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Cronaca

Sì al piano per la sesta stazione di pineta San Vitale e Piallasse

All'interno del parco del Delta del Po, l'area di 8mila ettari, è ricca di pinete che si alternano a bassure palustri e valli d'acqua dolce. Lungo iter per la sua approvazione

Approvato in Commissione territorio ambiente e mobilità in Regione il piano di stazione "Pineta San Vitale e Piallasse di Ravenna" del parco regionale del Delta del Po con il sì di Partito democratico e Sinistra italiana, l'astensione del Movimento 5 stelle, Forza Italia e Misto, e il no della Lega.

"Il parco del Delta del Po, istituito dal 1988, conta 6 stazioni di varia estensione, ognuna con un proprio piano territoriale", spiega la giunta. E la stazione di Pineta San Vitale e Piallasse è l'ultima ad essere approvata, tutte le altre hanno ricevuto il sì già dal 2001. Per questo l'iter di approvazione, partito nel 1991, ha subito negli anni diverse modifiche. L'area, estesa per circa 8mila ettari, con pinete che si alternano a bassure palustri e valli d'acqua dolce comprende "la storica pineta San Vitale, le Piallasse di Ravenna - che sono grandi lagune salmastre collegate al mare attraverso il porto -, l'oasi di Punte Alberete con la sua foresta allagata che è la zona naturalistica più importante, Valle Mandriole, la bassa del Pirottolo e la prateria del Bardello". La zona comprende anche la costa con i centri balneari più importanti della zona.

La Giunta precisa anche che si contano nella Stazione "otto siti di Rete Natura 2000, due zone Ramsar, ovvero aree umide o paludi (Piallassa della Baiona e Risega e Punte Alberete) e due riserve naturali statali (pineta di Ravenna e duna costiera di Porta Corsini). Tra gli elementi di criticità dell'area vengono segnalate la vicinanza all'area industriale-portuale, l'affollamento del litorale nel periodo estivo, la statale Romea che taglia il territorio e l'attività venatoria presente nel luogo. Tra gli obiettivi, quello della conservazione e salvaguardia delle aree di interesse naturalistico, la riqualificazione del paesaggio, e lo sviluppo economico sostenibile ottenuto grazie al miglioramento del sistema complessivo di fruizione turistico-naturalistica. Il piano prevede inoltre l'ampliamento di alcune aree con funzione di filtro-cuscinetto e la riduzione di altre come quelle più urbanizzate, agricole non di pregio e la parte più portuale.

La normativa stabilita dal piano prevede norme più chiare per quanto riguarda la realizzazione dei nuovi capanni da pesca o caccia o altro tipo di fabbricati. In più definisce le norme di tutela di habitat e specie del territorio, i percorsi e le strutture di visita e stabilisce che il regolamento del Parco sia da redigere entro tre mesi dall'approvazione del Piano. "Inoltre - conclude la Giunta - il Piano è stato sottoposto a Vas (Valutazione ambientale strategica) e Vi (Valutazione d'incidenza) con la raccomandazione di condurre un attento monitoraggio per far sì che le zone rimangano funzionali alle esigenze di conservazione del territorio e di contrasto alla perdita di biodiversità".

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