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Cronaca

"Tanti pazienti, pochi medici": ancora criticità all'ospedale di Ravenna

E' quanto sostengono Alberto Ancarani di Forza Italia e Samantha Tardi di CambieRà, tra coloro che avevano espressamente richiesto la convocazione del consiglio straordinario

A distanza di poco più di un mese dal consiglio comunale straordinario alla presenza della massima dirigenza Ausl Romagna, la situazione di disagio nell'ospedale di Ravenna persiste senza sosta, se non addirittura essere tendente a un pericoloso peggioramento: è quanto sostengono Alberto Ancarani di Forza Italia e Samantha Tardi di CambieRà, tra coloro che avevano espressamente richiesto la convocazione del consiglio straordinario. "Facciamo riferimento specialmente al reparto di Medicina Interna del Santa Maria delle Croci, già famoso per la lettera che gli stessi medici scrissero alla dirigenza sanitaria e al Sindaco De Pascale, per rendere nota la loro condizione di lavoro a dir poco pesante - spiegano Tardi e Ancarani - Questa volta è la Uil a far sentire la propria voce, rimarcando nuovamente l'insufficienza della presenza di un solo medico di fronte a circa 140/150 pazienti ricoverati sommando il reparto stesso, i vari appoggi in altri reparti e il famoso reparto “polmone” (che venne istituito lo scorso anno straordinariamente, a seguito del “collasso” ospedaliero a cui assistemmo di fronte al picco influenzale, che vide decine e decine di pazienti appoggiati in qualunque reparto, se non addirittura tenuti in attesa nello stesso Pronto Soccorso, con conseguenti slittamenti persino delle attività operatorie). Reparto Polmone che oggi, anziché fare da “polmone”, appunto, per aiutare il respiro in caso di emergenza, altro non è che un numero fisso di posti letto costantemente occupati da un anno a questa parte e che non aiuterà più in alcuna maniera il prossimo picco influenzale, essendo diventato, ormai, parte integrante della Medicina Interna; e chissà che quest'anno non veda l'istituzione anche del “secondo polmone” per considerare l'apparato completo".

"Da quanto si apprende dalle rimostranze Uil - proseguono i consiglieri - non solo pare non essere avvenuto nessun aumento di organico, nonostante le promesse, ma pare non esserci nemmeno traccia della nomina del famoso primario universitario, il quale avrebbe dovuto essere la risoluzione di tutti i mali. La voce della dirigenza Ausl non si è fatta di certo attendere e come al solito vengono propinate le ormai celebri frasi fatte, come “ci stiamo lavorando” e “nelle prossime settimane provvederemo”, esattamente come avvenuto nelle scorse settimane in consiglio, senza risultato alcuno. E' opportuno quindi rendere noto ai Dirigenti di Area Vasta Romagna che la difficoltà di trovare personale per aumentare l'organico della Medicina Interna è addebitabile a diverse cause, che vorremmo elencare, affinchè si prenda coscienza dello stato di fatto delle cose. La prima causa sta nelle inaccettabili condizioni di lavoro offerte: un medico in turno da solo di notte che deve affrontare 150 pazienti è clausola inaccettabile e inquietante per chi decide di candidarsi; aggiungiamo una insufficiente sicurezza sul lavoro: il rischio di errore medico per stanchezza mentale, con tutte le conseguenze penali e personali del caso, non rende certamente appetibile una posizione; nessuna certezza di carriera personale: siccome è in previsione l'arrivo dell'università che viene dipinta come la soluzione di tutti i mali; grave affanno del pronto soccorso: anzichè ragionare su una diversa gestione dei pazienti a partire dal primo reparto di accoglienza, si ricovera senza sosta, aumentando la precarietà dell'assistenza notturna, che, ricordiamo, fa sempre capo al singolo medico anche in ambito penale. Pertanto, stanti queste condizioni, come mai nessuno si domanda perchè il problema, a questo livello, dell'organico medico insufficiente in Medicina Interna, si presenti in particolare a Ravenna rispetto ad altri nosocomi dell’area vasta? La manifesta incapacità di questa dirigenza ormai è un fatto assodato. Ribadiamo che, se determinate figure fossero nel mondo privato, la loro carriera subirebbe brusche interruzioni, ma purtroppo nel pubblico le logiche di scelta viaggiano su binari ben diversi e a rimetterci sono sempre e solo i cittadini, che, prima o poi, direttamente o indirettamente saranno anche potenziali pazienti. Auguri a noi tutti".

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