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Cronaca

Lo spettacolo va avanti: la compagnia teatrale non si ferma e prepara il copione in videoconferenza

Laboratori a distanza e monologhi sui social sono la strada per proseguire l'attività di teatro e tener vive le amicizie dell'associazione Galla & Teo

Laboratori in videoconferenza, monologhi su Facebook e storie a puntate su Instagram: così la macchina del teatro non si ferma e continua a lavorare in nome della cultura e dell'amicizia. Questo è ciò che sta portando avanti l'Associazione Culturale Galla & Teo con la sua compagnia teatrale.
Certamente l'emergenza sanitaria e il successivo isolamento causato dalla diffusione del Coronavirus ha obbligato gli attori a prendere distanza dal palcoscenico, ma come ci racconta Silvia Rossetti, tutor dei laboratori teatrali di Galla & Teo, le idee e l'entusiasmo non mancano.

Insomma, "the show must go on": e se gli attori non possono andare a teatro, è il teatro stesso a raggiungere gli attori a casa loro. Con l'aiuto della tecnologia, ovviamente, ma anche con la grande voglia dei partecipanti ai laboratori e dei loro insegnanti di proseguire l'attività e restare in contatto.

Silvia, come prosegue la vostra attività in questo periodo di isolamento?
In termini organizzativi abbiamo cercato subito dopo lo stop di tutte le attività un modo per continuare a sentirci. Abbiamo scelto Google Meet, come già avevano fatto i nostri amici di Officina della Musica, per fare videoconferenze con un ampio numero di partecipanti. Per fortuna eravamo in una fase dei laboratori in cui già si stavano preparando gli spettacoli. Ci stiamo impegnando per tenere i nostri iscritti occupati in modo costruttivo e non farli annoiare. Si è poi creato un effetto secondario: quando abbiamo proposto di continuare l'attività con i gruppi online, tranne con i bambini più piccoli, c'è stato molto entusiasmo tra gli allievi dei laboratori sia per la possibilità di continuare il percorso teatrale sia per l'occasione di potersi rivedere. Infatti in questi anni di attività teatrale si sono formate delle vere e proprie amicizie fra diversi attori e in questa situazione straordinaria che non permetteva loro di vedersi, la tecnologia consente a tutti di tener viva l'amicizia.

Oltre ai laboratori siete molto impegnati anche sui social network...
Sì, sulla nostra pagina Facebook stiamo proponendo i video-monologhi "Home Theatre", mentre su Instagram siamo partiti con le Home Tales. I video-monologhi sono un'idea partita all'inizio dell'emergenza per far capire che come compagnia teatrale non eravamo fermi. Invece la storia a puntate su Instagram sta andando avanti da 3 settimane, e si tratta della versione digitale di un gioco che già facevamo nei laboratori dei bambini. Sono contenta della bella risposta da parte degli attori dei laboratori che si impegnano sia per dare il proprio contributo, sia per rimanere vicini al mondo del teatro. Continueremo a pubblicare almeno fino a fine aprile.

Quali sono le difficoltà maggiori nel seguire i vostri allievi in videoconferenza?
Le difficoltà in realtà non sono tantissime, salvo il fatto che lavoriamo in maniera differente da come faremmo sul palco. Chiaramente manca il movimento tipico del palcoscenico, la gestualità, le entrate e le uscite di scena. La difficoltà sta anche nell'andare avanti senza saper bene dove si va a parare: avevamo i nostri spettacoli in calendario a maggio, ma acora non sappiamo quando effettivamente andranno in scena. E' difficile non poter dare una risposta alla domanda "quando andremo in scena?". Non sapere quando potremo riprogrammare gli spettacoli lascia tutto in una sorta di limbo. Anche per i laboratori estivi probabilmente avremo lo stesso problema. Trovare nuove idee per lavorare mi piace, ma chiaramente ci sono dei limiti.

Hai trovato degli stimoli nuovi in questa nuova forma di teatro a distanza?
Sì, gli stimoli partono dal bisogno di noi tutor nel procedere con i lavori, ma anche l'entusiasmo degli iscritti ci spinge a far di più. Lo stimolo sta nel trovare nuovi canali e imparare a sfruttarli al meglio. Così se non si può lavorare sul movimento si lavora sull'improvvisazione. Inoltre in questa nuova modalità i ragazzi dei laboratori fanno proposte sul copione che normalmentre non avremmo avuto il tempo di introdurre nello spettacolo. Insomma, ci si può concentrare maggiormente su certi nuovi dettagli.

Come compagnia teatrale sfrutterete alcune di queste metodologie a distanza anche una volta finita la crisi Coronavirus?
Potrebbe diventare una possibilità per sentirsi velocemente tutti insieme. Però se si potrà evitare la modalità a distanza penso che la eviteremo. Fare teatro in videoconferenza non è la stessa cosa. Però le campagne social Home Theatre e Home Tales potrebbero anche continuare.

Avete altre iniziative in programma?
Ci stiamo organizzando per fare una donazione in favore dell'Ospedale di Ravenna, per dare anche noi un contributo alla lotta contro il virus.

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