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Cronaca

Ravenna 2019, la giuria europea ha bocciato l’approccio della direzione artistica collettiva

"Ravenna - viene illustrato - emerge nella competizione italiana, e nella storia delle ECoC, per il percorso innovativo che ha caratterizzato il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini e del territorio"

Il progetto Ravenna 2019 definito una “best practice” "sulla dimensione del coinvolgimento e della partecipazione attiva dei cittadini e del territorio". E' quanto emerge dal report sulla selezione delle sei città candidate a Capitale Europea della Cultura per il 2019 pubblicato sul sito della Commissione Europea. Il documento dovrà essere ora recepito dal MIBAC attraverso un decreto attualmente alla firma del ministro Dario Franceschini.

"Ravenna - viene illustrato - emerge nella competizione italiana, e nella storia delle ECoC, per il percorso innovativo che ha caratterizzato il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini e del territorio. In particolare la giuria ha apprezzato, oltre all’utilizzo della open call e dei working group, “Le prove Tecniche di 2019” e il “What if” come strumenti innovativi non solo per coinvolgere attivamente cittadini, artisti, operatori culturali, economici e sociali ma anche per diffondere i contenuti e il senso del programma Capitale Europea della Cultura".

Il respiro europeo del programma culturale, viene illustrato nel report, "trova conferma nella valutazione positiva sull’elevato numero di partner coinvolti nella progettazione da tutta Europa, nel contenitore culturale rappresentato dalla Casa dell’Europa (su cui la giuria si augura la città potrà continuare ad investire indipendentemente dagli esiti della competizione, diventando simbolo di come la città si sia aperta all’Europa grazie al percorso, e piattaforma concreta di lavoro), nella valorizzazione degli aspetti comuni e delle diversità delle culture in Europa (aspetto questo ultimo su cui la giuria per tutte le città ha sottolineato la necessità di un maggiore investimento per far sì che i cittadini possano aumentare la propria consapevolezza e apprezzamento nei confronti della diversità".

Sul fronte progettuale, la giuria, considerando "interessante la necessità della città di utilizzare la candidatura come opportunità di cambiamento per uscire da una “crisi silenziosa”, ha apprezzato "L’età dell’oro nell’arte" per "la capacità di attirare un ampio pubblico internazionale"; European, "propaganda per il tema particolarmente delicato e complesso, ma di attualità per l’Europa e meritevole come tale di essere trattato"; "Gender Notes e i progetti legati a Dante", per "la capacità di valorizzare gli aspetti comuni delle culture in Europa.

Promossi anche i Festival dei quartieri interculturali, "per contribuire significativamente alla dimensione europea, valorizzandone l’aspetto della contemporaneità, legata in particolare ai progetti culturali che favoriscono l’inclusione sociale nel quartiere multiculturale di Lido Adriano (la giuria ha apprezzato la capacità della città di Ravenna di affrontare i problemi legati all’immigrazione e alla multiculturalità facendo leva sulla cultura come potente motore di inclusione sociale)". Positivo anche il giudizio sui progetti legati alle imprese culturali e creative per lo sviluppo della Darsena di città, condiderati "un'opportunità per la città di Ravenna per posizionarsi a livello internazionale tra gli esempi di città che sono riuscite a rivitalizzare aree portuali e ex industriali dismesse grazie alla cultura, alla creatività e all’innovazione".

PERPLESSITA' - Ed ecco le note dolenti che emergono dal report: "L’unica perplessità che la giuria esprime nella valutazione riguarda l’approccio della direzione artistica collettiva, considerando la presenza di un direttore artistico preferibile". Non vengono tuttavia citati casi specifici di successo/insuccesso legati ai due rispettivi approcci. "La scelta della direzione artistica collettiva, seppure supportata da un coordinatore in caso di vittoria - viene chiarito - nasce da un approccio di costruzione collettiva della candidatura e in particolare del programma, coerentemente con la vision plurale del Mosaico di Culture, e con l’investimento che la città di Ravenna ha voluto fare sui giovani operatori culturali del territorio. L’eredità della candidatura oggi è fatta anche di quelle nuove e accresciute competenze sviluppatesi proprio grazie al percorso".

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