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Acmar, mancato accordo tra sindacati e azienda: partono le lettere di licenziamento

Dopo un lungo confronto tra organizzazioni sindacali e direzione della cooperativa, infatti, il giorno 5 maggio si è svolto l'incontro istituzionale convocato dalla agenzia regionale per il lavoro in via della Lirica a Ravenna

Giovedì per molti lavoratori della cooperativa Acmar sarà l'ultimo giorno di lavoro. Dopo un lungo confronto tra organizzazioni sindacali e direzione della cooperativa, infatti, il giorno 5 maggio si è svolto l'incontro istituzionale convocato dalla agenzia regionale per il lavoro in via della Lirica a Ravenna, ultima fase prevista dalla normativa dopo la conclusione con esito negativo dei 45 giorni di confronto sindacale. "In questa sede le parti alla presenza di Andrea Panzavolta, dirigente dell'Agenzia regionale, hanno ribadito le proprie posizioni e si è constatata l'impossibilità di addivenire ad un accordo - affermano in Feneal, Filca e Fillea di Ravenna -. Pertanto si è sottoscritto un verbale di mancato accordo con l'impegno della cooperativa a procedere alle comunicazioni di licenziamento con decorrenza del preavviso non anteriore al 18 maggio. La procedura che la cooperativa Acmar aveva aperto all'inizio di marzo, dopo la conclusione dei 4 mesi di cassa integrazione in deroga previsti dalla normativa regionale, prevede un esubero complessivo di 104 lavoratori sui 207, tra operai e impiegati, attualmente occupati nelle sedi di Ravenna pertanto dalla conclusione con esito negativo della procedura prevista per i licenziamenti collettivi ora la cooperativa ha tempo 120 giorni per comunicare ai singoli lavoratori il licenziamento".

“C’è grande rammarico per come si chiude questa vertenza; – dichiarano i rappresentanti di Feneal, Filca e Fillea della provincia di Ravenna – gli esuberi si potevano evitare utilizzando la cassa integrazione straordinaria per crisi, ma la cooperativa si è sottratta alla verifica della fattibilità del percorso in sede ministeriale e ha rinnegato il proprio ruolo sociale di tutela dell'occupazione nel territorio. Con l'utilizzo della cassa integrazione, inoltre, diverse persone sarebbero traghettate al pensionamento in considerazione delle nuove norme previste nei decreti di prossima emanazione. Per la città di Ravenna e per la crisi che sta attraversando il settore edile questa vicenda finisce nei peggiore dei modi, in quanto il dramma sociale dei licenziamenti difficilmente troverà risposte di ricollocazione anche se come organizzazioni sindacali saremo impegnati fin da subito per dare risposte a questi lavoratori e chiaramente continueremo il confronto con la cooperativa per verificare la continuità dell'organico che rimarrà. Il 18 maggio è una data triste per il territorio ravennate e la cooperazione edile in quanto proprio nella stessa data di una anno fa ci furono i licenziamenti della cooperativa Iter di Lugo".

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