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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Bagnacavallo

"Gas stoccato nel sottosuolo ravennate? Sicuro, ma approfondiamo"

Il sito di stoccaggio di gas naturale di San Potito- Cotignola, con un miliardo di metricubi di metano da stoccare nel sottosuolo della Bassa Ravennate è "antisismico ed è sicuro".

Il sito di stoccaggio di gas naturale di San Potito- Cotignola, con un miliardo di metricubi di metano da stoccare nel sottosuolo della Bassa Ravennate (Faenza. Cotignola, Solarolo, Castelbolognese, Bagnacavallo) è “antisismico ed è sicuro, ciò non toglie che, dopo il terremoto in Emilia, chiederemo a Ministero, Regione e ad Edison, un approfondimento, perché qui ci abitiamo tutti”: sono le parole dell'assessore all'Ambiente del Comune di Bagnacavallo Matteo Giacomoni, dopo una riunione che si è tenuta in Regione mercoledì mattina su questo impianto, finito nel mirino di ambientalisti e tra le preoccupazioni dei cittadini dopo l'ondata di sismi in Emilia-Romagna.

IL PROGETTO. Edison conferma che la fine dei lavori sarà tra un anno, nel maggio 2013 e il cantiere è in fase avanzata di realizzazione. Si tratta di un grande "serbatoio" di stoccaggio di gas nel sottosuolo. Non esiste solo quello di Rivara, proposto dalla Erg, nel comune terremotato di San Felice sul Panaro, il cui iter autorizzativo, dopo dieci anni, è stato improvvisamente bloccato dal Ministero dello Sviluppo ufficialmente per il parere negativo della Regione Emilia-Romagna venerdì 1 giugno, dopo i due forti terremoti del 20 e 29 maggio. A Rivara l'Erg aveva intenzione di stoccare 3,7 miliardi di metricubi di gas attraverso 19 pozzi di iniezione ed estrazione, per stipare la risorsa a quasi tre chilometri di profondità. Nel Ravennate i siti simili sono due: San-Potito Cotignola, già autorizzato e in fase di realizzazione da parte di Edison Stoccaggi, e ad Alfonsine, in fase ancora preliminare di studio. Perché questa necessità di stoccaggio? Per creare riserve e acquistare il metano quando costa meno, vale a dire in estate.

“VEDERCI CHIARO”. L'assessore Giacomoni chiede appunto di “vederci chiaro” e un “ricontrollo”. Ma partendo da un dato di fatto: “San Potito – Cotignola è un impianto diverso da Rivara. Nel nostro caso si va a stoccare gas in un giacimento esaurito: fino a una quindicina di anni fa lì c'era già del gas, presente per migliaia di anni, e non è mai uscito. Rivara, invece, è un progetto completamente diverso: si voleva mettere nel sottosuolo una grande quantità di gas dove non c'era mai stato. E' per questo che la Regione ha detto per tre volte no, mentre il sito di Cotignola invece è stato autorizzato. Devo dire che la Regione ci ha visto giusto e quindi mi sento rassicurato anche nella scelta di autorizzare l'impianto di San Potito-Cotignola”.

SISMICITA' STUDIATA. In ogni caso, conclude l'assessore, l'aspetto sismicità nel Ravennate è stato già studiato, in quanto “è noto, a differenza dell'Emilia, il rischio sismico della nostra area: gli impianti sono antisismici, mentre per lo stoccaggio è la storicità a darci sicurezza. Questo però non toglie che chiederemo un approfondimento per capirci meglio, anche a tutela dell'incolumità pubblica”.  Che cosa prevede il progetto di Edison Stoccaggi? Secondo una sintesi della valutazione di impatto ambientale di fine 2005, si prevede lo stoccaggio di un miliardo di metricubi di metano due km sotto il livello del mare, nel sottosuolo. Il progetto trova il suo centro nella centrale di compressione San Potito di Bagnacavallo, a cui sono collegati i pozzi di Cotignola e San Potito stesso nel raggio di 10 km, l'area di stoccaggio si estende nei comuni di Solarolo e Faenza.

Si tratta, in altre parole, di riutilizzare dei campi per l'estrazione di gas di Cotignola, sfruttati dal 1956 al 2005 e a San Potito, utilizzati dal 1988 al 2000. Nel 2001 il Ministero delle Attività Produttive ha ritenuto il sito idoneo allo stoccaggio di gas naturale. Nel progetto la centrale di compressione è prevista lungo via San Vitale, nel comune di Bagnacavallo, che dovrebbe rimettere nel sottosuolo il metano alla pressione originaria. Oltre ai pozzi dell'epoca ne saranno scavati altri 10, oltre ad un metanodotto di una decina di chilometri e altre strutture connesse. I lavori sono già partiti, confermano dal Comune di Cotignola.

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