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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Troppo caldo nella camera mortuaria, dovrebbero esserci 18 gradi e ce ne sono 30"

Il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi si fa portavoce di alcuni cittadini che avrebbero segnalato una situazione di calura invivibile nelle camere ardenti

Ancisi continua a cercare di fare luce sulla situazione della camera mortuaria di Ravenna. Dopo il question time presentato al sindaco martedì, durante il consiglio comunale, in cui chiedeva che venissero disposte modalità più civili per quanto riguarda il servizio di trasferimento delle salme dall’ospedale Santa Maria delle Croci alla camera mortuaria, il capogruppo di Lista per Ravenna ora si fa portavoce di alcuni cittadini che avrebbero segnalato una situazione di calura invivibile nelle camere ardenti.

"La temperatura dei locali, frequentati da familiari e amici dei defunti, è intorno ai 30 gradi, laddove la legge ne ammette un massimo di 18 - spiega il consigliere d'opposizione - Di conseguenza, per poter respirare, le porte vengono tenute aperte. Diverse persone sono costrette a uscire nel cortile, mantenendosi a ridosso delle sale. Ciò rende obbligatorio richiedere la refrigerazione delle salme, che, per singolo giorno di calendario o frazione di esso, costa 55 euro per ogni defunto. Il problema, postosi già dieci giorni fa, era stato addebitato ad un errore compiuto da personale dell’Enel, che intervenendo sul quadro elettrico di una cabina per fornire elettricità a un altro nuovo cliente aveva invertito alcuni cavi che alimentano la camera mortuaria, producendo l’abbassamento dell’energia che ha causato il blocco dell’impianto di refrigerazione. Rimediando l’inversione dei cavi, è stato annunciato che la temperatura all’interno dei locali era stato riportata “a livelli accettabili”. Non è stato così, ed è destinato a riproporsi - esaurito l’effetto della provvisoria frescura indotta dal temporale appena avutosi a Ravenna - specialmente nel pomeriggio, quando il sole batte sulle vetrate delle camere ardenti. In realtà, Azimut, gestore del servizio di cui è titolare il Comune di Ravenna, che ne stabilisce anche le tariffe, addebita la condizione strutturale di insufficienza dell’impianto di raffrescamento della camera mortuaria alla difficoltà di Enel di erogarle la corrente sufficiente, “dovendo stendere 15 chilometri di cavi”".

"Sembra abbastanza inverosimile - conclude Ancisi - che, essendoci in zona grandi complessi sanitari, quali sono l’ospedale civile e il Centro di medicina e prevenzione di via Fiume Abbandonato, parimenti serviti da Enel, non si possa convogliare qualche chilowatt in più nella camera mortuaria. Nell’emergenza, il problema potrebbe forse essere risolto ricorrendo, con spesa minima, a qualche condizionatore d’aria domestico. È certo però che spetta ad Azimut risolvere il problema. Martedì scorso, il sindaco ha risposto in consiglio comunale a un mio question time su altri problemi della camera mortuaria che occorrerà riprendere. Nell’occasione, ho sollevato verbalmente anche questo, che riformulo ora, avuta conferma della sua persistenza, affinché il sindaco se ne faccia carico e ne riferisca l’esito nel consiglio comunale stesso o con risposta scritta".

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