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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Dalla Svezia all'Iran passando da Ravenna per combattere il terrorismo: il viaggio di Kamran - VIDEO

Una camminata dalla Svezia all'Iran per protestare contro il terrorismo e il fondamentalismo e lanciare un appello per chiedere maggiori diritti: è "Walking to Iran for freedom", il viaggio intrapreso da Kamran Ghaderi, 46enne nato in Iran e trasferitosi in Svezia a 15 anni per scappare dalla guerra. Kamran è partito il 20 marzo dalla Svezia, dove vive con la moglie e due figli, e ha già attraversato 9 paesi. "Dalla Svezia sono arrivato in Polonia, poi in Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Ungheria, ma al confine con la Serbia ho dovuto fermarmi e cambiare rotta: in Ungheria termina lo "Spazio Schengen", dove la circolazione delle persone è libera. Il mio passaporto iraniano, infatti, non è più valido perchè quando sono scappato dalla guerra, secondo il governo, ho "abbandonato" il mio paese: per poter andare oltre avrei dovuto firmare il "mercy call" all'Āyatollāh, ma non l'ho fatto per una questione di principio". Kamran ha così dovuto cambiare percorso su due piedi, risalendo per la Slovenia e arrivando in Italia. "Sono passato dal Friuli, fino a poco fa ero a Venezia e ora sarò per qualche giorno a Ravenna. Poi scenderò verso Bari, da dove mi imbarcherò per la Grecia e potrò richiedere un nuovo passaporto all'ambasciata. Passerò dalla Turchia e arriverò in Iran tra agosto e settembre". Kamran viaggia con un carrellino a tre ruote su cui ha caricato lo stretto necessario per vivere. "Ho con me una tenda, di notte mi accampo un po' dove capita: spesso i residenti mi indicano zone in cui posso sostare senza problemi, altre volte invece mi viene chiesto di spostarmi. Ogni tre o quattro notti mi fermo in un hotel, così posso lavarmi e riprendermi un po'". Fino a qualche mese fa Kamran era un insegnante di sostegno e praticava sport e allenamento a livello molto intenso: "Mi sono licenziato dopo un brutto incidente in skateboard che mi ha causato un danno al collo. Non potevo più allenarmi come prima, quindi ho iniziato a camminare. Così, un po' per caso, è nato tutto. Certo non è facile, i chilometri sono tanti e spesso sbaglio strada, nonostante abbia sempre con me il navigatore. Inizialmente, secondo il percorso che avevo programmato, avrei dovuto camminare per 6000 chilometri circa: ora credo siano diventati 7000". L'intrepido viaggiatore sta affrontando questo cammino per un motivo ben preciso: chiedere maggiori diritti, auspicando alla pace in segno di protesta contro il terrorismo e il fondamentalismo, non solo islamico, ma di qualunque tipo. "Sogno un mondo in cui poter vivere senza estremismi. Lo faccio soprattutto per gli iraniani, che spesso mi scrivono messaggi di supporto perchè apprezzano quello che faccio e perchè anche loro sognano un mondo migliore, in cui poter vivere davvero liberi". Kamran ha gli occhi lucidi mentre racconta la sua storia: "In Iran c'è una situazione orribile, e io non riuscivo più a sopportare questa "pazzia" senza fare nulla. È un atto simbolico: cammino per la pace. Ci sono intere popolazioni sotto il dominio del fondamentalismo islamico che meritano una vita migliore. Sento che Dio mi ha dato la forza e le gambe per fare questo. Chiunque merita di avere una bella vita, e gli iraniani non sono un'eccezione". Kamran sa che dovrà affrontare tanti rischi, soprattutto quando si avvicinerà all'Iran. Sul carrellino con cui gira ha affisso la vecchia bandiera iraniana, raffigurante un leone. "È la bandiera che abbiamo avuto fino alla Rivoluzione islamica del 1979. In Iran è vietato esporre questo simbolo: è una cosa per cui si rischia l'impiccagione. So che è pericoloso: una volta arrivato in Iran voglio raggiungere la tomba di Ciro il Grande, fondatore dell'impero persiano. Mia moglie è spaventata ma mi ha sempre supportato, stiamo insieme da 26 anni quindi mi conosce e sa che questa cosa è molto importante per me. Personalmente non riesco a sentire la paura, credo che l'amore che ricevo ogni giorno dalle persone che incontro sia talmente grande da sconfiggerla. La gente è davvero premurosa, in ogni paese in cui sono passato: ho ricevuto tanti aiuti, chi mi ha dato acqua, cibo, più volte mi hanno aiutato a sistemare il carrellino che si è rotto camminando. Mi sento amato, non avrei mai immaginato che le persone potessero essere così calorose e cordiali". E l'apprezzamento dell'attività di Kamran è evidente: mentre parliamo in un bar del centro, alcune persone sedute al tavolo di fianco al nostro ascoltano in silenzio la sua storia e decidono, senza dire nulla, di offrire la consumazione al ragazzo, che quando cerca di pagare alla cassa e scopre quanto accaduto si commuove. "Vedi? È questo ciò di cui parlo. Le persone sono fantastiche". Fino ad ora Kamran si è autofinanziato, ma adesso sta iniziando a pensare di realizzare un crowdfunding. "Il progetto sta diventando sempre più costoso. Questa settimana inserirò sulla mia pagina Facebook e Instagram un codice bancario su cui chi vorrà potrà effettuare una piccola donazione, preferibilmente non più di due euro. Ma la cosa davvero importante è ricevere supporto, anche solo tramite un "like" alla pagina, è la cosa che mi dà la forza di andare avanti". Per contattare Kamran è possibile visitare la pagina Facebook "Walking to Iran for freedom - Swenedtoiran" o cercare il profilo Instagram "swedentoiran".

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