È 'Cagnoni show' per Selvaggia Lucarelli: "File di curiosi come a un concerto di Vasco"
La nota opinionista non usa mezzi termini per descrivere quello che, a suo dire, sarebbe diventato "un triste show in cui va in scena l’ultimo atto di un narcisista patologico"
Il caso che da qualche mese sta tenendo col fiato sospeso mezza Ravenna torna alla ribalta dei media nazionali: il processo a Matteo Cagnoni, dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016, è tornato a essere discusso in tutta Italia dopo che la blogger Selvaggia Lucarelli, che a giugno si era occupata di un caso di razzismo avvenuto nell'ospedale di Ravenna, gli ha dedicato un articolo sul Fatto Quotidiano ma soprattutto sulla sua seguitissima pagina Facebook, quella in Italia con più "fan".
La nota opinionista non usa mezzi termini per descrivere quello che, a suo dire, sarebbe diventato "un triste show in cui va in scena l’ultimo atto di un narcisista patologico, pronto a infangare la memoria della moglie barbaramente uccisa pur di salvare la reputazione", facendo riferimento anche agli insulti che Cagnoni ha rivolto alla madre di Giulia durante la sua deposizione qualche mese fa. Più che un processo, secondo la Lucarelli, si tratterebbe di una sorta di "trattato psicologico sulla personalità di certi uomini e dei moventi futili, rabbiosi e narcisistici che ci sono dietro agli assassinii di tante donne". Di indizi e prove contro il dermatologo, come sottolinea la stessa blogger e come emerso durante le varie udienze, ce ne sono tanti: in primis le due impronte insanguinate trovate sulla scena del crimine che, secondo gli inquirenti, apparterrebbero a Cagnoni. Ma per la Lucarelli, ciò che contraddistinguerebbe questo processo sarebbe che l'imputato, udienza dopo udienza, sfoderando un completo elegante dietro l'altro, si starebbe trasformando egli stesso in "un evento mediatico, quasi teatrale, con l’aria spavalda".
E in effetti prima delle udienze del processo Cagnoni, in particolare nei giorni precedenti quella in cui sul banco del testimone si è seduto proprio lo stesso imputato per depositare la sua versione dei fatti, i telefoni del Tribunale hanno ricevuto decine e decine di chiamate di persone che volevano sapere se l'udienza fosse pubblica e se fosse possibile prenotare un posto, "come fosse il concerto di Vasco Rossi", scrive la Lucarelli, secondo la quale Cagnoni avrebbe creato attorno a sé "un perverso alone di divismo. Tutti vogliono vedere Cagnoni, assistere alle sue sfuriate, godersi lo show che regala ai curiosi". Tanto che venerdì, prima dell'udienza delle 9.30 in cui è stato ascoltato Cagnoni, la fila fuori dal tribunale ha iniziato a crearsi già alle 7.30 del mattino, con un affollamento nel parcheggio del tribunale tale da portare la Municipale a rifilare diverse multe per divieto di sosta. Conclude la blogger nell'articolo del Fatto: "Cagnoni continua a infangare la reputazione della moglie. Una donna che stava provando a essere felice lontano da lui, dalla sua vanità, dalla sua prepotenza e morì, in maniera terribilmente simbolica, ai piedi di un quadro su cui finirono numerosi schizzi di sangue. Il nome di quel quadro era 'Narciso'".