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Cronaca

Scuola e l'ora di religione, la Diocesi: "Non è un’ora di catechismo"

L’editoriale del settimanale diocesano Risveglio Duemila di questa settimana ricorda che sui valori educativi per i propri figli i genitori sono chiamati a scegliere ogni giorno

"L’ora di religione è diventata un’opportunità non solo culturale ma anche esperienziale adatta a tutti". La diocesi di Ravenna-Cervia, nel ricordare che i genitori avranno tempo fino al 6 febbraio per scegliere se avvalersi per i propri figli dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica, riporta che nel 2016 ha frequentato l'ora di religione il 79,30% dei bimbi della scuola dell’infanzia, l’85,97% degli alunni della primaria, il 79,55% dei giovani delle medie e il 62,8% degli studenti delle superiori. "Non è un’ora di catechismo, ma di cultura religiosa svolta secondo i programmi del Ministero - viene evidenziato dalla diocesi -. Molti studenti, anche stranieri, di religione diversa, la apprezzano perché è l’ora del dialogo e del confronto dei ragazzi tra loro e con un insegnante laico competente su argomenti religiosi e vitali, non solo una esposizione corretta delle caratteristiche della religione cristiana, che comunque interessano molti".

Don Andrea Bonazzi direttore dell’Ufficio scolastico diocesano, spiega come anche i Vescovi italiani indicano ai ragazzi il valore “culturale” dell’ora di religione, “un’occasione formativa importante che viene offerta per arricchire la vostra esperienza di crescita e per conoscere le radici cristiane della nostra cultura e della nostra società”. Poi i Vescovi sotto-lineano anche il suo valore “esistenziale” perché i suoi contenuti “rispondono efficacemente anche oggi alle domande più profonde degli alunni di ogni età. Per questo l’Irc nel tempo si è confermata come una presenza significativa nella scuola, condivisa dalla stragrande maggioranza di famiglie e studenti”.

L’editoriale del settimanale diocesano Risveglio Duemila di questa settimana ricorda che sui valori educativi per i propri figli i genitori sono chiamati a scegliere ogni giorno. "Non farlo - si legge nell'editoriale - nel caso dell’ora di religione a scuola, ad esempio, significa prendere una decisione impegnativa: privare i propri figli di chiavi importanti di lettura della nostra cultura contemporanea, e di quel laboratorio di umanità che quasi sempre rappresenta quest’ora all’interno del contesto scolastico". Perché, "contrariamente a quel che alcuni vogliono farci credere, l’Irc è un’opportunità per tutti”, “un’ora per scrivere la propria vita”, indipendentemente da ciò che si farà da grandi.

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