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Cronaca

Stroncato traffico di droga dall'Albania, 11 arresti

Gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna hanno scoperto un traffico di stupefacenti tra l'Italia e l'Albania. L'operazione, denominata "Liberty", ha portato ad oltre venti indagati dal 2010

Gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna hanno scoperto un traffico di stupefacenti tra l'Italia e l'Albania. L'operazione, denominata “Liberty”, ha portato ad oltre venti indagati dal 2010. Undici sono stati fermati lunedì in esecuzione a diversi provvedimenti di custodia cautelare, otto in carcere e due ai domiciliari. Per uno di loro l'obbligo di firma. Si tratta di otto albanesi, noti alle forze dell'ordine e residenti a Marina Romea, un potentino, un ragusano ed una giovane romena.

Spaccio di droga, 11 arresti

Il gip Monica Galassi, su richiesta del pm Isabella Cavallari, ha disposto la carcerazione per sei giovani albanesi e per un italiano, un 57enne originario di Acerenza (Potenza) ma residente a Lido Adriano, sul litorale ravennate; i domiciliari per altri due giovani albanesi e per una ragazza romena sentimentalmente legata a uno del gruppo; e l'obbligo di firma per un secondo italiano, un 44/enne originario di Vittoria (Ragusa) ma residente sempre a Lido Adriano. Le accuse sono di traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi clandestine e da guerra, minaccia aggravata, ricettazione, favoreggiamento nei confronti delle persone.

La droga arrivava dall'Albania sul porto di Bari. Da qui i corrieri la portavano a Ravenna da dove veniva per lo più distribuita sulla Riviera adriatica. L'inchiesta ha preso il via nell'aprile del 2010, quando due albanesi si presentarono al pub “Liberty” poiché volevano uccidere un connazionale. Uno aveva una pistola clandestina, una Crvena Zastava calibro 7.65 con matricola abrasa, caricatore, sette cartucce e un silenziatore artigianale di 22 centimetri, l'altro un corpo contundente. La pistola, per fortuna della vittima, si inceppò al momento di premere il grilletto. I due riuscirono a dileguarsi a bordo di un'auto condotta da un italiano. E se non aveva sparato - avrebbe poi stabilito la Scientifica di Bologna - era stato perché era stata custodita sotto terra e l'umidità l'aveva inceppata.

La pistola, che sarebbe servita anche per un regolamento di conti in Lombardia, è stata trovata e sequestrata il 5 agosto del 2010 quando altri albanesi erano arrivati da Milano per chiedere la Zastava al fine di regolare un conto nel capoluogo lombardo. Prima di quel momento - siamo al 10 giugno - c'era stato l'arresto di due persone arrivate a Ravenna da Matelica (Macerata) per acquistare quasi mezzo chilo di cocaina. In un altro caso gli acquirenti finiti in arresto erano arrivati da Pavia.

L'apice dell'indagine risale al 21 settembre 2010 quando il corriere, un trapanese in arrivo da Bari, era stato intercettato dalla polizia con due chili di eroina. Non vedendolo arrivare. gli albanesi erano andati in fibrillazione temendo che l'uomo fosse spartito con la droga. E avevano persino pensato di torturare i suoi parenti e i suoi amici per farsi dire dove si trovasse. L'operazione ha permesso di sequestrare anche mezzo chilo di cocaina, 5,5 chilogrammi di eroina. Il quantitativo avrebbe fruttato circa 200mila euro. Sequestrato anche un silenziatore artigianale della lunghezza di 22 centimetri, dalle caratteristiche del tutto simili a quella usata per l’aggressione.
 

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