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Cronaca Bagnacavallo

Gas stivato nel sottosuolo? Edison Stoccaggi: "Nessun rischio sismico"

Gas stoccato nel sottosuolo? Gli ambientalisti parlano di "un bombolone di gas sotto la Romagna". Sul tema intervengono i proponenti del progetto di Bagnacavallo e Cotignola, la Edison Stoccaggi Spa. L'intervista

Dopo le scosse in Emilia del 20 e del 29 maggio e quella di mercoledì 6 giugno al largo delle coste di Ravenna e Cervia in molti, in primis gli amministratori locali  si stanno chiedendo se l'impianto di stoccaggio di metano San Potito (Bagnacavallo) - Cotignola, che sarà concluso entro maggio 2013 , è in grado di garantire la massima sicurezza in caso di terremoto. Qui saranno stoccati circa 800 milioni di metri cubi di metano e i lavori sono già partiti. E dopo lo 'stop' imposto dalla Regione al progetto di impianto di stoccaggio a Rivara, nel Modenese, fioccano le domande anche nel Ravennate.

Gli ambientalisti parlano di “un bombolone di gas sotto la Romagna”. Sul tema intervengono i proponenti del progetto, la Edison Stoccaggi Spa. Intervistato da RavennaToday-RomagnaOggi è Gaetano Annunziata, responsabile Operations di Edison Stoccaggi.

Che progetto state realizzando a San Potito – Corignola?
“Si tratta di due giacimenti esauriti di metano che saranno trasformati in centri di stoccaggio. Il giacimento è roccia porosa, sopra la quale c'è una copertura di altro materiale che impedisce l'uscita del gas, in gergo la “trappola”. Così è stato per milioni di anni, fino a quando l'uomo ha estratto il gas. Ora si tratta di realizzare impianti in superficie per rimettere del gas e trattenerlo 'in modo intelligente', vale a dire trattenerlo quando abbonda e metterlo a disposizione dei cittadini quando scarseggia.”

Qualche numero di quest'impianto?
“Per Edison Stoccaggi è un investimento per circa 130 milioni di euro, con una capacità di stoccaggio di circa 800 milioni di metricubi di gas. E' un impianto di una certa dimensione per noi, ma tra gli 11 stoccaggi presenti in Italia è piuttosto piccolo”.

Che differenza c'è con il temuto e poi bloccato impianto di Rivara (Modena)?
Sostanzialmente nel progetto di Rivara non c'è un giacimento esaurito, ma altre forme di “trappola”: in questo caso il contenimento è con del fluido, acqua. Non che questo rappresenti una insicurezza. In Francia, dove non hanno la fortuna di avere gas metano e quindi giacimenti esauriti, vengono realizzati anche così gli stoccaggi. In questi casi bisogna fare degli approfondimenti di tipo geologico. In Europa gli stoccaggi di gas sono per il 70% in giacimenti esauriti e per il 18% in 'acquifero', vale a dire come il progetto di Rivara, che non è nostro. In Italia tutti gli stoccaggi sono in giacimenti esauriti”.

Cosa può succedere a San Potito – Cotignola in caso di forte terremoto?
Distinguiamo: ll giacimento per lo stoccaggio è una struttura formata milioni di anni fa. Lì si trovava del gas ed è rimasto confinato per milioni di anni indipendentemente dai terremoti di questo lungo periodo. Se si considera che nella pianura padana terremoti di quest'intensità cadono con una periodicità di 1.000-10.000 anni, ipotizzando l'età del giacimento di 5 milioni di anni, questo ha resistito in media a 5.000 terremoti di grande intensità. Quale struttura umana può vantare un simile livello di collaudo?

E per gli impianti in superficie?
Serve una premessa: gli stoccaggi di gas sono opere di pubblica utilità e quindi autorizzate direttamente dagli organi centrali. L'Italia importa il 90% del suo fabbisogno di gas. Questo comporta problemi: in estate vi è sovrabbondanza mentre in inverno siamo deficitari, e basta una scaramuccia tra Russia e Ucraina oppure una grande ondata di freddo, che avviene in tutta Europa e non solo da noi, che la Russia dice 'il freddo è anche qui, il gas lo trattengo per riscaldare i miei cittadini'”.

Quindi?
“Questo per dire che questi impianti rivestono importanza strategica nazionale. La realizzazione degli stoccaggi viene seguita passo passo dai ministeri competenti, in accordo con le Regioni e gli enti locali. E' tutto espressamente autorizzato da un ente pubblico e appare quasi superfluo dire che è tutto assolutamente costruito in base alla sismicità indicata per l'area in questione

Se gli enti locali vi chiederanno un supplemento di indagini geologiche e sismiche, che risponderete?
“Ad ora non è arrivata alcuna richiesta. D'altra parte bisogna dire che l'iter autorizzativo per San Potito -Cotignola è partito nel 2002. I lavori sono iniziati nel 2010. In tutti questi anni sono stati fatti approfondimenti con gli enti centrali, la Regione e i Comuni. Devo dire che, per l'importante cultura mineraria dell'area ravennate, sono stati chiesti nel tempo molti chiarimenti e poste molte prescrizioni nella Valutazione di impatto ambientale. Non mi aspetto quindi che una richiesta di sottolineatura e di maggiore illustrazione dei tanti studi realizzati in questi anni”.

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