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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Quando desideri una cosa, tutto l'universo trama affinché tu possa realizzarla"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

La bella storia di Michele Zama da informatico nel lughese e nel faentino a ristoratore quotatissimo alle isole Cayman. "Mi sento un cittadino del mondo, non un migrante" Il giovane lughese Michele Zama, dopo una serie di esperienze lavorative in Italia ha deciso di espatriare per cercare un'occupazione definitiva e per avere un'indipendenza economica; si è trasferito alle isole Cayman dove ha aperto un ristorante frequentato da residenti e turisti.

L'intervista

Michele Zama poco più che trentenne da Lugo alle isole Cayman; la tua può essere considerata la storia di un migrante? Come mai hai deciso di fare questo passo? Che lavoro svolgevi prima della grande decisione in Italia?

"A dire la verità' non penso di essere un migrante; ad oggi mi considero un cittadino del mondo, quindi ovunque vado sono a casa.
In Italia mi accupavo d'informatica, avevo un'azienda d'ingrosso e rifornivo numerosi negozi in Emilia Romagna; nel 2008 la mia azienda ha chiuso. Non riuscivo a vedere nessuna opportunità futura per me in Italia così, quando la mia ragazza mi propose di mollare tutto, vidi un'occasione unica ed eccitante per "re-inventare" me stesso.
Avevo trascorso una vita a collezionare oggetti, ero molto legato alla mia casa ed alla mia terra ma l'opportunita' di iniziare a viaggiare il mondo ed allargare i miei orizzonti spezzo' tutti questi legami, Iniziai quindi a vendere tutto quello che avevo e piu' mi liberavo di oggetti materiali, piu' mi sentivo leggero e pronto per "spiccare il volo".
Vendetti tutto, fino a quando non mi ritrovai con solo una valigia di vestiti, un biglietto aereo e una manciata di soldi in tasca, pronto per partire per una nuova avventura."

Hai lavorato in altri Paesi all'estero o hai rivolto la tua attenzione alle Cayman fin da subito? E per quale ragione?

"La mia ragazza aveva vissuto aveva trascorso lungo tempo a Londra; aveva quindi molti contatti per travarci una casa ed un lavoro, trovammo un grazioso monolocale vicino al centro di Londra e due lavori nello stesso locale, un famoso ristorante nella "city".
Io non parlavo una parola d'inglese quindi il mio primo lavoro era veramente semplice, andavo in giro per il locale a raccogliere bicchieri sporchi e li lavavo. Lavoravo sodo, tutte le sere fino a tarda sera e la mattina mi svegliavo presto per andare a scuola, un college per stranieri per imparare la lingua inglese. E' stata veramente dura, specialmente all'inizio e specialmente per la lingua; non riuscivo a capire quando mi parlavano ed avevo cosi' tante cose da dire ma non avevo i mezzi per farlo, era veramente frustrante. Piano piano imparai la lingua e iniziai finalmente a comunicare e farmi degli amici quello che succedeva poi iniziai a fare i cocktail e dopo un lungo training, diventai finalmente un bartender.
"Life was good", la vita era bella, e ci stavamo veramente inserendo nella vita di Londra ma il mondo e' cosi' grande e la vita ha cosi' tante cose da offrire che non potevamo fermarci li... e cosi' dopo un anno decidemmo che era il momento di ripartire per una nuova avventura, direzione Caraibi."

Quanto è cambiata la tua vita e attualmente di cosa ti occupi? Come trascorri le tue giornate?

