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Cronaca

Qualità della vita, deludente performance per la città di Ravenna

Balzo in dietro della città nella classifica stilata dal quotidiano IlSole24Ore che la piazza al decimo posto

Deciso balzo in dietro per la città di Ravenna nella classifica sulla qualità della vita stilata, come ogni anno, dal quotidiano economico IlSole24Ore. Se, nel 2014, si era assistito a un ottimo primo posto, rispetto al quinto dell'anno precedente, in questa fine di 2015 si arrivano a perdere addirittura 10 posizioni. Secondo gli indicatori analizzati dalla statistica, Ravenna comqunque si piazza quasi sempre sopra la media per quanto riguarda le voci che compongono l'indagine che si snoda attraverso sei aree tematiche (Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi/Ambiente/Salute, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero) per un totale di 36 indicatori con relative classifiche parziali, di tappa e finali.

LEGA - Sulla questione è intervenuto il capogruppo in consiglio comunale della Lega, Paolo Guerra: "Non so quali valutazioni la maggioranza darà sui dati della qualità di vita pubblicati dal Sole 24 Ore, ma posso immaginare quelle dei cittadini alle prossime elezioni del 2016. La situazione evidenziata dall’ultima statistica del Sole 24Ore sulla qualità della vita nelle città italiane non fa che confermare quanto, in opposizione in Consiglio Comunale, sostengo da tempo: ritardo sulle reali esigenze dei cittadini e scarso adeguamento ai cambiamenti economici. Come il sindaco Matteucci evidenziava la posizione che Ravenna registrava lo scorso anno, è altrettanto corretto sottolineare che oggi dal 1° posto tanto decantato siamo scesi al 10° posto. Superati da 5 città (Milano, Firenze, Sondrio, Olbia-Tempio, Cuneo) che neppure si classificavano nelle prime 10 e da 4 città che invece si confermano per il secondo anno consecutivo nelle top ten (Bolzano, Trento, Aosta Siena)".

"Sono già intervenuto nelle scorse settimane per denunciare la situazione legata alla sicurezza, una delle aree che ha maggiormente influito su questa posizione in classifica generale. Interessata da 6 indicatori diversi, ci vede al 105° posto per gli ormai noti 830 furti nelle abitazioni ogni 100mila abitanti (110°posto), ma anche per i 386 scippi o borseggi ogni 100mila abitanti (95° posto) - aggiunge -. Dati che confermano come l’amministrazione comunale solo oggi, col solito ritardo che denuncio da tempo, recepisca le proposte da avanzate sulle telecamere e sugli assistenti civici. Prima o poi matureranno  anche le richieste per destinare maggiori risorse agli agenti di polizia locale e per il ricorso temporaneo alla vigilanza privata? Non le ho certamente viste sul Bilancio previsionale 2016-2018 appena votato dalla maggioranza".

"Non possiamo trascurare il peggioramento registrato sull’area relativa al tenore di vita che vede Ravenna al 39° posto, con un consolante 17° posto sull’indicatore del valore prodotto (pari a 27.234 2uro procapite) che però si infrange nel 39°posto sull’indicatore di spesa sui beni durevoli (2.283 euro per famiglia) - conclude -.  Sull’area imprese restiamo stabili, ma va evidenziato che, pur con un dato cristallizzato a settembre del 2015, il parametro di 10 imprese per 100 abitanti ci pone al 46°posto. Una osservazione merita la propensione sull’export delle imprese che a Ravenna pesa per il 34,01% sul Pil provinciale e ci pone al 39° posto su questo indicatore. Avendo le imprese locali a disposizione un porto commerciale che potrebbe offrire sbocchi notevoli in determinate aree geografiche,  varrebbe la pena che l’Amministrazione comunale aprisse anche su questo una seria riflessione".

CNA - “Il balzo indietro per la nostra città nella classifica stilata annualmente dal quotidiano economico “Il Sole 24Ore” sulla qualità della vita deve essere analizzato attentamente - commenta Cna -. Ravenna passa, infatti, dal primo al decimo posto, pur restando sempre fra le top ten e prima fra le citta emiliano-romagnole. Se ci confortano i numeri sostanzialmente invariati relativi all’economia e al lavoro e il dato in aumento sui consumi delle famiglie dobbiamo però evidenziare che le nostre previsioni relativamente al dato di fine anno del Registro Imprese ci dicono che l’artigianato, anche per il 2015, continuerà a flettere pesantemente. La nostra ipotesi riguardante il tasso di natalità e di mortalità delle aziende artigiane che riteniamo rimanga ancora ancora di segno negativo, circa 250 unità in meno, a dimostrazione che esiste un’emergenza artigianato e piccola impresa che deve essere affrontata decisamente, anche a livello istituzionale, se non vogliamo impoverire ulteriormente il nostro territorio".

"Negli ultimi sette anni sono state perse circa 1250 imprese artigiane su scala provinciale, il 10% in meno - aggiunge l'associazione di categoria -. Altro aspetto centrale riguarda il dato relativo all’ordine pubblico, in particolare all’escalation dei furti nelle abitazioni e nelle aziende. Nel rinnovare la nostra piena fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine, riteniamo di vitale importanza proseguire nella operazione che, nel giro di pochi anni, auspichiamo possa portare all’installazione delle telecamere di videosorveglianza, collegate con le centrali operative delle Forze di Polizia, in tutte le principali aree produttive della provincia. Su questo aspetto occorre riaprire il confronto con la Prefettura, la Camera di Commercio e le Amministrazioni comunali per verificare tempi, modalità e risorse per gestire al meglio questo importante progetto. Esistono già importanti esperienze in merito sul territorio che possono essere facilmente replicabili. Rivolgiamo comunque appello alle Forze dell’Ordine affinché si intensifichino ulteriormente i controlli sul territorio e, soprattutto, affinchè rimanga alta la collaborazione con le Istituzioni e le Associazioni di categoria per permettere alle imprese di lavorare in totale sicurezza e legalità. La Cna è, da sempre, pronta a fare la propria parte. Infine vogliamo ricordare il fondamentale contributo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese che, nonostante le difficoltà, continuano a resistere e a mantenere viva la coesione sociale nel nostro territorio, sacrificando sempre più spesso i propri interessi a favore dei propri dipendenti e della collettività".

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