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Cronaca

Coronavirus, i sindacati alla Regione: "Si deve fare il tampone a tutti gli operatori sanitari"

Per Cgil Cisl e Uil Tutti i professionisti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie dell’Emilia-Romagna devono essere sottoposti subito al tampone, anche se asintomatici

I sindacati FP CGIL, CISL FP e UIL FPL lanciano un appello alla Regione Emilia Romagna: “Situazione altamente preoccupante. Bisogna fare al più presto il tampone a tutti gli operatori sanitari e assicurarsi che non abbiano contratto il virus prima che rientrino in servizio”.

Ha raggiunto più di 16.000 firme la campagna lanciata dai sidacati emiliano-romagnoli per la modifica dell'articolo 7 del decreto legge Speranza che abolisce la quarantena per il personale sanitario.

"Sempre nelle ultime ore abbiamo apprezzato l’intenzione della Regione di predisporre un piano di potenziamento dei tamponi, anche per gli asintomatici, a partire dagli operatori sanitari - fanno sapere i sindacati -. D’altronde ampliare la platea delle persone da sottoporre a tampone è una richiesta dell’OMS e quindi della comunità scientifica. Chiediamo però con forza al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore alla Sanità Raffaele Donini di fare il prima possibile: serve un impegno concreto e rapido a tutela della salute di chi lavora e della popolazione, perché la situazione attuale ci preoccupa moltissimo". 

Secondo le tre sigle sindacali "Tutti i professionisti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie dell’Emilia-Romagna devono essere dotati immediatamente dei giusti dispositivi di protezione individuale e sottoposti subito al tampone, anche se asintomatici, così da accertare se hanno contratto o meno il virus. È inoltre fondamentale che vengano messi in quarantena fino all’esito del tampone. Essere sicuri che medici infermieri OSS tecnici di radiologia e di laboratorio, fisioterapisti, e tutti gli operatori in servizio a contatto con pazienti positivi, abbiano la certezza di un tampone negativo, è il primo strumento per evitare che si rischi di trasformare le strutture sanitarie in punti di propagazione del virus. 
Sappiamo che eseguire i tamponi a tutto il personale entrato in contatto diretto di pazienti positivi comporta un impegno organizzativo e di risorse importante, come sappiamo che sia altrettanto uno sforzo privarsi dei professionisti in attesa del referto del tampone, ma lo riteniamo l’unico strumento, in una prospettiva temporale dell’emergenza oggi non conosciuta, per tutelare la salute dei professionisti, dei loro familiari e dell’intera collettività".

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