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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Piazza Kennedy, protesta con la carta igienica: "No alle toilette"

Erano presenti alla protesta pacifica diversi esponenti politici, tra i quali l'ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Francesca Santarella e il candidato sindaco Massimiliano Alberghini e il capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, Alberto Ancarani

Manifestazione in Piazza Kennedy contro le toilette. Alcuni hanno tappezzato le reti che circondano il cantiere con carta igienica. Erano presenti alla protesta pacifica diversi esponenti politici, tra i quali l'ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Francesca Santarella e il candidato sindaco Massimiliano Alberghini e il capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, Alberto Ancarani, che nei giorni scorsi ha proposto una petizione contro i nuovi bagni pubblici. Il vicesindaco Eugenio Fusignani, presente alla manifestazione, ha promesso una risoluzione della questione.

Sulla questione è intervenuto anche Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna: "Esattamente un anno fa, raccolsi le firme di tutta l’opposizione su una lettera rivolta al ministro dei Beni culturali, chiedendogli di intervenire perché nella mezza piazza Kennedy libera dagli scavi su Sant’Agnese si stava “realizzando a gran carriera (sospettabilmente) una serie alla rinfusa di pozzetti di ghisa e cemento, per far posto a delle latrine pubbliche”, con cui veniva “oltraggiato, tra l’altro, il lato dell’area Forense, luogo centrale di vita dell’epoca romana”. Fu pubblicizzata ampiamente. Il ministro non diede segni di risposta, ma nessuno parve accorgersene neppure a Ravenna. Adesso che le latrine sono state svelate, è scoppiata una sacrosanta rivoluzione popolare".

Piazza Kennedy, carta igienica per protesta (foto Rossana Biondi)

"Dimostrerò a breve che la (s)qualificazione di piazza Kennedy è stata fuori legge fin all’inizio, cosicché tutti i lavori compiuti ne risultano insanabilmente viziati - commenta l'esponente della lista civica -. Se prima di procedere col progetto preliminare, non fossero state clamorosamente violate le norme convergenti dei codici degli appalti e dei beni culturali applicabili obbligatoriamente al caso, oggi il fronte del restaurato Palazzo Rasponi non mostrerebbe quella desolata bruttura cementizia che si prospetta, ma probabilmente - tenuto ragionevolmente conto delle risorse finanziarie - un parco o un giardino pubblico, comunque una struttura superficiale leggera ed armonica".

"Le latrine superano però ogni perversa immaginazione, non solo per l’orrenda scenografia che impongono alla piazza, quanto perché sono state malamente introdotte con percorsi accidentati e modalità improvvisate irrispettose delle norme che regolano i lavori pubblici - prosegue Ancisi -. Non sono stati sufficienti i tre livelli di progettazione imposti dal codice (preliminare, definitiva ed esecutiva) per  definire le latrine come e dove si vedono oggi, approvate dalla giunta comunale, assurdamente in solitario, solo nell’ottobre 2015. La fretta di riaprire la piazza prima delle elezioni del 2016 le ha partorite come gattini ciechi".

"La ricostruzione di tutti i passaggi, a partire dal progetto preliminare del 2012, richiede qualche giorno in più - conclude -. Ma è senz’altro necessaria per definire e circoscrivere le responsabilità. Non sarà facile tecnicamente trasferire queste latrine altrove, anche per la complicata rete dei sottoservizi su cui insistono. Demolirle drasticamente pone difficoltà amministrative non da poco. In ogni caso, la lista della spesa non sarà lieve, ponendo fin d’ora il problema che non si paghi con soldi pubblici".

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