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Cronaca

Transizione energetica: "Non demonizziamo il metano, ma la priorità è il rinnovabile"

A parlare sono gli esponenti ravennati di Articolo 1 - Movimento democratico e progressista. "Per noi la priorità delle priorità è l'impegno a ogni livello per contrastare i cambiamenti climatici"

"Comprendiamo bene le ragioni che hanno portato diversi gruppi di maggioranza a presentare un ordine del giorno che ha l’obiettivo modificare la decisione affrettata e pasticciata del Governo nazionale M5S- Lega di moratoria per 18 mesi delle nuove estrazioni di gas metano e condividiamo sia le preoccupazioni relative agli impatti occupazionali e produttivi su settori importanti della nostra economia, sia la volontà di sollecitare l' accelerazione del percorso per realizzare gli obiettivi europei al 2030 e al 2050 per contrastare i cambiamenti climatici in atto e contribuire in modo determinate alla strategia definita negli accordi di Parigi per evitare che si superi di oltre 1,5° il riscaldamento del nostro Pianeta". A parlare sono gli esponenti ravennati di Articolo 1 - Movimento democratico e progressista. "Per noi la priorità delle priorità è l'impegno a ogni livello per contrastare i cambiamenti climatici, riducendo drasticamente le emissioni di gas serra, aumentando l'efficienza energetica in ogni settore e passando il più rapidamente possibile dalle energie fossili alle energie rinnovabili e pulite. Ce lo dicono ogni giorno e in termini sempre più allarmati migliaia di scienziati in tutto il mondo, ce lo hanno detto i movimenti dei giovani guidati di Greta Thumberg, ce lo ricordano fatti drammatici a livello locale e globale connessi ai cambiamenti già in atto".

"Consideriamo gravissima la scelta del Governo italiano di non riconoscere l’emergenza climatica e il veto dei Paesi sovranisti di Vilnius che ha impedito l'impegno del Parlamento europeo per conseguire l' obiettivo di zero emissioni di CO2 al 2050 - continuano da Articolo 1 - Per questo, e per non ricadere nello sconfortante giochino che vede il lavoro contrapposto all’ambiente, rinnoviamo il nostro appello rivolto da un lato ai grandi gruppi industriali in termini di responsabilità ed innovazione, e dall’altro al governo ai 5 stelle come forza originariamente più sensibile alle tematiche ambientali, affinché sostengano un cambio di passo. Ravenna è, ed è stata, una delle grandi capitali del metano e ha la capacità per di leggere i grandi cambiamenti che potrebbero consegnare alla storia esperienze e posti di lavoro. Il tema del metano in Adriatico non è da demonizzare, ma resta obbiettivamente marginale rispetto alle sfide energetiche. Noi siamo per il mantenimento dei pozzi esistenti sostenibili esclusa “Angela Angelina” e siamo favorevoli a esplorazioni oltre le 12 miglia come per altro previsto dalla legge. Infatti, in un ordine del giorno su tali temi a nostro avviso non poteva mancare la richiesta pressante e rinnovata al Governo e a Eni di anticipare la chiusura dei pozzi di estrazione di gas connessi alla Piattaforma Angela Angelina, collocata a poche centinaia di metri dalla spiaggia e i cui effetti sulla costa di Lido di Dante e Lido Adriano sono obiettivamente insostenibili".

Legambiente: "Occasione persa"

"Mentre milioni di studenti in tutto il mondo scendono in piazza per richiedere seri impegni per il clima, la maggioranza dei gruppi consiliari approva un ordine del giorno completamente schierato all’estrazione di nuovi idrocarburi. Un ordine del giorno che richiede lo stralcio e la riduzione delle tempistiche per l’adozione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI), e impegna il Sindaco insieme alla Giunta a riconoscere il gas naturale come fonte fossile pulita necessaria alla transizione, richiedendo il sostegno ad una modifica normativa e deroga al DL Semplificazioni che allo stato attuale, blocca la ricerca di nuovi idrocarburi per i prossimi 18 mesi. Una delibera che vincola l’attuale Giunta a sostenere senza mezzi termini l’estrazione di nuovi idrocarburi – sostiene Legambiente Ravenna – senza stimolo alcuno al settore del fossile ad innovarsi. Un vero peccato che la maggioranza delle forze politiche della città, continui in questa direzione, prendendosi la responsabilità dei futuri danni al territorio e al pianeta ignorando le richieste delle mobilitazioni giovanili per il clima. Motivare la continua estrazione di gas in nome della transizione energetica verso fonti rinnovabili è in realtà motivo di ritardo della stessa transizione. Inoltre, visto l'esiguo quantitativo estratto sul territorio, la mancata estrazione non comporterebbe modifiche rilevanti delle importazioni, ma potrebbe essere altresì motivo che contraddistingue scelte politiche attente ai cambiamenti climatici (oltretutto, non è detto che gas locale significhi consumo locale). La politica locale e le associazioni sindacali, si impegnino a sottolineare il mancato impegno delle aziende energetiche nei confronti dello sviluppo di nuovi impianti rinnovabili, piuttosto che difenderle in ogni occasione senza troppe valutazioni critiche. Fronteggiare l'emergenza climatica con l'innovazione, quella vera, è l'unica soluzione per la sopravvivenza del settore energetico. Esiste una reale volontà politica in questo senso?".

La replica del vicesindaco

"Non si tratta di un’occasione persa né di un favore nei confronti del settore – replica a Legambiente Eugenio Fusignani – ma di un documento che dimostra lungimiranza e senso di responsabilità verso un ambito produttivo che rappresenta tuttora una risorsa importante per l’economia nazionale, e di Ravenna in particolare, vantando uno know-how di tutto rispetto. L’industria deve ripensare se stessa in funzione del futuro del pianeta e lo sta già facendo attraverso la ricerca nel settore delle nuove energie rinnovabili. Nella consapevolezza che le energie fossili sono al momento irrinunciabili e le uniche a garantire ancora competitività, produzione e lavoro, l’industria dell’offshore e dell’oil & gas non può essere penalizzata come sta facendo l’attuale governo ma, al contrario, va sostenuta, consegnandole il compito di trovare soluzioni innovative che siano in grado di dare risposta al lavoro e alla produzione di energia; il tutto nel contesto di competitività del sistema Italia e di quello europeo. Si tratta di sfide che non possono essere affrontate in termini ideologici ma in maniera razionale e secondo le tappe di un percorso coerente e mirato. I nostri obiettivi non sono in contraddizione con le giuste istanze a difesa del clima, a cui siamo attenti e sensibili, ma devono andare di pari passo con la difesa dell’occupazione e di uno sviluppo sostenibile".

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