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Cronaca Alfonsine

Rapito, ucciso e gettato nel fiume: un memorial di calcio dedicato a Pierpaolo Minguzzi

Un memorial dedicato al 21enne di Alfonsine, studente universitario e Carabiniere di leva alla caserma di Mesola, sequestrato il 21 aprile 1987 e probabilmente ucciso quasi subito dai rapitori

Domenica 8 settembre, in occasione della prima partita di campionato in casa dell'Alfonsine Fc 1921, prima della partita verrà ricordata la scomparsa di Pierpaolo Minguzzi - il 21enne di Alfonsine, studente universitario e Carabiniere di leva alla caserma di Mesola (Ferrara), sequestrato il 21 aprile 1987 mentre stava rincasando e probabilmente ucciso quasi subito dai rapitori - con l'omonimo Memorial. Saranno presenti i familiari di Pierpaolo, il sindaco Riccardo Graziani e l'assessore allo sport Roberta Contoli. Oltre a ciò, verrà consegnata all'Alfonsine la Coppa per la vittoria dello scorso Campionato di Eccellenza.

L'omicidio

Pier Paolo Minguzzi, un giovane benestante imprenditore locale nel settore del commercio e della lavorazione della frutta, dopo avere accompagnato a casa la fidanzata quella notte scomparve senza lasciare traccia; la sua auto venne ritrovata l’indomani mattina in una via del centro, regolarmente parcheggiata. Nei giorni successivi alla scomparsa del ragazzo, la sua famiglia ricevette la richiesta di pagamento di una riscatto per 300 milioni di lire; il 1 maggio 1987 il corpo senza vita del giovane venne rinvenuto nel Po di Volano, in provincia di Ferrara, legato a una inferriata.

Le indagini, effettuate dalla Squadra Mobile di Ravenna con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo di Roma, sono state riaperte sul finire del 2017 con provvedimento del Procuratore della Repubblica, su richiesta della famiglia della vittima e sono consistite principalmente in una minuziosa analisi di quanto già in atti e all’escussione di varie persone infornate sui fatti, anche in relazione a un analogo grave accadimento, avvenuto circa tre mesi dopo nella stessa cittadina, che vide coinvolti i tre indagati in un'estorsione ai danni di un altro imprenditore di Alfonsine e che ebbe come epilogo la morte di un giovane Carabiniere del luogo, fatto per il quale vennero condannati a gravi pene detentive. L’attività svolta ha evidenziato significativi elementi comuni tra i due gravi fatti delittuosi e la sussistenza di un importante quadro indiziario nei confronti dei tre indagati, motivi che hanno determinato l’Autorità giudiziaria inquirente a procedere nei loro confronti.

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