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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

T-red all'incrocio della morte, il sindaco: "Ma ognuno sia vigile di se stesso"

"Dal 31 agosto è attivo il Sirio Red all'incrocio tra l'Adriatica e la Ravegnana. Anche in questo incrocio sono morte troppe persone: per questo abbiamo deciso di mettere in campo questo strumento in attesa della rotonda

"Dal 31 agosto è attivo il Sirio Red all'incrocio tra l'Adriatica e la Ravegnana.  Anche in questo incrocio sono morte troppe persone: per questo abbiamo deciso di mettere in campo questo strumento in attesa della rotonda che lo renderà più sicuro.  Nel giro di tre giorni sono stare rilevate  80 infrazioni, che costeranno a chi è passato con il rosso una multa e una significativa decurtazione di punti sulla patente". Sono le prime parole del sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci in merito all'installazione del T-Red all'incrocio della morte, quello tristemente famoso tra Adriatica e Ravegnana.
 
"Molti di noi, e questo dato lo conferma,  siamo talmente affezionati alle nostre cattive abitudini che facciamo fatica ad abbandonarle.  E guai per chi ce lo fa notare: la colpa non è mai la nostra, ma  sempre e solo degli altri. E comunque, sembra essere purtroppo opinione diffusissima, le regole ci vogliono, ma per gli altri, non per noi. Ogni volta che c'è un morto sulle strade di Ravenna provo un grande dolore, che è ancora più intenso per i ragazzi e i bambini. Sono tante, troppe famiglie distrutte dal dolore per la scomparsa  dei loro cari, vittime della mancanza del rispetto delle regole.  In Comune opera un gruppo di lavoro permanente per studiare ogni intervento e controllo possibile a partire dai “punti neri”, quelli statisticamente più pericolosi. Facciamo tutto ciò che è  possibile sul piano della massima sicurezza e dei controlli. Ci stiamo preparando alla riapertura delle scuole e all'imponente flusso di traffico che comporta" ha detto il sindaco ravennate.

"Quando vedo tutti i giorni i comportamenti di tanti di noi nelle strade, penso che gli incidenti potrebbero essere molti di più. So che è un discorso duro, ma è ciò che penso e ritengo utile dirlo. Questo non riguarda solo chi è al volante di un' auto. Pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti: nessuno di noi può chiamarsi  fuori. Comincio da noi pedoni. Il fatto che siamo gli utenti più deboli della strada non ci autorizza a fare quello che ci pare. Tipo: lanciarci sulle strisce pedonali come dovessimo fare il salto in lungo o aggirare le sbarre dei passaggi a livello come facessimo lo slalom. Veniamo a  noi ciclisti. A Ravenna esistono molte piste ciclabili. Ma  non tutti le utilizzano, per usare un eufemismo".

"Eppure sono una garanzia di sicurezza. Per chi sta in sella alla bici come per gli altri che stanno in strada. E poi pochi di noi scendono dalla bicicletta per attraversare le strisce pedonali. E così violiamo il codice della strada.  Le moto. Noi motociclisti vantiamo purtroppo un triste primato di incidenti mortali che hanno troppo spesso dinamiche molto simili: il mancato rispetto delle regole. Lo stesso vale per noi automobilisti: sorpassi dove non si può, andare ai cento anche in città, guidare parlando al cellulare, mancato uso delle cinture… Tutti comportamenti che violano palesemente il codice della strada, che per me è,  di suo,  troppo permissivo. Per non parlare di chi si mette al volante dopo avere fatto uso di droghe o aver  bevuto troppo alcol" continua il primo cittadino di Ravenna.
 
"I controlli e le sanzioni li facciamo,  ma non saranno mai sufficienti. A volte penso che ci vorrebbe un vigile per ognuno di noi. Sappiamo bene che questo non è possibile: abbiamo un agente di Polizia Municipale  ogni mille abitanti. Tutti noi abbiamo bisogno di avere una specie di tarlo nella nostra mente che ci condizioni in positivo, riportandoci a comportamenti che ci inducono a cambiare  le nostre abitudini sulla strada. Radicalmente.  E'  troppo importante: c'è di mezzo la nostra salute e la nostra vita.  Il richiamo alla nostra responsabilità individuale per me è il punto centrale per avere meno morti e feriti sulle strade. E' un discorso impopolare? Me ne prendo la responsabilità".

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