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Cronaca Brisighella

"Faccio uso di marijuana, ma non la spaccio": coniugi rilasciati dopo l'arresto

Ala fine la linea difensiva del solo “uso personale” è stata accolta dal giudice, che ha rilasciato i due coniugi senza applicare nessuna misura cautelare

Avevano in casa 700 grammi di marijuana, una pianta adulta di cannabis e decine di “talee” destinate alla riproduzione in larga scala. Nel mirino dei Carabinieri di Brisighella è finita una coppia di Marradi, sospettata di rifornire i consumatori del brisighellese di “maria”. L'operazione risale alla scorsa settimana, quando i militari si sono presentati alla porta di un 50enne e della sua convivente 60enne che vivono a Marradi.

Gli uomini dell’Arma da qualche mese avevano avviato un’attività investigativa  per individuare chi fosse a capo di un presunto canale di rifornimento per i consumatori di marijuana di Brisighella e dintorni e alla fine avevano concentrato le indagini sulla coppia di Marradi, dopo aver notato la loro presenza “sospetta” alla stazione ferroviaria del piccolo borgo medievale.

Dopo aver messo insieme tutti gli indizi, i carabinieri, ottenuto un decreto di perquisizione della Procura di Firenze, hanno effettuato un “blitz” a casa dei due, che vivono “da eremiti” in un casolare isolato posta sulla sommità di una collina poco oltre il confine fra le province di Ravenna e Firenze. Ha fatto parte dell’operazione anche il pastore tedesco “Geco” condotto da un carabiniere del Nucleo Cinofili di Bologna addestrato per la ricerca di sostanze stupefacenti.

Alla fine, grazie anche al formidabile fiuto del cane antidroga, i Carabinieri hanno trovato nascosti nella soffitta dell'abitazione della coppia numerosi contenitori ermetici di vetro pieni di marijuana già essiccata, per un peso complessivo di quasi 700 grammi, oltre a bilancini di precisione e qualche “spinello” pronto all’uso. Inoltre nel terreno adiacente il fabbricato è stata trovata una rigogliosa pianta adulta di cannabis, alta circa un metro e mezzo.

Ma la vera “scoperta” dei carabinieri è arrivata quando hanno fatto ingresso nell’orto a pochi metri dall’abitazione, dove hanno trovato numerose “talee” di cannabis (in totale 76), cioè piccoli ramoscelli tagliati da una pianta adulta che se coltivati da una mano esperta sviluppano le radici e quindi generano nuove piante che risulteranno essere un “clone” della pianta madre. Aquel punto, per i due “coltivatori”, entrambi con vecchie vicende di droga alle spalle, è scattato l’arresto con l’accusa di “coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio”.

Durante l'udienza di convalida, l’uomo si è difeso dichiarando di fare uso “da sempre” di marijuana e di non poterne fare a meno al punto da coltivarla per suo esclusivo uso personale e di non averla mai “spacciata”. La donna, invece, si è dichiarata estranea ai fatti ed ha preso le distanze da quella che ha definito una “debolezza” del marito, spiegando al giudice di essere assolutamente contraria al consumo di marijuana nonché di aver litigato più volte, proprio per quel motivo, con il consorte.

Ala fine la linea difensiva del solo “uso personale” è stata accolta dal giudice, che ha rilasciato i due coniugi senza applicare nessuna misura cautelare, osservando che quella coltivazione di marijuana “fai da te” non configurava alcun reato, perché in assenza di attività di spaccio non costituiva un “pericolo” per la salute della collettività.

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