli amici di Matteo: "Contro di lui accanimento giudiziario e mediatico"

La ventesima udienza (pomeriggio) - Cagnoni: "Ero in aeroporto per comprare un orologio". La Procura indaga: "Quel negozio non esiste"

La ventunesima udienza - Cagnoni riprende la parola: "Io e la mia 'Bocca di rosa': voglio chiarire..."

La ventiduesima udienza - La difesa getta ombre sulle impronte: "Sono di Cagnoni? Impossibile dirlo"

La ventitreesima udienza - L'amica "ci ripensa", l'auto resta un 'mistero': Cagnoni tornò sul luogo dell'omicidio?

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