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Cronaca

Ad un anno dalla scomparsa Padre Claudio ricorda il cardinal Tonini: "Ascoltava la vita"

Padre Claudio, ordinato sacerdote da Tonini, con il quale ha poi vissuto e lavorato, ricostruisce momenti salienti della vita del Cardinale e il lavoro da lui svolto nella città di Ravenna a favore degli” ultimi”

Il 28 luglio segna il primo anniversario della scomparsa del cardinale Ersilio Tonini. Padre Claudio, ordinato sacerdote da Tonini, con il quale ha poi vissuto e lavorato, ricostruisce momenti salienti della vita del Cardinale e il lavoro da lui svolto nella città di Ravenna a favore degli” ultimi”. Oltre al ricordo della vita del Cardinale, si focalizza sulle emozioni vissute nel giorno del funerale. "Camminare con gli ultimi non è stato uno slogan legato al momento, una frase d’effetto per colpire l’emotività della città di Ravenna", afferma Padre Claudio.

"E’ stato il programma del Cardinal Tonini, il suo stile, la cadenza che ha dato ai suoi passi - aggiunge -. Camminare con gli ultimi è il titolo della lettera con cui Monsignor Tonini comunicava alla diocesi e alla città l’apertura del Ce.Is per prendersi cura dei tossicodipendenti e delle loro famiglie. Era l’incipit di un a lettera che impegnava l’intera chiesa di Ravenna-Cervia a mettersi accanto alle vittime di quello che oggi è definita cultura dello scarto. Camminare insieme; mettersi accanto vuol dire legare il proprio volto, la propria presenza, direi fisicità al compagno con cui si fa strada. Così Tonini metteva la chiesa a fianco dei tossicodipendenti non a parole ma nelle scelte. La sua opzione aveva la stabilità e la concretezza dell’ Episcopio messo a disposizione dei ragazzi del Ce.IS per la fase del reinserimento sociale".

"Il centro della diocesi abitato dagli ultimi, scrigno dove veniva custodito il “ tesoro della chiesa di Ravenna-Cervia” come presentò i suoi ragazzi a Giovanni Paolo II in occasione della memorabile visita in Romagna del Pontefice - continua Padre Claudio -. Gli ultimi sentiti e vissuti come tesori. Ricchezza che fanno bella la chiesa; dote e sostentamento della Comunità di Cristo. Camminare con gli ultimi per farli uscire dalle periferie dalla dimenticanza dall’ omologazione del giudizio che ne fanno persone  “sotto il vestito niente”, dalle poche righe di cronaca che qualche volta gli riconoscono un nome magari per iniziale e così li fanno esistere nell’attenzione della città. La sede di via Cavour data da Tonini alla Comunità del Ce.Is indica la volontà di dare cittadinanza, visibilità, attenzione a quelle vite rese invisibili all’indifferenza e dal pregiudizio. Camminare; Tonini con il suo impegno ha dato il passo al percorso di liberazione, di riscatto, di recupero della vita di tanti ragazzi e famiglie. Con la sua umile fortezza ha riallacciato le scarpe di chi non aveva motivi e mete da dare ai suoi passi".

Per il sacerdote, Tonini "ha rimesso in piedi e serrato le fila di chi era sparpagliato dalla vita, sfilacciato dalla società, accidentato sulla corsia di emergenza  dell’ esistere. Monsignor Tonini prima di essere un comunicatore è stato un’ ascoltatore attento e pieno di stupore della vita. Si è lasciato attraversare dai dubbi, dagli interrogativi del suo tempo, leggendovi con il suo sguardo profondo e penetrante i cambiamenti. Ha dato parola alla vita…. Specie a quella ferita….. a quella “ultima”….riconoscendovi  un nome, un volto, una storia….. un motivo per cui Dio ha fatto tanta festa. Il Cardinal Tonini è stato davvero un profeta…che ha accolto ed indicato i passi di Dio nei tratturi della storia confusi con quelli della gente, impastati di terra e di amore….semplicementi umani".

Padre Claudio ricorda il momento dei funerali, che si sono svolti nella chiesa di Santa Teresa: "Sono in silenzio davanti alla salma del Cardinal Tonini. Si aspettano i dipendenti delle onoranze funebri per la chiusura della bara e cominciare il funerale. Tengo gli occhi su di lui – mentre mi scorrono nella mente i giorni gli anni  trascorsi gomito a gomito. Mi risuonano nel cuore le sue parole… le frasi più usate, ne risento la voce,  il timbro. Il coperchio  pian piano toglie dalla vista il suo esile corpo e quell’involucro di legno gli nega  presenza. Poi mentre mi preparavo a prendere parte al corteo che avrebbe accompagnato il feretro in Duomo per la celebrazione Eucaristica, mi viene chiesto di portare la bara in spalla per quel tratto di strada. Ho sentito gli occhi della gente addosso…e il peso di quel legno sulle spalle. Ho pensato che sulle spalle portavo l’eredità di gesti e parole, di sogni e di scelte che hanno fatto la vita di Tonini. Il suo sentire, i suoi gusti, il suoi convincimenti ora camminavano sulle mie gambe e ne sentivo l’onore e la responsabilità. Gli occhi della gente erano la domanda di dare continuità alla chiesa dal volto umano, del pezzo di pane , del volersi bene e della coscienza pulita che cammina con gli ultimi che Tonini aveva incarnato e seminato per lo stivale, toccando con il suo sapere contadino le corde del cuore e  sensibilità di credenti e non credenti, di semplici e dotti, perché la vita parla alla vita. Mentre passavo tra la gente che circondava ogni parte il feretro, ho percepito che si portava sulle spalle un pezzo di storia della chiesa non solo ravennate, mi sentivo  carico della “memoria di Tonini, prete innamorato di Dio e degli uomini. Vescovo fatto popolo. La bara depositata sul tappeto a terra, al centro della Chiesa, con gli occhi di tutti prelati, preti, chierici e laici addosso e una presenza che interroga da quella cattedra umile. Tonini “scomodava” ancora la sua Chiesa ad abitare lo spazio ed il tempo ad essere punto di riferimento specie per le nuove generazioni a mettere insieme le parole e le azioni, ad essere capace di meraviglia, ad essere sobria ed essenziale a credere nel potere dei segni  e non nei segni del potere, una Chiesa che incarna e vive i suoi convincimenti ma sa farsi accanto e comprendere le fragilità dell’uomo unico valore non negoziabile. Una Chiesa che abbia addosso l’odore della gente credibile, audace e profetica. Il feretro lascia il Duomo e io l’ho ancora per un po’ sulle spalle, quel carro funebre ha portato via solo il corpo di Tonini, Don Ersilio è ancora tra noi".

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