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Cronaca

Religione cattolica nelle scuole, il vescovo: "Chiave di lettura del nostro passato"

"Si tratta di una decisione importante per la completezza della formazione dei ragazzi e dei giovani - afferma Ghizzoni -. Proprio in questi giorni i vescovi italiani hanno espresso – con un messaggio – alcune riflessioni su questa scelta che vorrei condividere con voi"

La materia di religione "ha la stessa dignità delle altre discipline e dovrebbe essere trattato come quelle". Questo il messaggio a firma del vescovo di Ravenna e Cervia, Lorenzo Ghizzoni rivolto agli studenti che devono scegliere se avvalersi o meno dell'insegnamento della religione cattolica. "Si tratta di una decisione importante per la completezza della formazione dei ragazzi e dei giovani - afferma Ghizzoni -. Proprio in questi giorni i vescovi italiani hanno espresso – con un messaggio – alcune riflessioni su questa scelta che vorrei condividere con voi".

Il vescovo specifica che sono "arrivate direttamente da alcuni ragazzi delle nostre parrocchie e da alcuni genitori, diverse lamentele circa comportamenti sfavorevoli all’insegnamento della religione (e forse non legittimi), che avvengono in alcune scuole della Provincia". La prima riflessione: “Questa scelta - afferma - non è una dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la coscienza di qualcuno, ma esprime solo la richiesta alla scuola di voler essere istruiti anche sui contenuti della religione cattolica che costituisce una chiave di lettura fondamentale della realtà in cui noi tutti oggi viviamo”. Ci teniamo a mantenere la presenza di questo insegnamento perché crediamo che abbia una potenzialità formativa e di arricchimento culturale dei più giovani. L’insegnamento della religione cattolica costituisce una chiave di lettura fondamentale del nostro passato e della realtà in cui noi tutti viviamo".

La seconda riflessione: “La storia da cui veniamo è un dato immodificabile e le tracce che in essa ha lasciato e continua ad offrire la Chiesa costituiscono un contributo evidente ed efficace per la crescita della società di tutti. Lo Stato italiano riconosce che attraverso questa disciplina scolastica, vengono fatti conoscere quei valori di umanesimo che la fede cristiana ha portato nella storia italiana ed europea, segnando il nostro spirito e la nostra civiltà".

Aggiungo una terza riflessione: "il presente momento storico che vede tensioni e conflitti, terrorismo e guerre, attribuiti alle religioni, ci chiede di far conoscere bene gli elementi del cristianesimo, per dare ai nostri giovani la possibilità di proporre ai coetanei di altre religioni il “dialogo interreligioso” con competenza e conoscenze documentate (come prevedono i programmi ministeriali che i nostri Insegnanti di Religione seguono). Mi sembra dunque più che giusto ribadire che questo insegnamento ha la stessa dignità delle altre discipline e dovrebbe essere trattato come quelle". Il vescovo ringrazia "gli insegnanti di religione che insieme con tutti gli altri docenti portano il peso di un momento difficile della scuola – specchio delle famiglie e della società – che ha bisogno di cambiamenti profondi per divenire un luogo dove i giovani possano essere formati a livello intellettuale ed etico per essere protagonisti di un vero rinnovamento della società".

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