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Accordo per pasta italiana 100%: una buona notizia per il 'granaio Ravenna'

E’ stato siglato, infatti, da Barilla e Fdai (Filiera degli Agricoltori Italiani) promossa da Coldiretti, l’accordo per garantire la produzione di pasta al 100% italiana venduta con marchio Voiello

Dopo una pessima notizia per tutto il comparto cerealicolo, ossia l'approvazione da parte dell'Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) con il Canada, primo esportatore di grano duro in Italia, eccone una positiva e in grado di avere riflessi importanti anche per i produttori del Ravennate. E’ stato siglato, infatti, da Barilla e Fdai (Filiera degli Agricoltori Italiani) promossa da Coldiretti, l’accordo per garantire la produzione di pasta al 100% italiana venduta con marchio Voiello. Mentre le semine 2017 crollano del 7,3% (spariti circa 100mila ettari coltivati) ecco un importante contributo per tentare di salvare il nostro grano. La situazione per la coltura più diffusa in Italia è difficile sull’intero territorio nazionale con la riduzione delle semine che varia dal -11,6% nel Nord-Est al -5,4% nel Centro mentre nel Sud e Isole si registra un -7,4.

"Una congiuntura drammatica determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori per effetto delle speculazioni e della concorrenza sleale del grano importato dall’estero e poi utilizzato per fare pasta venduta come italiana. Una realtà che – come più volte denunciato da Coldiretti Ravenna – alla luce anche dei frequenti arrivi di grano estero da Canada e Usa allo scalo bizantino - rischia di essere favorita dall'approvazione del Ceta. Da qui la necessità di accelerare sul percorso di ratifica ed entrata in vigore dell’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta. Lo schema di decreto, frutto della battaglia del grano lanciata da Coldiretti e condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è stato inviato alla Commissione Europea a Bruxelles".

"L’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde alle richieste di 8 consumatori italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia - continua Coldiretti -. Quella del grano è una coltivazione fondamentale non solo per il nostro Paese ma anche per l’intera provincia di Ravenna nella quale su 116.000 ettari di superficie agraria utile, ben 24mila (quindi un buon 20%) sono coltivati a frumento, di questi 13.400 a grano tenero e i restanti 10.600 a grano duro con una produzione raccolta in quintali totale pari a 1.233.000 (dati 2015).  Aggiungendo i dati relativi al mais, poi, circa 5mila ettari coltivati, la percentuale di coltivazione a cereali sul totale degli ettari coltivati in provincia sale al 25%. Nonostante ciò sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori".

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