"Una volta trasferito alle isole Cayman ho iniziato a lavorare in un ristorante Italiano, prima come bartender e poi come cameriere. Mi sono poi trasferito in una grossa compagnia alberghiera per continuare ad imparare e perfezionare la mia professione, fino a quando sono stato assunto come cameriere in uno dei ristoranti piu' rinomati sull'isola.
A differenza dell'Italia, all'estero la professione del cameriere e' considerata una bellissima prefessione, rispettata e molto ben retribuita.
Da alcuni anni infatti ero diventato vegano e sempre piu' sensibile alla crudelta' sugli animali ed alle tematiche dei problemi ambientali.
Che razza di vegano ero se il mio stipendio veniva dalla vendita di prodotti animali? Ero come un pacifista che lavorava in un negozio di armi. Quando capii profondamente che quello che stavo facendo non era sostenibile, decisi che era il momento di cambiare strada.
Citando una bellissima frase di Paulo Coelho, "Quando desideri una cosa, tutto l'Universo trama affinché tu possa realizzarla."
Cosi', come per magia, mi si presento' l'opportunita' di cambiare vita... aprire un ristorante tutto mio, dove potevo finalmente decidere cosa servire e cosa no.
Da meno di un anno gestisco VIVO (www.vivo.ky), un piccolo ristorantino sul mare, dove serviamo un menu' principalmente vegetariano che utilizza solo prodotti freschi, locali e sostenibili.
Lavoro tantissimo, tutti i giorni e tutto il giorno. Mi occupo di tutto, dal servire ai tavoli a lavare i piatti, dal fare i menu' a tenere la contabilita'. Ancora non ho imparato a cucinare, ma mi sto impegnando ad apprendere! Siamo sempre pieni e il ristorante sta diventando molto famoso, tanto che siamo riusciti a raggiungere la posizione numero uno su TripAdvisor come miglior ristorante alle isole Cayman"

Ti sei sposato in Italia, a Lugo, come mai? Tua moglie (Alessia Scaglianti, Ferrara) collabora con te nel tuo lavoro?

"Abbiamo scelto di tornare in Italia perche', nel giorno piu' importante della nostra vita, volevamo avere accanto a noi le nostre famiglie e tutti gli amici piu' cari. Poi diaciamoci la verita', l'Italia e' il paese piu' bello del mondo. Ci siamo sposati all'interno della Rocca di Lugo, un luogo magico e suggestivo, e siamo andati in Toscana per la luna di miele.
Mia moglie, Alessia, lavora a tempo pieno in un resort specializzato per subacquei, pero' nel tempo libero mi aiuta nella gestione del ristorante e del personale. E' anche una cuoca molto brava con un palato sopraffino, una qualita' preziosa quando si tratta di provare nuovi piatti e nuovi ingredienti.
Mi e' sempre accanto e mi supporta tantissimo. Probabilmente, se non fosse per lei, non avrei mai lasciato l'Italia e mi sarei perso questa meravigliosa opportunita' di viaggiare il mondo."

I ritmi sono meno stressanti se paragonati a quelli dell'Italia? Riesci a vivere bene e ad aver maggior tempo libero? Sei felice della scelta?

"I ritmi sono decisamente meno stressanti, anche perche' viviamo in un'isola relativamente piccola.
La sensazione e' quella di vivere in un piccolo paese dove ci si conosce quasi tutti e tutti sono gentili e cordiali, anche con gli sconosciuti. La gente locale non e' mai di fretta e la puntualita' e' un concetto quasi sconosciuto. A dire il vero, quando ci si organizza per fare qualcosa e si stabilisce un orario, ci si trova sempre un'ora dopo, viene definito "island-time", e va bene cosi' per tutti.
Quando lavoravo come dipendente avevo tantissimo tempo libero, lavoravo circa 30 ore a settimana; al momento invece il tempo libero e' veramente poco, lavoro almeno 60 ore a settimana. Non mi lamento pero', perche' faccio quello che mi piace e mi gratifica moltissimo."

Ti ritieni un giovane imprenditore?

"Imprenditore probabilmente no. La mia idea di imprenditore e' una persona che gestisce un'azienda con il fine di realizzare un profitto. Io ho deciso di aprire un ristorante sostenibile per aiutare l'ambiente, non per fare soldi. Ho sempre sognato di poter cambiare il mondo ma ho sempre pensato che fosse impossibile; adesso invece so che e' possibile e che e' alla portata di tutti, basta volerlo." (Gianfranco Camerini)

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