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Economia

"Split payment", la nuova norma sull'Iva fa infuriare gli imprenditori

Massimo Mazzavillani, direttore della Cna provinciale di Ravenna, interviene in merito al Decreto “Milleproroghe”

“Irrisolti i problemi provocati dallo split payment, il nuovo meccanismo in base al quale le Pubbliche Amministrazioni acquirenti di beni e servizi, anche se non risultano soggetti passivi Iva, devono versare direttamente all’Erario l’Iva che è stata addebitata loro dai fornitori. Dispiace che il Governo non abbia compreso fino in fondo i problemi che tale situazione sta provocando ai danni delle imprese. L’anticipo contrattuale previsto a favore dell’appaltatore non è sufficiente a risolvere il problema e, come Cna, continueremo a chiedere con forza al Governo e alle rappresentanze parlamentari di porre rimedio con un intervento ad hoc”. E’ quanto afferma Massimo Mazzavillani, direttore della Cna provinciale di Ravenna in merito al Decreto “Milleproroghe”.

“Positive, invece – prosegue Mazzavillani – altre misure introdotte dal Decreto e chieste dalla Cna. Si tratta, in particolare, delle proroghe all’adeguamento sulla normativa anti-incendi, all’aggiornamento del libretto di centrale degli impianti termici, all’entrata in vigore delle sanzioni Sistri, alla presentazione della relazione di idoneità tecnico/organizzativa dei Caf”. “Purtroppo – sottolinea ancora Mazzavillani – dobbiamo constatare con disappunto che è stata concessa la proroga dei contratti di solidarietà soltanto alle grandi imprese. Anche in questo caso chiederemo al Governo di tornare sui propri passi, rivedendo questa discriminazione verso le piccole imprese.”

La nuova norma sull’Iva, il cosiddetto “split payment”, sta veramente facendo infuriare le imprese. “Lo split payment - evidenzia Giancarlo Moretti, socio dell’azienda cervese Moviter Strade - mette a rischio di sopravvivenza le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione. Gli Enti pubblici, in estrema sintesi, non verseranno l’imposta sul valore aggiunto all’impresa fornitrice ma direttamente all’Erario. In questo modo  le aziende si troveranno con meno liquidità e senza la possibilità di compensare il credito.  In una situazione già fortemente compromessa dal fenomeno dei ritardati pagamenti e della stretta creditizia, si va ad aggiungere un ulteriore aggravio nell’equilibrio finanziario delle aziende che, dopo sette anni di crisi pesantissima, corrono il rischio di saltare. Non è con questi mezzi che si combatte l’evasione fiscale.  Occorre invece utilizzare meglio i molteplici strumenti  di controllo già esistenti, quali la tracciabilità o la fattura elettronica”.

“Non si tratta certo di una buona mossa da parte di chi professa la lotta alla burocrazia – incalza Walter Alessandrelli della ditta “Il Pennello” di Faenza -, salvo poi introdurre l’ennesima complicazione. Il meccanismo dello split payment è destinato a produrre effetti  deleteri nell’intera filiera delle costruzioni, già messa a dura prova dalla crisi, con conseguenze drammatiche su occupazione  e investimenti. Paradossali sono poi i tempi di rimborsi che oggi in Italia viaggiano in media attorno ai 470 giorni, circa 16 mesi. La situazione che si sta delineando è estremamente preoccupante e inciderà negativamente sui vari settori, in particolare su quello delle costruzioni”.

Dal 2008 al 2013, infatti, le imprese iscritte alla Cassa Edile di Ravenna sono passate da 1200 a 606, di cui 414 artigiane. Una riduzione importante, purtroppo, anche per quanto riguarda i livelli occupazionali: nel 2013 gli operai iscritti alla Cassa Edile sono 3.279, in calo di circa 550 rispetto all'anno precedente, ma quasi un dimezzamento rispetto ai 6.100 operai iscritti nel 2008. Per questo la CNA ha chiesto con urgenza al Governo e a due commissari del Parlamento europeo di correggere il tiro e di abrogare questa disposizione evitando di attaccare indiscriminatamente tutte le imprese per colpire gli evasori

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