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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Ancisi, attacco al Comune: "Ha regalato 300mila euro a Cervia"

"Neanche una parola dal loquacissimo sindaco". Queste le prime parole di Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, in merito all'acquisto da parte del Comune di 1,7 milioni di euro in azioni di Hera

“Neanche una parola dal loquacissimo sindaco di Ravenna”. Queste le prime parole di Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, in merito all’acquisto da parte del Comune di 1,7 milioni di euro in azioni di Hera. “Nemmeno una parola – dice Ancisi - ma venerdì scorso ha comprato queste azioni coi soldi dei suoi cittadini, tramite la loro cassaforte di Ravenna Holding. Eppure, la risposta negativa ad ogni richiesta dei cittadini di compiere investimenti per opere e servizi pubblici indispensabili è che “non ci sono soldi”.

“Prima di chiederci – prosegue il capogruppo di Lista per Ravenna - a cosa servono al Comune di Ravenna le azioni di Hera, non essendo suo mestiere giocare in borsa, chiediamoci se ne aveva poche. Fino al 30 novembre scorso, ne possedeva 49 milioni e 291 mila. Con l’ingresso del Comune di Faenza in Ravenna Holding, sono entrati in cassaforte altri 3 milioni e 155 mila di tali azioni, inglobate nell’operazione. Non sono bastate, perché ora ne ha acquistato un altro milione e 300 mila dal Comune di Cervia, ma in contanti, indipendentemente dall’entrata anche di questo Comune in Ravenna Holding”.

Ancisi si interroga quindi sulla convenienza o meno del prezzo. “Chiediamoci, almeno, se è stato conveniente. Niente affatto, perché, in seguito ai vincoli imposti dal patto di sindacato con cui i Comuni di Bologna e della Romagna hanno blindato almeno al 51 per cento la propria maggioranza nella proprietà di Hera, il prezzo di acquisto di tali azioni non è stato quello del mercato borsistico, bensì la media del prezzo del titolo in borsa nei tre/sei mesi precedenti l’avvio della procedura di vendita. Risultato: mentre venerdì 2 dicembre le azioni di Hera si compravano in borsa a 1,079 euro, lo stesso giorno Ravenna le ha pagate a Cervia 1,318, cioè il 22,15% in più. Ciò vuol dire che Ravenna ha “regalato” a Cervia, sull’unghia, quasi 300 mila euro”.

“A prescindere da ogni dettaglio tecnico sulla convenienza complessiva e in tempi lunghi dell’entrata di Faenza e Cervia in Ravenna Holding, da cui comunque questa operazione è svincolata, resta il fatto che  i cittadini di Ravenna, loro malgrado, hanno fatto beneficenza cash a quelli di Cervia. Hanno così generosamente contribuito a risolvere problemi di cassa di questo Comune che, se non risolti, lo avrebbero  sottoposto a gravi penalità in conseguenza dello sforamento del Patto di Stabilità interno allo Stato italiano. Tanto è vero che il Comune stesso di Cervia, possedendo altre 886.419 azioni di Hera svincolate dal patto di sindacato con gli altri Comuni proprietari della società, se le è tenute a disposizione per eventuali operazioni di vendita sul mercato borsistico”.

Ma che senso ha? “In tempi di vacche pelle ed ossa, che il Comune di Ravenna si ingrassi di azioni di Hera (come del resto di altre partecipazioni societarie non indispensabili per la gestione dei servizi pubblici), anziché alleggerirsene per ricavarne preziose risorse da destinare agli investimenti produttivi, ormai azzerati? Non certo per avere maggior voce in capitolo con Hera sulla gestione dei propri servizi, che abbiamo visto, anche recentemente, non gode di ascolto, e che anzi potrebbe avere più forte qualora se ne rendesse autonomo, esercitando appieno i poteri del committente sull’esecutore. Nessun interesse pubblico, ma quello di far valere le convenienze di partito nell’enorme giro interessi di un’ immensa società di capitali. Poi dicono di essere di sinistra”.
 

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